CAPITOLO 78 - BRUCE

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BRUCE:

Che serata! Nemmeno a programmarla sarebbe uscita così bene, dovevo riconoscere che quella cara e dolce signora che mi aveva preso in simpatia era una padrona di casa ineguagliabile, qualcosa l'aveva spinta a rinascere dalle sue ceneri, da debole signora della terza età a donna raffinata , elegante che non aveva niente da invidiare alle altre rappresentanti del mondo femminile che avevano accettato l'invito a presenziare a questa festa strepitosa.

Avevo le gambe molli quando mi ero presentato in cima a quella scala, tra la moltitudine di visi anonimi ed incuriositi dalla mia presenza, avevo trovato conforto negli sguardi sbalorditi di Allyson e Sebastian, quando si erano accorti di me, erano rimasti fissi, come se fossero stati inchiodati al terreno, la loro espressione era simile a quella di chi si trova davanti qualcosa o qualcuno che non si aspettava, ci erano voluti alcuni secondi per ammettere che non ero un fantasma, ma che stavo dando il braccio a donna Ester, mi piaceva chiamarla così, anche se lei aveva insistito perché la chiamassi nonna, ma non mi sembrava giusto; avevo molto rispetto per lei ed avevo accettato di fare quell'entrata a sorpresa solo perché lei mi aveva convinto. Era molto brava a trovare i pulsanti da spingere, sembrava conoscermi meglio di me stesso.

Allyson si era trasformata in una creatura stupenda , al primo momento non l'avevo riconosciuta, solo il particolare del colore del suo vestito che le avevo sentito nominare con entusiasmo, mi aveva portato ad osservare attentamente quella figura che ad occhi spalancati mi stava guardando, anche Sebastian in smoking faceva la sua figura , alto slanciato, armonioso nei movimenti, dava l'impressione di averlo sempre indossato, mentre io mi sentivo costretto come dentro un'armatura, quell'abito mi costringeva a camminare rigido e leggermente impacciato, ma l'etichetta non permetteva di allentare il collo della camicia per respirare, ma chi l'aveva inventato quel modo di abbigliarsi? E' vero mi stava a pennello ed evidenziava le forme del mio fisico scolpito, sembrava che mi fosse stato cucito addosso come una seconda pelle, ma molto meno elastico.

Sebastian invece con noncuranza, aveva tolto il farfallino e slacciato due bottoni della preziosa camicia bianca che indossava sotto, la vita stretta era resa ancora più esile dalla fascia che bordava i pantaloni; dovevo ammettere che lo indossava in modo più disinvolto di me.

Adesso che mi trovavo nel parco di villa Golden Touch alla ricerca di Penny, mi misi più comodo, tolsi il farfallino nero e slacciai tutti i bottoni della giacca ed i primi tre della camicia, un sospiro di sollievo istantaneo si sprigionò dai miei polmoni ed in cambio respirai l'aria pungente di quella notte della vigilia.

Quando avevo visto entrare Penny, il cuore per un attimo si era fermato per poi riprendere a battere furiosamente, l'adrenalina scorreva alla velocità della luce nelle mie vene, in un secondo il mio corpo si era surriscaldato, era una visione celestiale, incomparabile, brillava come una stella , la stella più bella in quel firmamento femminile. Era praticamente perfetta, solo l'espressione sorpresa e poi addolorata apparsa sul suo viso rendeva quell'incantevole fanciulla, fragile come il cristallo, se non fosse fuggita via, penso che sarebbe crollata ondeggiando verso il suolo , sommersa da metri di tulle del colore dell'orchidea che aveva nei capelli.

Il primo impulso era stato quello di precipitarmi al suo inseguimento, mi era mancata così tanto, rivederla mi aveva procurato un immenso piacere ma aveva riportato a galla anche i brutti ricordi del giorno in cui aveva pronunciato quelle parole che avevano scavato un abisso tra di noi e mi avevano costretto a scappare da tutto e da tutti per non impazzire.

La situazione per quanto mi riguardava non era cambiata, noi non stavamo più insieme, forse avrei dovuto rientrare, ma il mio cuore mi incitava a proseguire, non volevo soffrire ancora, ma il sentimento che mi divorava era più forte di me, volevo vederla anche se fosse stata l'ultima volta, volevo risentire la sua voce cristallina ridere di felicità o sussurrare dolci parole al mio orecchio, insomma volevo quella ragazza, mi era entrata nel sangue , avrei messo tutto me stesso per convincerla, noi due insieme eravamo una splendida coppia.

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