22||abbracciare da quel coglione||

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l'iPod segna che sono le 22:30, devo scendere se non rientro entro il coprifuoco poi rompono i coglioni. Ma il vero problema è: come cazzo faccio a tornare in una camera nella quale c'è la persona che in questo momento non sopporto e che non voglio avere a che fare?
Ma perché la mia vita deve essere sempre un tale casino del genere?
Mi devo sbrigare, se mi trovano qui, poi pensano che io sia qui perché mi voglio buttare dal palazzo e cazzate del genere, il che è vero, ma non lo posso fare, ho l'orgoglio che non mi permette di buttarmi dal palazzo, non posso morire senza avergliela fatta pagare a quel cretino del mio compagno di stanza. Perciò mi alzo dalla sedia, ormai ho il culo quadrato. Non ho mangiato un cazzo sta sera, beh amen, tra l'altro pensare di mangiare è l'ultimo dei miei pensieri in questo momento. Prendo l'ascensore e scendo al mio piano, quando mi trovo davanti alla porta della camera numero 27, mi fermo un secondo a pensare. Quando aprirò questa porta, che farò? Dirò qualcosa? Ma che cazzo! Io entro fanculo quello che succede, è pur sempre la mia camera no? Ho tutto il diritto di entrarci cazzo!
Afferro la maniglia e apro la porta, entro nella mia camera. Rocco non c'è ma sento l'acqua scorrere in bagno, si starà facendo la doccia, meglio così, non gli devo ancora rivolgere la parola.
Appoggio cuffie e iPod sulla scrivania, accanto al vassoio delle cose che avrei dovuto mangiare, ma ormai sono fredde, dunque già fa schifo di suo,il cibo di ospedale, freddo è ancora peggio. Decido di accomodarmi sul mio letto. Dopo 3 ore passate in una scomoda sedia di una sala d'attesa abbandonata, il mio letto equivale al paradiso. Mi godo quella sensazione per un paio di secondi, e poi prendo il libro che ho sopra la scrivania, l'ho preso l'altro giorno dalla stanza degli incontri, non riuscivo più a vivere senza un libro da leggere, sarò malata di bibliofilia, ma non ci posso fare nulla. La bibliofila è l'amore per i libri. Dico sul serio, amo leggere, mi porta in un altro mondo, in cui finalmente riesco a concentrarmi su qualcosa che non sia la mia famiglia, Valeria, o un altro dei miei infiniti problemi.
Comincio a leggere, perdendo totalmente la cognizione del tempo che passa, di tanto in tanto sento un ambulanza partire a sirene spiegate, e poi tornare procurando lo stesso rumore. È incredibile come, nonostante sia chiusa nella mia bolla protettiva di lettura, mi vengano comunque i brividi a causa di quel rumore. Sarà che è una cosa immediata che avviene nel mio corpo, sarà che non mi è mai piaciuto quel rumore, non lo so, so solo che sento i brividi dappertutto nel mio corpo. Immersa nella mia lettura, non mi accorgo nemmeno quando l'acqua smette di scorrere e la porta del bagno si apre, e un Rocco, con i capelli bagnati che gli ricadono sulla fronte scompigliati, con i pettorali belli in vista e solo un asciugamano in vita, esce dalla porta del bagno. Oh cazzo! Anche se sono assolutamente e profondamente arrabbiata con lui, non posso non ammettere che così è fottutamente sexy. Almeno ho la coerenza e la dignità di non mettermi a sbavare, davanti a lui. Nonostante abbia il cuore che va a mille, che mi scoppia nel petto, nonostante abbia la testa che ha una confusione assoluta, faccio finta di nulla e torno con lo sguardo sul libro, non prestandogli assolutamente attenzione. A quanto pare abbiamo avuto la stesso pensiero, infatti prende il suo borsone e torna in bagno.

Dopo aver letto la stessa pagina 10 volte, capisco saggiamente che non riesco a pensare ad altro che a Rocco, il che non va bene, perché io dovrei essere incazzata con lui, no non riuscire a smettere di pensare a lui, che odio cazzo! Appoggio il libro sopra il comodino e mi alzo dal letto, mi avvicino alla finestra, vedo solo il buio, e nient'altro tranne milioni e milioni di puntini bianchi, meglio chiamate stelle, corpi celesti, che potrebbero essere più grandi del sole o più piccole della terra, sta di fatto che noi però le vediamo tutte uguali, e tutte minuscole.
La porta del bagno si apre e io d'istinto mi giro, ora Rocco ha addosso una maglia e un paio di pantaloni della tuta, i capelli però sono ancora bagnati, mi guarda ma non dice nulla, non sarò io la prima a spiccare parola questa è una cosa certa. Torno a guardare fuori, lo sento sospirare, e poi si avvicina a me, lo sento perché il mio cuore risponde alla sua vicinanza, si appoggia alla finestra e guarda fuori. Okay. Torno con lo sguardo rivolto verso fuori
-belle le stelle è? Corpi celesti che bruciano calore ed energia, ma che possono essere viste solo al buio, solo al buio possono splendere, ed essere meravigliose. A volte non ci rendiamo nemmeno conto che siamo come le stelle, senza i nostri momenti bui, senza le nostre giornate no, non potremmo brillare- riflette lui ad altra voce e continuando a guardare fuori, non ricevendo risposta si volta verso di me e mi guarda, sentendo il suo sguardo addosso i volto verso di lui, e incontro così i suoi bellissimi occhi verdi. Devo smetterla
-che c'è? Perché mi guardi così?- mi chiede
-perché odio le persone che si comportano come se non fosse successo nulla- dico io, dicendo la verità, preferisco discutere che far finta di nulla, quello proprio non lo sopporto, è successo okay, affrontiamo il problema.
-dunque affrontarlo come fai te? Ignorandoci? Utile molto utile- dice con un piccolo accenno di ironia, io lo guardo male. Quando i nostri sguardi si incontrano vedo che un angolo della sua bocca si alza leggermente, e sento il mio cuore fare un salto, che a differenza di quello che sembra, e una delle sensazioni più belle che io abbia mai sentito.
-credo che allora sia arrivata l'ora di chiarirci- dico io tornando a guardare fuori
-lo penso anch'io- mi volto verso di lui e lui fa uguale -beh allora è meglio che inizi io, te sei troppo orgogliosa- mi prende in giro scherzando, io alzo gli occhi al cielo e poi torno a guardarlo -scusami se ti ho urlato contro, mi dispiace solo che a volte mi dai sui nervi- mi dice guardandomi negli occhi, io sospiro
-scusami se ti ho mandato a fanculo- gli dico, mi volto verso di lui, trovando già il suo sguardo su di me accenno un sorriso, così fa anche lui. Per una volta metto da parte tutto il mio orgoglio e tutto il resto per fiondarmi tra le sue braccia e farmi abbracciare da quel coglione, che mi avvolge con le sue braccia, chiudo gli occhi e mi lascio abbracciare. Mi sento protetta al sicuro, sono arrivata alla conclusione che questa è la mia sensazione preferita, sì decisamente sì.
-dove sei stata scema?- mi chiede, mentre sono ancora tra le su braccia, alzo la testa per incontrare il suo sguardo
-ma quelli non dovrebbero essere cazzi miei?- chiedo lui sorride scuotendo la testa, io torno ad appoggiare la guancia nel suo petto -ero nella sala d'aspetto abbandonata all'ultimo piano, per colpa tua mi sono fatta il culo quadrato cretino- gli dico spintonandogli il petto leggermente, ma lui mi stringe più forte e non mi lascia andare, mi fa alzare la testa e trovo un Rocco con un sorriso sulle labbra
-allora che si fa sta notte?- mi chiede di routine, io alzo le spalle, non ne ho la più pallida idea, avrei voglia di dormire, ma non ho abbastanza forze per affrontare un incubo sta sera.
Dopo un momento di pausa, mi dice -che ne dici se disegnassi?-

*spazio autrice*
Ho deciso di farvi questo piccolo regalo di Natale, facendo riapacificare Rocco e Carlotta, anche se sappiamo che quei due senza l'altro non vivono.

Comunque ditemi se la storia vi piace, se volete lasciate un commento mi farebbe molto molto piacere, come vi immaginate i personaggi e beh buon Natale a tutti❤

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