CAPITOLO 57 - SEBASTIAN

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SEBASTIAN:

Un rumore assordante mi svegliò, cosa era stato? Mi guardai in giro ed all'improvviso realizzai dove mi trovavo, ero seduto nell'auto, probabilmente mi ero addormentato, guardai l'orologio al polso e nell'oscurità vidi le due lancette fosforescenti segnare le 3.35 .

Maledizione, avevo dormito per parecchie ore, mi sentivo tutto indolenzito, il cellulare era ormai morto, provai a far ripartire Apocalypse, ma anche lei dopo qualche debole stantuffo che aveva acceso in me la fiammella della speranza, mi abbandonò.

Era troppo presto per uscire e camminare, la notte era molto buia, non c'era nemmeno la luna a rischiarare le ombre intorno a me. Chissà se qualcuno mi stava cercando, sicuramente no! E avrebbero fatto bene, me lo ero meritato, non era la prima volta che giravo a vuoto senza sapere dove stavo andando, se lo fosse venuto a sapere Donovan aiuto! Me l'avrebbe rinfacciato ad ogni occasione. Ma sinceramente non mi importava, avrei sopportato a vita le sue critiche se adesso mi fosse apparso davanti.

Il rumore che mi aveva destato poco prima, ritornò con maggiore intensità, aguzzai la vista per capire da dove provenisse, d'improvviso così come l'avevo evocato, vidi un faro di luce dirigersi verso di me, era nella corsia opposta e procedeva molto velocemente. Non era possibile che fosse lui, forse era un miraggio pensai abbassando gli occhi, la mia mente confusa aveva creato quello che stavo pensando, ma un momento, no...no, non era fantasia, il rumore di un motore  che si avvicinava era reale.

Come una saetta impazzita scesi dall'automobile  e cominciai ad agitare le braccia nel tentativo di attirare l'attenzione di quel motociclista, cominciai anche ad urlare frasi sconnesse al suo indirizzo, ma stava andando troppo veloce, il rumore della moto avrebbe coperto la mia voce ed il casco avrebbe limitato la sua visuale. Maledizione l'unica possibilità di quella notte,era svanita come neve al sole.

Picchiai un pugno sul tettuccio di Apocalypse, perché non si era fermato? E adesso?

Una voce conosciuta mi arrivò da dietro: "Idiota la pianti di agitarti in mezzo al deserto?"

"Bruce? Sei tu?" dissi girando su me stesso, quando lo riconobbi scattai istintivamente, senza pensarci, nella sua direzione e come un bambino che ha visto realizzarsi i suoi sogni mi aggrappai a lui piangendo di felicità. "Meno male che mi hai trovato", dissi "stavo impazzendo".

"Ehi amico scrollati di dosso, mi sembra di essere stato investito da un neonato in lacrime. Datti un contegno". Mi apostrofò Bruce.

"Non mi importa quello che dici, rimproverami pure, scherniscimi, sono troppo contento di vederti", replicai con convinzione.

"Io meno credimi, mi hai fatto passare una notte d'inferno in sella a questa motocicletta e tu stavi a fare il pagliaccio sul ciglio di questa strada" aggiunse , il sarcasmo era palese nella sua voce.

"Ero sicuro che non mi avresti lasciato da solo, che ti saresti preoccupato per me anche se non me lo merito" aggiunsi sconfortato.

"Parole sante, non te lo meriti, hai messo in agitazione molte persone con il tuo comportamento assurdo ed infantile" ribadì in tono di rimprovero.

"Scusami , io non mi sono accorto di quello che stavo facendo, credimi".

"Idiota e svampito, hai tanti pregi Touch, ma sono contento di averti ritrovato", mi disse e le sue braccia si strinsero forte intorno a me.

"Lo sapevo Bruce, in fondo anche tu mi vuoi bene, ti sono mancato vero?" gli domandai.

"Oh sì, come una martellata sul malleolo" rispose sogghignando..

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