CAPITOLO NR. 52 - ALLYSON

791 92 97
                                    


ALLYSON:

Il rintocco di campane a morto, mi svegliò quel giorno, per un minuto restai immobile nel letto, forse l'avevo sognato, avevo per caso avuto un incubo? Alzai la testa per ascoltare meglio ed un altro rintocco mi destò dall' incoscienza mattutina. Non riuscivo a capire perché ci fossero quei rintocchi nella mia stanza, mentre il cervello iniziava a mettere a fuoco la stanza ed i pensieri, mi ricordai che la sera prima avevo messo la soneria della sveglia così da non arrivare sempre in ritardo, la presi e la guardai attentamente. E' vero che avevo cambiato la serie delle sonerie settimanali, ogni mese ne cercavo di nuove, ma probabilmente non avevo letto bene i titoli delle musiche che vi erano associate, tra l'urlo di Tarzan di alcuni giorni prima e le campane a morte di oggi, avevo decisamente peggiorato il mio risveglio. Per curiosità lessi:- mercoledì, Funerale della regina Mary.

Oh mio Dio , adesso collegavo il perché dei rintocchi, spensi la sveglia, speriamo che non sia il preludio di qualche tragedia pensai, già quello che era accaduto a Bruce mi aveva fatta stare in ansia per buona parte della notte.

Non avevo più sentito nessuno dei due, ma era normale, non avendo un cellulare non potevano raggiungermi, e di sicuro quella mattina Sebastian non sarebbe passato a prendermi per andare a scuola, non importa mi ero svegliata in orario per prendere l'autobus, Sebastian non voleva che facessi a corse la strada per arrivare in classe in orario e non volevo contrariarlo.

Quel giorno dopo aver fatto la doccia, mi soffermai a guardare i miei abiti, volevo indossare qualcosa di carino per il mio ragazzo, anche se non diceva mai niente sapevo che non gradiva quello che indossavo e soprattutto gli abbinamenti che facevo; quelli non piacevano nemmeno a Bruce e sinceramente alcune volte erano veramente orribili, trovai su una gruccia una camicetta bianca di pizzo, regalo della mamma, e una gonnellina nera , forse un po' troppo corta, ma in fondo ero giovane e avevo anche delle belle gambe, per cui non ci ripensai, infilai degli stivaletti che una volta erano color bianco latte, e il mio giubbino di pelle nera, quello che usavo per gli eventi importanti. Sicuramente se la mamma avesse visto come mi ero vestita non l'avrebbe approvato, quegli indumenti erano belli e non dovevano essere indossati semplicemente per andare a scuola. Ma per una volta volevo essere bellissima, lo facevo soprattutto per Sebastian, volevo che non si vergognasse di me.

Passai in bagno, mi feci la coda alta come piaceva a lui e mi truccai leggermente, matita , rossetto e un po' di fard, giusto quel poco tanto da non far sembrare il mio viso, bianco come la pubblicità di una mozzarella.

Mi guardai ancora una volta allo specchio e quello che vidi riflesso mi piacque. Sorridendo presi lo zaino ed uscii di casa, Come avevo previsto non vidi Apocalypse nei paraggi segno che Sebastian non era lì, affrettai il passo verso la fermata dell'autobus, quella mattina c'era un pallido sole, ma l'aria era fredda, niente di anomalo eravamo quasi a dicembre, cominciai a sentire freddo, quel giubbino di pelle non era stata una scelta azzeccata, prima di pensare a farmi bella avrei dovuto guardare che tempo faceva; mi ero vestita un po' troppo leggera, ma adesso era tardi, a scuola avrei trovato caldo non dovevo pensarci.

Mentre seduta sull'autobus percorrevo l'arteria principale di Burlington che portava verso la chiesa, pensavo al mio ragazzo ed al mio migliore amico, chissà come avevano passato la notte.

Sebastian era stato molto gentile ad ospitare Bruce, era davvero un vero amico e Bruce avrebbe dovuto riconoscerlo, quei due si erano scontrati e riavvicinati tante volte, sembrava non avessero niente in comune, ma ognuno era attirato nella sfera dell'altro come se una calamita gigante spingesse le loro vite in un'unica direzione.

Speravo sinceramente che Bruce fosse riuscito a riposare, trovare il proprio appartamento semi distrutto....appartamento, rettificai, monolocale era un termime più azzeccato, ma in realtà si trattava di una soffitta alquanto modesta, temporaneamente trasformata in unità abitabile.

Stars & TouchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora