CAPITOLO 64 - PENELOPE

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PENELOPE:

Quei due erano proprio una bella coppia, si completavano a vicenda, Allyson sembrava una ragazza molto simpatica e si capiva che anche se mi aveva attaccata era solo perché voleva moto bene a Bruce e le dispiaceva quello che era successo.

Involontariamente mentre pensavo al mio micione, una lacrima scivolò sulla mia guancia, la tolsi con la mano, quella lacrima esprimeva il grande dolore e l'immenso vuoto che quel ragazzo aveva lasciato, mi mancava tantissimo, ero stata pazza a pensare di poter chiudere una storia così bella, avrei dovuto avere più fiducia in lui, me l'aveva chiesto tante volte, ma la paura che potesse accadergli qualcosa di brutto mi aveva sempre fermata e mi aveva obbligata a prendere quella decisione.

Sebastian mi si avvicinò e prendendomi una mano mi chiese: "Che succede Penny? Perché all'improvviso sei diventata triste?"

Rispose Allyson alla domanda:- "Gli uomini! Non capiscono mai niente, è triste perché i nostri battibecchi le hanno ricordato la sua storia con Bruce, non ci vuole molto ad intuirlo, ci puoi arrivare persino tu" concluse.

Lui mi lasciò la mano  e come un fulmine raggiunsi la sua piccolina, "Tu", le disse, con espressione seria, "hai una lingua velenosa, non devi prendermi in giro ci pensa già Donovan a quello".

Ecco l'aveva nominato, così adesso ad essere tristi e sconsolati eravamo in tre.

"Mi manca così tanto" ammisi in tono accorato, "da quando ci siamo lasciati non ho più dormito, ho passato ore ad inondare di lacrime il mio cuscino, poi appena mi è stato possibile sono corsa qui, pensavo di potergli chiedere scusa".

"Ho sbagliato a dire quelle cose ma soprattutto mi pento di averle dette davanti tutti voi, forse se fossimo stati da soli sarebbe stato diverso, avrei potuto spiegargli con calma il motivo di tale decisione, ma come una stupida non ho trovato il coraggio ed ho pensato di organizzare quel piano che alla fine mi si è rivoltato contro, ho scagliato un boomerang e quello mi è ritornato dritto in mezzo alla fronte".

"Voi non sapete dove sia andato? Magari da qualche amico o amica, conoscerà sicuramente qualcuno" precisai.

"Non saprei" rispose Sebastian, "come sai bene anche lui volava di fiore in fiore, senza fissa dimora...."

"Di letto in letto vorrai dire" puntualizzò la tigre, "è inutile addolcire la pillola..."

"E va bene , è vero", confermò Sebastian anche se a malincuore, "comunque non mi sembrava il caso di rimarcarlo, davvero Penny non conosco gli ambienti che di solito frequenta, ma mi risulta che sia un tipo molto solitario, uno che si fa i fatti suoi, non è sicuramente un festaiolo, se vuoi posso chiedere in giro ed informarmi, adesso che mi ci fai pensare, una delle segretarie della scuola Dorothy è una sua cara amica, magari a lei ha lasciato detto qualcosa di più".

Quando aveva nominato Dorothy, involontariamente la mia bocca aveva disegnato una smorfia di disappunto che non scappò agli occhi attenti di Sebastian.

"Tranquilla Penny, Dorothy è una sua amica, amica e basta, di questo ne sono certo. Solo che è molto affezionata a lui e non credo che se Bruce le ha detto di non dire niente lei parlerà, comunque possiamo sempre provarci", aggiunse con un sorriso.

"Sei così premuroso" gli dissi, "sono felice di averti come amico".

Il mio cellulare ruppe il silenzio che seguì a quelle parole, guardai il display nella speranza di vedere la scritta "micione", invece la scritta che lampeggiava ad ogni squillo era quella di CASA.

Malvolentieri schiacciai il tasto per rispondere, chissà che cosa volevano...

"Pronto?" Dissi, la voce di mia madre mi rispose, era allegra , beata lei io ero tutto l'opposto, "Penny cominciò, dove ti trovi? Ti ho cercata nella tua stanza, ma tu non c'eri".

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