53||noi adolescenti||

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Quello che mi ha detto ieri Roberto continua a ronzarmi in testa, e ho bisogno di palarne con gli altri. Sono riuscita a dormire pochissimo a causa di questo cavolo di pensiero, ed è un fottuto casino. Non ho idea di come dirlo agli altri, e se dire di sì o di no, è un problema, ecco cos'è. Mi giro verso Rocco che sta ancora dormendo, sorrido e tutti i pensieri sembrano sparire dalla mia testa, gli accarezzo il ciuffo di capelli mori. Ieri sera gli ho spiegato quello che è successo, e lui mi ha detto di non avere paura, che basta discuterne con gli altri. Ragionarci e se non me la sento basterà dire a Roberto che non abbiamo intenzione di farlo. Non potrà obbligarci o ameno è quello che spero.

Mi sento stringere più forte, segno che Rocco si è svegliato
-non volevo svegliarti- gli dico quasi sussurrando, come se alzando la voce questa calma e pace sparisse. Lo vedo sorridere ancora con gli occhi chiusi, gli stampo un bacio sulle labbra, e lui mi ricambia. Quando mi stacco i suoi occhi verdi smeraldo si aprono, sono ancora assonati e sono terribilmente adorabili
-come mai sei già sveglia sono solo le otto e mezza, che succede?- mi chiede accarezzandomi dolcemente la guancia, ma allo stesso tempo sbadigliando. Io mi lascio coccolare dalla sua mano
-niente- dico alla fine, chiudendo gli occhi, se lo guardassi non riuscirei a mentirgli, ma lo sento che mi guarda male comunque, ha capito che non è vero. Odio il fatto che lui mi conosca così bene, e che sia riuscito così in poco tempo ad oltrepassare i muri che mi proteggevano. Non so come cazzo ci sia riuscito. Ma è riuscito a capirmi in così poco tempo, a capirmi come nessuno ha mai fatto. Mi legge dentro, e non si spaventa.
-Carlotta a me non puoi mentire e lo sai- mi dice continuando ad accarezzarmi la guancia, io lo guardo e sospiro
-è per quello che mi ha detto ieri sera Roberto, io non so che fare, e devo parlarne anche con gli altri, e ho una tale confusione in testa che non capisco più nulla, non so più che diavolo fare- dico senza prendere nemmeno fiato, lui mi prende la testa e mi avvicina a lui così da far scontrare le nostre labbra, e mettermi a tacere. Sorrido sulle sue labbra, appoggia la fronte sulla mia
-Ehi tranquilla, andrà tutto bene, insieme ce la faremo, e se l'idea ti preoccupa così tanto, basterà digli di no, come ti ho detto ieri sera, Roberto non può obbligarti a fare nulla- mi dice sorridendomi. Io sorrido e lo bacio nuovamente
-grazie di esserci sempre- gli dico, lui sorride e mi da un bacio a fior di labbra
-ora alziamoci è ora di andare a parlare con gli altri- mi dice, baciandomi la fronte.

Dopo mezz'oretta siamo in piedi, e pronti per fare colazione. Abbiamo già avvisato tutti gli altri, grazie a degli specie di woki toki, che siamo riusciti a procurarci, corrompendo Tatiana. Grazie a questi ora comunichiamo da una stanza all'altra. Ci siamo dati appuntamento al piano di evasione.
Usciamo dalla stanza, il corridoio è ancora abbastanza vuoto, essendo ancora, relativamente, presto. Noi ci avviamo verso l'ultimo piano. Rocco, mentre camminiamo, mi circonda le spalle con il braccio e io mi lascio coccolare, entrati in ascensore gli do un bacio, sulle labbra, che lui approfondisce, io schiudo le labbra e le nostre lingue si incontrano. Sento le farfalle nello stomaco, e sorrido sulle sue labbra. Mi stacco da lui quando le porte dell'ascensore si aprono, Rocco mi guarda male, ma io gli sorrido, lo prendo per mano e lo trasporto all'interno del bar.
Il bar questa mattina è leggermente più pieno del solito, sarà che è sabato mattina, mi ci vuole un attimo per individuare subito Ginevra e Michael seduti su un tavolo, che parlano tra di loro. Io faccio cenno a Rocco, con la testa, lui li individua e mano nella mano andiamo a sederci vicino a loro. Loro ci salutano e continuano a parlare tra di loro. Vanessa e Nicolas arrivano ben dopo dieci minuti, con tutta calma, i soliti ritardatari, si siedono anche loro
-finalmente- dico Michael guardando i due che sono appena arrivati, che gli sorridono, come se nulla fosse, Ginevra scuote la testa, e poi si rivolge a me
-allora che dovevi dirci?- mi chiede, attirando l'attenzioni di tutti su di me, Rocco mi accarezza la gamba da sotto il tavolo e io prendo coraggio
-ieri sera Roberto mi ha convocato nella sala degli incontri, per parlare di quello che mi è successo, e finito il discorso mi ha fatto una proposta, dicendo che aveva idea di creare una specie di Prom, come quelli americani, non so se avete presente, e ha detto che gli serve il nostro aiuto, per organizzare il tutto. Io ho detto che prima volevo parlarne con voi, e che solo dopo gli avrei dato la mia risposta- spiego a tutti, guardandoli mentre mi giro le mani con le mie. Cala un silenzio nel nostro tavolo, sembra che tutti ci stiano pensando
-Beh perché no?- dice Nicolas alzando le spalle
-ma pensaci Nico, questo reparto è per chi ha problemi di depressione, autolesionismo, cyberbullismo, tentato suicidio, anoressia, traumi infantili, problemi con i proprio corpo, come possiamo pensare che dicano sì veniamo ad un ballo, per divertirci. Quando siete entrati qui per la prima volta, avevate voglia di ballare, ridere, divertirvi e cantare? Eravamo tutti a terra e volevamo solo mettere fine alla nostra vita, e non andare a divertirci ad un ballo, non pensate?- chiede Ginevra riferendosi prima a Nicolas, e poi spostando lo sguardo su tutti noi, e ha ragione ecco perché ne volevo parlare con gli altri, anche a me era venuta la stessa paura, insomma noi ormai più o meno stiamo meglio, chi più chi meno. Ma ciò non significa che anche tutti gli altri stiano bene. Non ci possiamo permettere di fare certe cose solo perché noi ora stiamo meglio. Alcuni di noi qui dentro stanno ancora male, come possiamo obbligarli a fare festa.

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