CAPITOLO 74 - SEBASTIAN

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SEBASTIAN:

Stavo guidando verso il Rainbow, Allyson era seduta accanto a me, le nostre mani allacciate appoggiate sul cambio, le nostre anime unite, stavamo in silenzio perché non c'era bisogno di parole, l'atmosfera che si respirava all'interno dell'abitacolo era serena, la tempesta di emozioni che poco prima aveva rischiato di travolgerci era ormai scomparsa e all'orizzonte era spuntata l'armonia e la tenacia del nostro sentimento , più forte di ogni ostacolo, più resistente ogni giorno.

Con la coda dell'occhio , la guardai, era immersa nei suoi pensieri, il viso rilassato mi diceva che dovevano essere pensieri belli, ricordi nostalgici, a volte la nostra mente viaggia in un'altra dimensione e si appropria di immagini che ti scaldano il cuore ed involontariamente ti fanno sorridere.

"A cosa pensi piccolina?" le chiesi.

La mia voce la riscosse dal mondo che l'aveva magicamente rapita, - "a tutto e a niente" mi rispose enigmatica.

"Come sei misteriosa oggi" ripresi, "sembravi assorta in chissà quali elucubrazioni mentali" aggiunsi sorridendo.

"Stavo preparandomi psicologicamente ad affrontare queste giornate, non sarà facile per me".

"Che cosa temi? Lo sai che puoi contare su di me, non ti lascerò mai sola, vedrai ti divertirai, abbi fiducia nel tuo ragazzo".

"Lo so amore mio" e come ulteriore conferma mi strinse la mano che ci legava da quando eravamo partiti.

Il Rainbow era strapieno, che cosa mi aspettavo? Era la vigilia di Natale e tutti come me correvano da negozio a negozio per gli ultimi acquisti.

I regali che avevo preso per la mia piccolina attendevano già sotto l'albero, impazzivo solo al pensiero dell'espressione che avrebbe avuto il suo viso quando li avrebbe aperti; finalmente non avrebbe potuto opporsi, i regali di natale non si rifiutano mai. Ero sempre stato un tipo molto generoso, e alle ragazze che mi stavano a fianco avevo regalato profumi, libri, cioccolatini, braccialetti che sceglievo senza troppa cura. Questa volta invece mi ero concentrato sulla mia piccolina e avevo cercato di carpirle i suoi desideri più nascosti senza farmi accorgere, lo sentivo sarebbe scoppiata di felicità, bastava talmente poco per farla impazzire di gioia. Sicuramente non era una di quelle ragazze che quando ricevevano un regalo si informavano se era firmato, se i cioccolatini erano prelibati, quanti carati aveva il braccialetto. Allyson era diversa, anche a lei piacevano le cose belle, (a chi non piacciono), ma adorava la semplicità, ad un mazzo di rose rosse preferiva un mazzo di fiori di campo. Eh! sì Allyson era proprio diversa ed era anche questa diversità che era la causa dei nostri litigi. Io avrei voluto ricoprirla di regali, ma l'unico che aveva accettato finora era la casetta per Memory il suo coniglietto nonostante fosse più matura della sua età per alcuni versi si comportava ancora da fanciulla, e devo dire che questo suo modo fi fare mi intrigava. Ragionava da adulta e si comportava da bambina, un connubio interessante.

Per nonna Ester avevo acquistato un foulard di seta molto elegante ed una borsa di pelle raffinata che le era sempre piaciuta, un giorno che l'avevo accompagnata in centro, me l'aveva mostrata ed il giorno dopo io mi ero recato in quel negozio e l'avevo acquistata per farne dono a lei.

Quale migliore occasione del giorno di natale!

Mentre stavo cercando un regalo per Penelope, (mi aveva assicurato che nonostante fosse sola sarebbe ugualmente venuta alla mia festa e si sarebbe trattenuta da noi per qualche giorno, per la felicità di Allyson e di nonna Ester) nella grande profumeria in cui eravamo entrati, vidi che la mia piccolina era ferma da quasi cinque minuti davanti ad una vetrinetta che mostrava su uno dei ripiani, tutta una serie di campanellini uniti a dei nastrini colorati.

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