CAPITOLO 88 - BRUCE

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BRUCE

Il comportamento di Suor Abelarda stava mandando in tilt il poco autocontrollo che mi ero imposto. Cercavo di mantenermi calmo, ma l'impresa mi stava logorando il sistema nervoso, il modo come mi aveva strappato Lorelai dalle mani e l'aveva spinta con poco garbo nel grande salone, mi aveva urtato non poco. Ma chi si credeva di essere ? Non mi risultava che fosse il Padre Eterno anche se il comportamento spiccava in superbia e prevaricazione.

Da lontano sentivo Lorelai che piangeva e che disperata urlava il mio nome, (lei mi chiamava papà, perché Bruce era troppo difficile); non le aveva nemmeno permesso di salutarmi. Non poteva finire così.

La rincorsi e prendendola malamente per un braccio la apostrofai con tono freddo e scostante che non mi riconoscevo :- "un momento sorella, lei mi deve delle spiegazioni".

Lei si voltò e con atteggiamento sprezzante, staccò di prepotenza la mia mano dal suo braccio, il suo viso era diventato paonazzo e gli occhi sembrava stessero uscendo dalle orbite, era molto nervosa ed agitata, lo si capiva da come il petto sobbalzasse a cadenze ripetute e di come il respiro stava diventando affannoso.

"Io non le devo proprio nessuna spiegazione, lei è stato gentile a darci un aiuto in un momento di difficoltà ma le chiedo di non intromettersi in affari che non la riguardano, e quella bambina è un affare che non la riguarda".

"Si sbaglia sorella , io adesso voglio sapere come mai Lorelai si trova con lei e cosa le hanno fatto. Non mi interessa se oggi è Natale, io non mi sposto di un millimetro da qui. Può chiamare chi vuole, ma penso che non le convenga" conclusi con tono minaccioso.

Lei cercò più volte di scansarmi per proseguire senza darmi udienza, ma io ero più svelto, intuivo  le sue mosse e placcavo ogni azione volesse intraprendere.

Sarebbe sicuramente stato un gioco allo sfinimento, ma io avevo voglia di giocare, la posta in gioco era troppo alta. Quella bambina mi aveva rubato il cuore, inconsapevolmente si era lasciata sfuggire cose che non volevo nemmeno ricordare, la sua sicurezza doveva essere salvaguardata ed io mi ero trasformato nel suo paladino dall'armatura lucente che combatteva contro un'arpia vestita di nero.

"Mi lasci passare" urlò Suor Abelarda al limite della sopportazione "lei non può trattenermi contro la mia volontà, mi devo occupare dei bambini".

"Nello stesso modo in cui si è occupata di Lorelai?" risposi ironicamente, "allora forse è meglio che rimanga qui" aggiunsi con una smorfia che dimostrava il mio disappunto.

" Come si permette di offendermi?" ribadì lei con foga, "lei non conosce la situazione, non sa niente e nulla saprà e questo è tutto quello che udrà uscire dalle mie labbra".

Mise le mani conserte. puntò i piedi , e si irrigidì fissandomi con disdegno.

"Meno male che lei è una suora" mormorai, "solitamente le suore dovrebbero essere come seconde mamme , ma lei non ha né la pazienza né la dolcezza che dovrebbe avere una madre."

Vedevo che le mie parole provocavano in lei delle reazioni, ma continuò nel suo mutismo , addirittura aveva chiuso gli occhi in modo da non dovermi guardare, da un momento all'altro mi aspettavo che mettesse pure le mani sulle orecchie per non sentire quello che stavo dicendo.

Non riuscivo a cavare un ragno dal buco, mentre pensavo al da farsi sentivo Lorelai piangere da lontano, il mio cuore si chiuse in una morsa , ma perché questa suora non si accorgeva che volevo solo parlarle, non avevo intenzione di farle del male.

Una voce stridula mi trapassò le orecchie e mi trafisse le spalle facendomi voltare di scatto.

"Che cosa sta succedendo qui? Bruce vuoi spiegarmi? Cerca di avere una motivazione plausibile, è strano questo tuo comportamento".

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