CAPITOLO 102 - SEBASTIAN

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SEBASTIAN:

Tossicchiai più volte, a più riprese, ma quei due nemmeno si muovevano, sembravano due statue di sale, una di fronte all'altro, persi in un mondo tutto loro, dove tutto il resto non esiste.

Fosse stato per me avrei lasciato perdere e me ne sarei tornato quatto, quatto dagli altri, ma la pressione della piccola manina che stringeva convulsamente la mia mi spronò ad interrompere il quadretto romantico che i miei occhi dovevano sopportare.

Certo che Donovan si era rivelato, una persona totalmente diversa da come l'avevo conosciuto, fino a poco tempo prima l'amore, il romanticismo, l'infatuazione erano emozioni che non appartenevano al suo animo da duro eroe della strada, da casanova di borgata, perché posso assicurarvi che le voci che circolavano su di lui nel mondo femminile erano tutte vere e purtroppo erano tante macchie nere sul suo "pedigree" che Papà Carrington non avrebbe certamente digerito con facilità.

La sua fama di libertino dedito alla frequentazione di ambienti lussuriosi sicuramente avrebbe pesato nelle considerazioni di chi a palazzo sicuramente aveva già ricevuto un dossier completo sulle sue azioni, Da quando aveva iniziato a gironzolare intorno a Penny, involontariamente ed inconsapevolmente era diventato un sorvegliato speciale, chi fosse stato interessato avrebbe saputo anche quante volte al giorno respirava.

Quando lasciavo liberi i miei pensieri sul destino della coppia dei due ragazzi che ormai consideravo amici, un velo d'ombra calava su di me; quando ero ottimista e credevo che tutto si potesse risolvere con la bacchetta magica di Nonna Ester non vedevo spine sul loro cammino, ma solo una strada lastricata di petali di rose, se invece  realizzavo che la nonna nonostante le sue affermazioni non avrebbe potuto cambiare le scelte di potere di cui Penny era l'oggetto di scambio, ecco che il panorama cambiava ed io mi accorgevo che quello che avrebbero dovuto affrontare sarebbe stato un percorso disseminato di pericoli, di delusioni, di ostacoli.

Ma oggi era Natale, bandii questi pensieri che mi creavano ansia dalla mia mente e cercando per l'ennesima volta di segnalare la mia presenza esclamai in tono divertito:-"Ehi Donovan è da un po' che ti osservo, sembri pronto per essere consegnato al museo delle cere, sei rimasto paralizzato per caso?"

Percepii un leggero movimento della testa di Penelope abbandonata sulla sua spalla e capii che stava sorridendo per la mia abile battuta.

"Touch sei peggio di una spina nel c...."

Lo fermai prontamente: "Donovan vorrei informarti di moderare il linguaggio, c'è un essere innocente con me, non mi sembra il caso di sciorinare il tuo vocabolario da ragazzo raffinato in sua presenza".

Un borbottio sommesso di imprecazioni uscì dalle sue labbra, ormai la testa di Penny sussultava e questo significava che stava ridendo , cosa che invece non stava facendo Bruce anche se girato di spalle potevo solo interpretare dalla rigidità del busto che il mio intervento non era stato gradito.

"Touch" riprese con tono incisivo, " sei grande ormai, non capisci quando è il caso di levarsi dalle pa...."

Fu Penny a fermarlo questa volta, mettendogli una mano sulla bocca lo rimproverò dolcemente. "Amore, c'è la piccola con Sebastian e sai che è una come una spugna, assorbe tutto istantaneamente soprattutto quello che non dovrebbe".

Lo vidi girarsi , il suo volto non mi trasmetteva . affetto, calore, riconoscenza, ahahaha! Infatti dovevo ammettere che in questo momento mi sembrava molto riconoscente.

Poi sempre silenziosamente, dopo avermi lanciato un'occhiata che mi avrebbe potuto incenerire abbassò lo sguardo ed il suo viso si trasformò all'istante osservando quella bambina che immobile al mio fianco lo stava fissando , un po' confusa da tutto quel silenzio.

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