41||falò||

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Quando apro la porta della mia stanza, trovo Rocco seduto sul suo letto, ha una chitarra in mano e sta suonando, non sapevo avesse una chitarra, e più di tutto non sapevo che la sapesse suonare così bene per giunta. Questo ragazzo è davvero pieno di sorprese.
Sta suonando una canzone che conosco, è "faded", è una melodia dolce e lieve. Che mi rilassa totalmente, ma allo stesso tempo mi fa sorridere.
Entro nella stanza, chiudendomi la porta alle spalle, cercando di non fare tanto rumore, così che lui non si accorga che sono entrata, così che non smetta di suonare, ma soprattutto per non rovinare le note che sta suonando il mio compagno di stanza. Mi avvicino lentamente al suo letto, quando mi vede mi fa un sorriso, ma subito dopo abbassa lo sguardo e torna a suonare, mentre chiude gli occhi. Suona con leggerezza e maestria, è incredibilmente soave ma ti entra tra le ossa, e non se ne va. Mi siedo difronte a lui, sopra il suo letto, e ascolto la musica che sta creando Rocco. Chiudo gli occhi e dondolo leggermente, seguendo la melodia, la cosa mi rilassa e scaccia via i pensieri negativi. Sento i brividi scorrermi per tutto il corpo.
Quando finisce, riapro gli occhi e mi trovo lo sguardo di Rocco addosso, gli sorrido
-wow- gli dico sempre sorridendo -è incredibile, dico sul serio, sei bravissimo, mi hai fatto venire i brividi cazzo-mi abbraccio da sola, lui alza le spalle ma continuando a sorridere -dove hai imparato?-
-ho imparato quando ero molto piccolo, andando ad un corso che facevano in quegli anni, e se te lo stai chiedendo, no non ho iniziato per fare colpo alle ragazze, non ne ho mai avuto bisogno, con o senza chitarra mi cadevano tutte ai piedi- dice facendo su e giù con le sopracciglia, io gli spintono una spalla guardandolo male, ma alla fine scoppio a ridere -Beh è vero ero un rubacuori io eh, ma ho iniziato a suonare per la mia sorellina, Nicole cantava davvero benissimo e io le facevo da base. Abbiamo iniziato ad andare a lezione, lei di canto e io di chitarra, e quasi ogni sera cantavamo e suonavamo insieme. Quei ricordi sono tra i più importanti che ho, abbiamo passato tanto tempo chiusi in una stanza a lavorare su questa passione, poi quando io e Nicole, ci siamo divisi, ho smesso di andare a lezione e di suonare, lo sai no?- mi chiede, io annuisco perché so di cosa parla. Per me è il disegno per lui è la musica, tutte e due le cose ci ricordano delle persone che abbiamo perso, e che per noi sono ferite aperte, che hanno bisogno di parecchio tempo per rimarginarle.
-ma ho ricominciato, dopo un po' che sono entrato qui dentro, ho ripreso solamente la chitarra in mano, e le note sono venute da sole, nessuno lo sa, tranne te- mi dice sorridendo, io sorrido e arrossisco leggermente. Maledette me e le mie guance.
-allora con Vanessa? Come è andata tutto bene?- mi chiede appoggiando la chitarra dietro di se
-ha preso solo mezzo chilo, la dottoressa diceva che doveva ricominciare a fare i soliti trattamenti, a mangiare sotto controllo, e tutto il resto. Ma sono riuscita, con una grande aiuto da parte di Tatiana, a fare in modo che sia io a controllarla, che mangi, così che non debba fare tutti i trattamenti- dico sorridendo e ricordando quello che è successo mezz'ora fa, e della responsabilità che mi sono presa nei confronti della dottoressa, di Tatiana, ma soprattutto con la salute di Vanessa, che deve stare meglio.
-sono fiero di te bimba- mi dice sorridendo e accarezzandomi una spalla con dolcezza
-grazie- le sorrido, è strano sentirselo dire, infondo sono solamente quattro parole, ma mi scaldano il cuore come poche sanno fare, sarà che nella mia vita le ho sentite poche volte, ma davvero, "sono fiero di te" è un frase che provoca una sensazione, un'emozione dentro che è stupenda.
In quel momento, non so nemmeno io perché, mi passa un'idea per la testa, che non so se si può fare, ma in questo momento, non riesco a pensare ad altro. Il punto è che non ho idea da dove mi sia venuta
-cosa ti gira per la testa?- mi chiede Rocco, io incontro il suo sguardo aggottato, ha un sopracciglio alzato e aspetta la mia risposta. lo guardo confusa -vedo le tue rotelle girare Carly- dice guardandomi negli occhi
-stavo pensando ad una mini pazzia- Vedo gli occhi di Rocco illuminarsi di colpo, lui si avvicina a me curioso, io sorrido -pensavo solo di fare una specie di falò insieme agli altri sul tetto, non so perché mi è venuta questa idea, solo mi è venuta in mente, anche perché è abbastanza impossibile da fare, insomma mica possiamo appiccare un fuoco sopra il tetto di un ospedale- dico alzando le spalle, mentre penso all'intero ospedale che va in fiamme, e capisco che non è per niente una buona idea.
-Beh l'idea di fondo non sarebbe male, ma il fuoco è un problema- dice più a se stesso che a me, come se stesse pensando ad alta voce. Rimane in silenzio per un po', ma alla fine alza la testa di colpo, e vedo i suoi occhi illuminarsi, ha un'idea -usiamo delle torce, non daranno lo stesso effetto di un fuoco, ma sempre meglio di niente, no?- mi chiede, io alzo le spalle, non è il massimo, ma è tutto quello che ci possiamo permettere perciò, va più che bene. Lui sorride -bene allora, io vado da Michael e da Ginevra, te vai da Nicolas e da Vanessa, gli spieghiamo tutto, e poi ci troviamo qui in camera nostra- mi dice, ci alziamo entrambi dal suo letto e usciamo dalla stanza. Io mi avvio verso la camera di Vanessa e di Nicolas, busso e quando sento dire 'avanti' entro
-buonasera amici- dico con un sorriso da un orecchio all'altro, entrando a grandi, o almeno grandi quanto la mia bassezza mi permette, falcate nel stanza dei miei amici.
-buonasera a lei signorina- mi saluta Nicolas, comparendo dietro di me, facendomi prendere un mini infarto. Infatti mi giro e lo guardo male, lui sorride mi prende la mano e mi fa fare una piroetta, ci metto tutta la mia forza di volontà, ma alla fine non posso fare altro che sorridere.
-ciao Carly- mi dice Vanessa sorridendo mentre esce dal bagno, io ricambio il saluto -dimmi che idea hai?- mi chiede subito dopo, incrociando le braccia al petto e aspettando una spiegazione, così facendo attira anche l'attenzione di Nicolas. Che mi rivolge il suo sguardo attento. Io spiego a tutti e due, l'idea del "falò", e loro si ritrovano d'accordo con me, dicendo che comunque altro da fare non avevano, perciò prendono quello che gli occorre e poi andiamo verso la mia camera. Lì troviamo Rocco, Ginevra e Michael, che ci aspettano.

Insieme decidiamo di salire all'ultimo piano e poi sopra il tetto, è lì che metteremo le coperte e faremo il falò.
Io prendo le coperte dall'armadio, e le passo agli altri, questa camera è davvero un disastro ormai c'è davvero di tutto dappertutto, dovremo sistemare prima o poi, più poi che prima. Alla fine usciamo dalla nostra stanza e ci avviamo agli ascensori, senza dare troppo nell'occhio. Rocco fa salire tutti nel tetto, tranne io e Vanessa che andiamo verso il piano di evasione, per procurare il cibo, che mangeremo sul tetto. Quando arriviamo Matilde ci sorride
-ciao ragazze che vi preparo questa sera- ci chiede gentilmente, noi iniziamo a digli un po' di schifezze varie, e mentre lei le prepara, passiamo in rassegna alla parte degli snack, dove prendiamo un po' di tutto. Alla fine quando abbiamo preso tutto, ci avviamo verso il tetto
-ma dove andate con tutta quella roba ragazze?- ci chiede Matilde, noi ci giriamo e la vediamo, ha le mani sui fianchi, e ci guardo con uno sguardo ammonitore. Come per dirci vedete di non combinare guai voi due. Se non fosse per i capelli castani che sono lisci e gli occhi verdi, avrei l'impressione di trovarmi davanti a Molly Weasley. Mi sembra una madre premurosa, che si preoccupa per le sue figlie, e di quello che potrebbero combinare. Al pensiero sento una stretta al cuore, ma la ignoro. Io e Vanessa ci guardiamo negli occhi, io le faccio l'occhiolino e ci capiamo. Torniamo a guardare Matilde e le sorridiamo mentre ci mettiamo un dito sulle labbra, per indicare di fare silenzio, lei ci sorride e ci lascia andare. Insieme andiamo verso il magazzino per salire sul tetto.
Quando gli altri ci vedono arrivare esultano per il cibo che abbiamo in mano, io e Vanessa scoppiamo a ridere e andiamo a sederci nel cerchio che hanno formato con le coperte, che abbiamo portato. Mi accomodo accanto a Rocco e Vanessa si siede vicino a me, e tutti insieme iniziamo a mangiare, mentre chiacchieriamo tutti insieme.
Dopo mezz'oretta siamo tutti con la pancia piena, ho la testa appoggiata alla spalla di Rocco, e sto ridendo per una battuta che ha appena fatto Nicolas
-Ehi raga vi va un po' di musica?- chiede Rocco, io alzo lo sguardo e lo guardo negli occhi, chiedendogli se è sicuro e lui mi fa l'occhiolino mentre sorride, così sorrido e annuisco insieme agli altri, lui prende la chitarra e inizia a suonare, dopo poche note capisco che si tratta di "è sempre bello" di Coez. Appena riconosco la canzone sorrido, e inizio a canticchiarla, gli altri si unisco a me, anche se siamo mezzi stonati, e sappiamo un quarto delle parole della canzone, ci mettiamo a cantare tutti insieme. Mentre dondoliamo a ritmo e ci impegniamo per non scoppiare a ridere.

Sorrido mentre canto una delle canzoni che adoro di più, insieme ai miei amici. Mi guardo intorno e li guardo uno per uno, una autolesionista, un omosessuale, un anoressica, un Malfoy, un dipendente da droga, tutti quanti seduti sul tetto di un ospedale a cantare, mezzi stonati, in una notte piena di stelle, che brillano nel cielo. Alzo gli occhi al cielo e sorrido, chissà se la gente che non c'è più da lì ci vede, e ci sente. Forse sì, oppure loro non stanno lì, ma stanno dentro i nostri cuori, e ci danno la forza di non fermarci, e a volte ci proteggono senza che noi ce ne rendiamo conto. Al pensiero sorrido, e torno con lo sguardo rivolto verso i miei amici. A volte è strano vederci così, infondo tutti noi abbiamo il cuore spezzato, tutti noi abbiamo messo a rischio la nostra vita, a volte anche più di una volta, ma abbiamo sempre avuto il coraggio e la forza di tornare a sorridere. Forse non siamo come la gente fuori, forse non siamo grandi e responsabile come gli adulti e dentro di noi c'è ancora una parte bambina, che ha voglia di scoprire il mondo. Ma siamo adolescenti, e forse non c'è niente di più bello. Certo la nostra età è quella più complicata, perché il non sentirsi abbastanza, ci opprime e a volte ci spinge anche a desiderare di mettere fine alla nostra vita. Ma allo stesso tempo l'adolescenza sono quegli anni che ci ricorderemo per sempre, saranno sempre lì tra i nostri ricordi, e non li dimenticheremo mai. Sono gli anni delle prime volte, delle cazzate e delle pazzie. Sono gli anni che sono indimenticabili, in cui capirci è quasi impossibile. Ma nessuno e dico nessuno sa sorridere, divertirsi, piangere, amare come un adolescente. Perché noi siamo unici. Viviamo di amicizia e di musica. Abbiamo sogni da realizzare, cuori spezzati con ferite che non guariscono e cicatrici che rimarranno per sempre. Siamo semplicemente adolescenti.

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