CAPITOLO 11 - ALLYSON /SEBASTIAN

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ALLYSON

Il gorgheggio della "Regina della notte" dall'opera il flauto magico martellò i miei poveri timpani, ma come, non era possibile, avevo chiuso un attimo gli occhi, non poteva essere già mattina, forse avevo solo sognato, ma pochi secondi dopo riecco i gorgheggio acuto che avvolse l'intera stanza di un suono stridulo, quando l'avevo ascoltato in tv mi era piaciuto tantissimo, ero rimasta affascinata dall'insieme delle note, altissime peraltro, ma quella mattina stridevano nell'alba grigia e sonnolenta della cittadina di Burlington. Così al terzo gorgheggio bloccai la sveglia e mi misi seduta sul letto, nuovo giorno da affrontare, chissà come sarebbe andata oggi....all'improvviso mi ricordai che la sera prima non avevo preparato lo zaino per la scuola, perciò mi fiondai velocemente sotto la doccia, in pochi minuti ero già davanti alle ante aperte del mio armadio che racchiudeva il mio misero guardaroba. Cosa avrei indossato oggi? Lasciai vagare lo sguardo a destra poi a sinistra, in attesa di una folgorazione, cercai di abbinare mentalmente i capi appesi e creare delle mise pratiche per la scuola, in fondo , ma proprio in fondo alla fila degli indumenti vidi una gonna di jeans dritta, lunghezza media, con una maglietta leggera e un cardigan per completare l'abbigliamento , perciò misi la gonna, una maglietta nera con il collo a v ed un cardigan nero lungo che arrivava al ginocchio, infilai gli stivaletti e voilà ero pronta.

Mi girai verso lo specchio per ammirare la creazione e per poco non svenni dalla paura, oddio ma chi era quella? Il cardigan era troppo lungo e l'insieme era troppo scuro, ormai non avevo più tempo per cambiare tutto, la mamma mi aveva già chiamato due volte per la colazione. Arraffai il primo giubbino di jeans corto che vidi penzolare dalla gruccia, lo sostituii al cardigan e senza più guardare lo specchio presi i libri impilati sulla scrivania e li misi nello zaino insieme al resto, in fondo allo zaino trovai la fascia rossa , perciò mi feci a pratica una coda alta e usai la fascia per fermare i capelli.

Per oggi non potevo fare altro, ma avrei dovuto iniziare a sistemare le cose e decidere prima cosa indossare e non all'ultimo momento com'era mia abitudine. Nella nuova scuola le ragazze almeno alcune di loro si vestivano meglio di me, ma non una, cento volte meglio; in fondo mi dissi, sono una "quasi stilista", disegno abiti che a me sembrano molto belli e sofisticati, sarebbe il minimo essere in grado di accostare qualche capo e creare l'abbigliamento giusto, Ma per tutto questo mancava la materia prima, cioè l'abbigliamento...per quanto mi sforzassi di modificare, cambiare, alternare, la situazione non sarebbe migliorata, dovevo acquistare qualche nuovo capo, probabilmente a qualche mercatino, mi sarei informata e poi sarei andata alla scoperta dei negozietti del mio quartiere, oppure avrei potuto andare al centro commerciale, da quando eravamo arrivate a Burlington non ci avevo ancora messo piede... Bene quante cose da fare, ma adesso la priorità era la scuola.

Arrivai in cucina, salutai la mamma dicendo:-" Ciao Mamma scusami per ieri sera ma mentre ti stavo aspettando devo essermi addormentata, perché non mi hai svegliata?"

"Ciao Allyson", mi rispose sorridendo, "dormivi così profondamente che non ho osato farlo, adesso bevi il tuo latte con le fette biscottate perché è tardi."

Mentre facevo colazione la sentii dire:- "lo sapevi che ho una figlia meravigliosa?"

"Ma di chi parli mamma? Di me?"

"Certo che parlo di te, quante figlie ho? Ho visto i tuoi schizzi , avevi dimenticato l'album sul tavolo, sono bellissimi strabilianti, sono curiosa di vedere la faccia delle clienti quando li vedranno, devi avere lavorato molto, hai superato te stessa."

Il complimento mi giunse inaspettato e mi fece sorridere.

"Lo penso anche io mamma, sono proprio orgogliosa dei miei schizzi."

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