CAPITOLO 55 - SEBASTIAN

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SEBASTIAN:

Non sapevo dove mi trovavo, ricordavo che dopo aver lasciato Bruce, avevo girovagato con Apocalypse a caso, senza una direzione precisa, nella mia testa c'era una grande confusione, mentre guidavo mi scorrevano davanti come in un film, le immagini di quella giornata; non avevo guardato dove andavo, guidavo e basta, destra, sinistra, sinistra, destra , quando arrivavo ad un bivio mi ponevo la domanda di qua o di là e spinto dall'istinto momentaneo imboccavo la strada che la mia mente confusa mi indicava.

Fermai l'auto sul ciglio di quello stradone, intorno a me c'era il deserto, cioè non vedevo nessuno in giro, nessuna automobile, nessuna moto, nessuna presenza vitale, ma dove ero finito? Un bosco sulla mia destra si stendeva per molti ettari, alla perdizione, non riuscivo a vedere la fine.  A sinistra invece c'era una vecchia ruota di quello che un tempo doveva essere un mulino, girava ancora lentamente fendendo le acque del fiumiciattolo che le scorreva alla base. Più avanti scorsi un ponticello, a piedi mi avviai in quella direzione, speravo di scoprire qualcosa, qualsiasi indizio che mi spiegasse dove mi trovavo. In quel momento mi sentii definitivamente solo al mondo, e potevo colpevolizzare solo me stesso, ero partito con quel peso sullo stomaco, volevo trovare un posto isolato da tutti dove poter analizzare il mio stupido comportamento di poche ore prima, e senza sforzi avevo raggiunto il mio obiettivo, semplicemente mi ero perso.

Raggiunto il ponticello mi guardai in giro, ma i miei occhi non riconobbero il luogo dove mi trovavo, cercai il cellulare, mentre guidavo l'avevo sentito squillare diverse volte, ma non avevo intenzionalmente voluto rispondere, né sapere chi mi aveva cercato; volevo semplicemente che tutti mi lasciassero in pace, così per non sentire più quel trillo fastidioso, l'avevo spento. Adesso però avevo bisogno di sapere dov'ero, lo accesi e sorpresa! Vidi lo schermo nero illuminarsi per un istante , sul display comparve una pila completamente scarica e quella tremenda scritta:- collegare al caricatore. Bene ci voleva anche questa, il cellulare scarico, non potevo chiamare nessuno, era decisamente morto.  La sfortuna mi assisteva, perché il caricatore era a casa dentro il cassetto del comodino in camera da letto, dove era sempre stato in attesa che la sera prima di coricarmi, lo usassi per non trovarmi in quella situazione.

Telefono fuori uso, bravo Sebastian e adesso? L'unica cosa che mi restava da fare era tornare da dove ero venuto, una bella impresa dal momento che non mi ricordavo quante volte avessi deviato dalla strada principale e guidato per vicoli e stradine anche acciottolate di piccoli borghi, non avevo letto o anche se l'avevo fatto non mi era rimasto impresso nemmeno il nome di un paese che avevo attraversato. Avevo guidato per ore, come un fantasma a spasso per le campagne del Vermont, solo che io non avevo un lenzuolo che mi nascondesse agli occhi delle persone che incontravo; ormai stava imbrunendo, sicuramente non ero uscito dallo stato, ma trovare il bandolo di quella matassa ingarbugliata sarebbe stato quasi come trovare un ago nel pagliaio.

Faceva anche freddo, ormai dicembre era alle porte e la sera l'aria diventava gelida, perciò decisi di tornare in auto e scaldarmi, poi avrei pensato a qualche soluzione; non ero un bambino, era sufficiente non farsi prendere dal panico, prima o poi qualcuno sarebbe passato da lì e avrei scoperto che non mi trovavo così lontano da casa. Mentre camminavo mi vennero in mente scene di film dove qualcuno , di solito si trattava di una ragazza, si perdeva in qualche bosco e non riusciva più a tornare a casa, i thrillers mi erano sempre piaciuti, quando ero seduto nella mia poltrona davanti al mio mega schermo al plasma con impianto acustico, come se mi trovassi in un cinema vero, ma in questo momento il rumore che stormiva le frasche del bosco e la mia ombra che si allungava arcigna sulla strada non mi incutevano proprio tranquillità.

Mi giravo ad ogni rumore sospetto, avevo la sensazione che qualcuno mi stesse seguendo, ma non era possibile dal momento che non vedevo anima viva.

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