CAPITOLO 97 - PENELOPE

234 32 39
                                    


PENELOPE

Presi Lorelai in braccio e mi incamminai verso l'ascensore.

"Sei bellissima" le dissi in uno slancio d'affetto. Guardai quella bambina e mi resi conto  come pochi indumenti l'avevano trasformata. Avevo cercato di sapere qualcosa di più di lei, della sua vita, delle sue abitudini, ma mi ero accorta che le mie domande la mettevano a disagio, sembrava avesse paura di parlare, si guardava sempre furtiva alle spalle, come se avesse paura che qualcuno potesse ascoltare le sue parole. Povera bambina!

"Tu sei bella" mi rispose. "E anche buona".

"Mi perdoni piccola per aver...."non riuscii a finire la frase, ma Lorelai era una bambina sveglia, aveva capito cosa volevo dire e stringendo forte le sue braccia al mio collo mi aveva sussurrato:- "Tu sei mia amica, io ti perdono, adesso basta però, andiamo a mangiare".

Le feci schiacciare il pulsante dell'ascensore, per lei era un gioco, infatti quando si aprirono le porte al piano terra, la sentii esclamare : magia!!!!

Quando arrivammo nel salone sei paia d'occhi si concentrarono su di noi.

Il primo a rompere quel silenzio assordante fu Sebastian.

"Wow, cosa vedono i miei occhi?" Esclamò facendo un grosso sorriso.

"Due principesse sono appena apparse dal nulla, voi le conoscete?" Chiese agli altri astanti.

"Non saprei" s'intromise Michael reggendogli il gioco, "una mi sembra di averla vista ancora, quella più grande, ma quella più piccola, forse è una principessa straniera......"

"Forse la sua carrozza si è impantanata nella neve" soggiunse Miriam con un sorriso....

"....Ma sono io!" Esplose Lorelai...."sono Lai e lei è Penny mia amica".

Con un gesto inequivocabile mi fece capire che voleva essere messa a terra, l'accontentai e lei con una grazia delicata fece qualche passo e si girò mostrando a tutti il suo vestito, un maglioncino rosso che io le avevo fatto indossare. Sul davanti aveva tante pailettes di cui la bambina andava orgogliosa e una cinturina dorata lo tratteneva in vita, anche le maniche erano state rimboccate più volte.

"Abito da sera" esclamò Lorelai. Poi mostrò a tutti i fiori rossi che adornavano i suoi codini , era tutta un sorriso. Dopo aver fatto la sua camminata , si girò e mettendo le mani sui fianchi esclamò:-" Io ho fame!"

"Hai ragione!" La voce di Nonna Ester diede il segnale perché tutti ci trasferissimo in sala da pranzo. Era una bellissima stanza quella che nonna Ester aveva scelto per festeggiare il giorno di Natale, io la conoscevo bene perché frequentavo la casa da tempo e curiosamente mi appostai all'inizio della fila per guidare quei ragazzi che in poco tempo erano diventati degli amici, volevo imprimermi bene nella mente le espressioni che sarebbero comparse sui loro volti quando ci saremmo trovati in quella stanza.

Lorelai mi si avvicinò e cercò la mia mano, quella bambina era molto dolce e sembrava davvero essersi affezionata a me, aveva dimenticato velocemente la brutta impressione che dovevo averle fatto ; lo stesso non potevo darlo per scontato riguardo a Bruce, non avevo ancora avuto l'opportunità di parlare a quattr'occhi con lui, avrei sicuramente dovuto esternargli le mie scuse, quello era il minimo, dovevo riuscire a fargli capire che quello che era accaduto purtroppo era stata una reazione, inappropriata quanto vogliamo, al contesto che improvvisamente si era presentato davanti a me. A volte soffrivo di questi attacchi di rabbia che esplodevano al verificarsi di una circostanza inaspettata, quasi tutti ignoravano questo grande difetto , solo i miei genitori, Nonna Ester e Sebastian erano già stati spettatori silenziosi di queste crisi isteriche poco comprensibili.

Stars & TouchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora