CAPITOLO 20 - ALLYSON

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ALLYSON:

Ero sazia, avevo mangiato quel cibo succulento fino a scoppiare e mi sentivo felice, avevo trovato un amico con il quale avevo potuto parlare liberamente della mia vita, dentro di me ero sicura che era la persona giusta, lui non mi avrebbe mai tradita. Il suo aiuto era stato provvidenziale, cosa avrei fatto altrimenti? Sarei corsa a casa dove la solitudine mi avrebbe regalato solo altre lacrime. Invece Michael mi aveva fatto trascorrere qualche ora in serenità, lui era capace di sminuire i tuoi problemi farli sembrare meno pesanti, dava consigli preziosi e mi faceva capire quando secondo lui avevo commesso un errore  o quando avevo adottato un comportamento sbagliato.

Tranquillamente erano già arrivate le tre del pomeriggio, ancora poco e poi avrei dovuto fare ritorno a casa, non avevo ancora deciso se andare a scuola il giorno dopo, perché in caso contrario dovevo inventare una scusa con la mamma per restare a casa.

Mi sedetti sul divano in attesa di riprendere il racconto, all'improvviso il cellulare di Michael squillò, lui lo prese con una faccia infastidita guardò il display e guardandomi disse:-" Scusami Allyson, devo rispondere".

"Ma certo risposi fai pure, ti ho fatto sprecare del tempo prezioso, scusami tu".

Lui fece un cenno con la mano come ad eliminare le ultime parole che avevo detto e poi rispose a monosillabi.

"Allyson non vorrei credimi, ma il mio gruppo di studio reclama la mia presenza, dobbiamo interrompere qui , ma stai certa che riprenderemo i nostri discorsi al più presto. I ragazzi verranno a prendermi a minuti, ma tu puoi restare tranquillamente qui, quando te ne vai chiudi la porta e tieni pure la chiave che ho fatto fare di riserva, ti servirà quando verrai la prossima volta se io non dovessi essere in casa".

"Grazie di tutto Michael, scusami ancora per averti trattenuto, chissà perché pensavo che non avessi impegni, di solito non sono così egoista, resterò ancora un attimo e poi me ne tornerò a casa", istintivamente mi alzai in piedi , lo raggiunsi ed abbracciandolo stretto gli diedi un grosso bacio sulla guancia, uno splendido smack, che lui ricambiò dolcemente. Eravamo ancora abbracciati quando sentii la porta aprirsi e sentii una voce femminile insinuarsi fastidiosa nelle mie orecchie:-" Michael, mi dici cosa sta succedendo qui?"

"Non adesso Greta, aspettami fuori, ti raggiungo subito".

"Eh no!" disse la morettina fissandomi duramente, "adesso tu esci con me e dici alla tua "amichetta" di andarsene da casa tua".

Io rimasi stordita, avrei voluto salutare e chiarire la situazione, ma non lo feci, se Michael non l'aveva fatto significava che non voleva permettere a quella ragazza di spargere veleno.

Infatti lo sentii ripetere questa volta con tono più sostenuto.

"Greta ti ho detto di uscire e di aspettarmi fuori".

Con un gesto di stizza Greta, girò su se stessa e uscì dalla stanza.

Immediatamente mi sentii meglio, come se fosse tornato a splendere il sole, Michael mi stava guardando e stava sorridendo, allora non era arrabbiato con me. "Mi dispiace" dissi, "la tua ragazza adesso se la prenderà con te".

Lui fece un cenno della testa e disse:- "Non preoccuparti Allyson so gestire la situazione. Tu resta qui e fai quello che vuoi, hai il mio permesso, di Greta me ne occupo io".

"Adesso devo andare", riprese "va tutto bene? Posso lasciarti da sola? Non farai altre sciocchezze in mia assenza vero? Lo sai che mi fido di te."

 Un suono di clacson che mostrava il nervosismo di qualcuno fece precipitare Michael verso la porta.

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