CAPITOLO 76 / PENELOPE / ALLYSON

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PENELOPE

"Allyson, certo che è proprio bella la tua stanza, Sebastian si è dato molto da fare per prepararti una camera degna di una principessa e ha fatto tutto da solo, me l'ha detto nonna Ester, deve tenere molto a te, io non ti conosco bene, ma irradi serenità intorno a te, vedrai, potremmo anche diventare amiche noi due".

"Magari" mi rispose, "ma non ambisco a tanto, io sono una ragazza molto semplice, con poche possibilità, per me tutto questo è un sogno, ma come tutti i sogni svaniranno presto".

"E chi te lo dice? Bisogna sempre credere nei sogni, aiutano a continuare a vivere".

L'avevo provato sulla mia pelle, da quando Bruce era sparito e mi aveva lasciato sola con i miei rimorsi e le mie colpe, avevo iniziato ad immaginarmi una vita irreale, dove tutto finiva sempre bene, era immaginaria, però mi rendeva serena, in altro modo non avrei potuto affrontare quel periodo, non mangiavo, non dormivo, ero sempre triste, giravo per la mia torre di cristallo come una tigre in gabbia, volevo stare da sola e tutti compresi i miei genitori dovevano girarmi alla larga. Poi giorno dopo giorno mi ero sorpresa a pensare, stavo seduta ore vicino alla vetrata, ma in realtà non vedevo niente, la mia mente rincorreva fantasie , immagini di me e Bruce che ridevamo per qualcosa che avevo detto, che correvamo mano nella mano su una bianchissima spiaggia con il sole che ci baciava il viso. Forse stavo impazzendo, solo l'invito di nonna Ester prima e di Sebastian dopo, mi aveva scosso da quel torpore virtuale e così avevo preso una scusa per non accompagnare i miei alla tenuta principesca dei Thornton per le festività natalizie.

Da quando Bruce se ne era andato, non li volevo più nemmeno sentire nominare, qualche volta papà tornava all'attacco ma la vista del mio volto triste e amareggiato l'aveva dissuaso dall'insistere troppo, mi aveva concesso di restare da sola con il mio dolore e con i miei sogni.

Meno male, mi era andata bene, onestamente non avevo mai sopportato quella famiglia, l'unica persona degna di rispetto era il capofamiglia Sir Drake, in realtà mi incuteva un po' paura, ma era una persona onesta, sincera e mi aveva presa in simpatia. Nonostante ciò avevo preferito declinare cortesemente l'invito con la scusa che in quel periodo non mi sentivo molto bene e non avevo voglia di festeggiare. Stranamente non avevano insistito, non riuscivo a capire il perché ma non mi interessava nemmeno scoprirlo.

"Penny mi sembri lontana, dove sei con la testa?"

Allyson doveva avermi posto una domanda, ma io persa nei miei film mentali non l'avevo sentita.

"Scusami" le dissi, "ho passato un brutto periodo, a volte mi capita di essere presente fisicamente , ma totalmente assente con la mente".

"Ti manca Bruce vero?"

"Ti prego Allyson non nominarlo, altrimenti ricomincerò a piangere e non uscirò più da questa stanza".

"Vado a prendere l'occorrente in camera mia, poi te la mostrerò, è un vero bijou, è tutta bianca, Sebastian sa che è il mio colore preferito. Tu intanto fatti una doccia rilassante, ti farò portare anche il vestito".

"Ma posso andare io a prenderlo se mi dici dove si trova" mi rispose.

"Scherzi? Forse non hai capito, ma tu qui oggi sei la principessa della festa, ogni tuo desiderio è un ordine" .

"Memory!" pronunciò un istante dopo ed un'espressione corrucciata le dipinse il volto.

"E chi sarebbe? Un tuo pretendente? Ti sei dimenticata di parlargli del tuo coccodrillo?"

"No" rise lei, niente di tutto questo, Memory è il mio coniglietto, non ti ricordi? Da quando Sebastian l'ha preso, non l'ho più visto e sono preoccupata per lui".

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