CAPITOLO 25 - BRUCE

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BRUCE

Lasciai Touch dentro al Metropolytan, ero decisamente arrabbiato con me stesso e con la mia stupidità, Dorothy aveva cercato di dirmelo più volte che Tracy non era la ragazza che pensavo, ma non avevo voluto ascoltarla, quando la desideravo era sempre disponibile, non si lamentava se la lasciavo da sola la sera, adesso capivo il perché, c'era sempre qualcuno pronto a prendere il mio posto. Maledizione, sembravo il più forte, l'invincibile, le ragazzine della scuola e le loro madri mi guardavano con paura e soggezione, tremavano al pensiero che potessi posare lo sguardo su qualcuna di loro. Se avessero saputo che ero diventato ..come mi aveva chiamato Touch? Ah sì il lupo solitario più cornuto d'America, chissà che risate si sarebbero fatte, altro che playboy, ero stato girato e rigirato a piacere da una stronza che era stata più brava delle altre a prendermi all'amo. Dovevo riconoscerlo, si era presa un bel pesce, ma adesso il pesce se ne sarebbe andato lontano , non valeva nemmeno la pena andare da lei.

Dovevo solo calmarmi,   ero sicuro che Touch l'avesse chiamata, nonostante tutto voleva proteggerla, voleva diventare mio amico, ma poi non si fidava abbastanza di me, dovevo riconoscergli che era stato coraggioso a rispondermi sinceramente e l'avermi avvertito della figura che stavo facendo meritava un premio. Avrei valutato la sua richiesta di sedurre Gwen e trovare l'indirizzo di Allyson.

Sorrisi al ricordo dei battibecchi che avevamo avuto con quella ragazza, anche io non riuscivo a capire perché non fosse tornata a scuola, va bene eravamo stati un po' stronzi con lei e l'avevamo messa a dura prova, ma lei se l'era sempre cavata egregiamente, di solito nessuno osava rispondermi male per non doverne subire le conseguenze, lei si era addirittura offerta di essere punita al posto di Rose che aveva parlato male di me.

Anche lei come Touch non credeva alle dicerie,  diceva che in me vedeva qualcosa di buono che la spingeva a fidarsi di me, Bhè la sua fiducia era stata mal riposta se aveva dovuto scappare da noi due. Comunque ripensando a tutta la questione, mi sembrava davvero poco plausibile che potesse essere alla base della sua assenza, secondo me doveva essere successo qualcosa di diverso e di grave allo stesso tempo, lei mi sembrava una ragazza studiosa che non avrebbe mai marinato la scuola per dei futili motivi.

Touch sembrava davvero preso da quella ragazza, negli ultimi tempi se ne stava da solo con l'aria assorta perso in chissà quali pensieri, persino i suoi amici gli stavano alla larga mentre le oche del campidoglio che di solito accorrevano al suo passaggio o al semplice schiocco delle dita erano taciturne, sembravano aspettare qualche strana forma di resurrezione.

Ma secondo me avrebbero atteso invano, anche lui come me aveva iniziato le cavalcate molto presto, il cambio delle ragazze era stato così frenetico che alla fine non ti ricordavi nemmeno più la faccia della persona con la quale eri stato, a volte qualcuna tentava un timido saluto nella mia direzione pensando che dati i rapporti che c'erano stati tra noi avrebbero almeno potuto salutarmi, ma io non rispondevo accrescendo così la pessima fama che avevo di seduttore da strapazzo, mentre la verità era che non sapevo nemmeno chi fossero.

Con Tracy avevo cercato di rendere stabile il rapporto, di provare a vivere una relazione con una sola donna, non dovevo avere più quel fuoco che sembrava bruciarmi dentro, dovevo calmarmi, ma a volte era difficile, anelavo come un assetato alla fonte dell'amore, dell'affetto, della dolcezza della serenità.

Quando mi sembrava di aver almeno intravisto la possibilità in qualche rapporto, mi ci gettavo a peso morto, ma il più delle volte tornavo ferito nell'orgoglio con il cuore sanguinante e con la consapevolezza di essere stato semplicemente usato per arricchire il parterre delle signorine, di un nome che faceva scalpitare i ben pensanti.

Sì perché nonostante tutto avevo anche frequentato ragazze come le chiamavo io d'alto bordo, naturalmente sempre di nascosto, ero il giocattolo a comando di tante oche che non sapevano come occupare il tempo e volevano folleggiare tra le mie braccia piuttosto che frequentare i rampolli di buona famiglia che al mio confronto erano scialbi e noiosi, avevano sicuramente il portafoglio che traboccava di verdoni, il mio agonizzava alla ricerca di qualche spicciolo, ma quando si trattava di far divertire le ragazze io non avevo rivali.

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