39||speciale||

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Mi tampono dolcemente il viso con l'asciugamano, lo appoggio accanto al lavandino e mi guardo allo specchio, il mio sguardo ricade sulla cicatrice che ho in fronte. La ferita si è rimarginata, ma il taglio era profondo, perciò si vede ancora una leggera cicatrice, rimarrà lì per sempre. La sfioro con i polpastrelli, sospiro a fondo, una nuova cicatrice ad aggiungere a tutte quelle che ho già, sparse in tutto il corpo. Il mio corpo rispecchia perfettamente la mia anima, piena di cicatrici. Un ennesima presa in giro da parte della vita.
Mi circondo la vita con le braccia, e mi abbraccio da sola. Vedermi così davanti allo specchio, è quasi strano, non sembro nemmeno più io, i miei occhi non sono più circondati da profonde occhiaie, i capelli hanno una ricrescita ormai molto marcata, e credo di aver preso anche qualche chiletto, niente di troppo preoccupante. Mi sento quasi bene. Non dico di stare a meraviglia, perché non è vero, ma mi sento meglio di un paio di mesi fa. Sono cambiata davvero tanto da quando sono entrata qui dentro. Distolgo lo sguardo dal mio riflesso ed esco dal bagno. Nella stanza c'è Rocco, già steso nel suo letto e sembra che stia dormendo, così con molta calma, e cercando di non fare troppo rumore, prendo il libro che avevo appoggiato sulla scrivania e mi vado a sedere nel mio letto. Appoggio la schiena al cuscino che è appoggiato alla tastiera del letto e incrocio le gambe, apro il libro e inizio a leggere, ma subito dopo vengo interrotta da una voce.
-non hai sonno?- mi chiede il ragazzo steso nel letto accanto a me, io chiudo il libro lasciando come segnalibro il mio indice, e mi volto verso di lui
-non molto devo dire, ho solo un po' di pensieri per la testa- dico ed è la verità. Non riesco a smettere di pensare a quello che mi ha detto Miranda questa sera, è davvero così che mi vedono gli altri? Pensano davvero questo di me? Che sono una suicida, e che volevo farlo per andare a vedere Valeria? Vanno davvero a criticarmi senza nemmeno sapere quello che mi è successo davvero? Senza sapere nulla di me. Come fanno le persone a prendersi il diritto di giudicare qualcosa che nemmeno conoscono. Insomma perché ascoltare persone che non ne sanno nulla, invece che ascoltare la vera storia. Sono sicura che ora Miranda mi sta facendo passare per quella cattiva, dicendo che lei era solamente venuta a trovarmi, portandomi dei fiori e un adorabile palloncino, e che invece sono io che l'ho mandata via. Il tutto mentre singhiozza, con sguardo da cane bastonato, così che tutti stiano lì a coccolarla, mentre mi dicono su le peggiori cose. Ovviamente.
-per quello che ti ha detto oggi quella?- mi chiede Rocco girandosi nel letto per guardami, distogliendomi dai miei pensieri
-un po'- dico alzando le spalle e voltandomi verso di lui -lo so che sono stupida ad ascoltare le sue parole, solo che non lo so, a volte le parole anche se dette da una stronza pesano-
Rocco si alza dal suo letto e si avvicina al mio, mi toglie il libro di mano e va ad appoggiarlo nella scrivania, poi torna difronte al mio letto, sposta le coperte e si stende accanto a me. Nonostante siano oramai tre settimane e mezzo che dormiamo insieme, nello stesso letto, ogni volta che si stende accanto a me, mi vengono i brividi in tutto il corpo. Non lo posso controllare, è una reazione che mi viene ogni volta. Cosa ci posso fare. Ma lui sembra non accorgersene, oppure fa finta di non accorsene. Mi passa un braccio sotto la testa e mi stringe al suo petto, mentre le nostre gambe già si intrecciano tra loro, io continuo guardare il soffitto, lui mi accarezza la guancia con la mano
-che ti passa per la testa Carly?- mi chiede, il mio sguardo cade sui suoi occhi verdi
-non lo so, solo mi sto chiedendo se è davvero così che la gente mi vede, se davvero pensano di conoscermi e di potermi criticare solo perché sanno come mi chiamo, a volte mi chiedo se è vero quello che dicono, che sono davvero come loro mi descrivono, che sono davvero così superficiale, incoerente insomma se sono davvero così un schifo- dico sospirando, Rocco smette di accarezzarmi la guancia perché la sposta sotto il mio mento e fa in modo che i nostri sguardi si incrocino.

-Carlotta Bianchi tu non sei uno schifo, è il resto della gente che è stupida, che si mette a giudicare la gente senza nemmeno fermarsi a conoscere la sua storia o il suo passato. Tu non sei come loro ti descrivono, tu sei sensibile, dolce, affettuosa, fragile, unica, ma allo stesso tempo forte, determinata, testarda, non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno, razionale ma pazza come nessuno. Tu moriresti per le altre persone, e preferisci prendere 45 coltellate tu, piuttosto che siano gli altri a prenderle. Tu non sei solo Carlotta Bianchi, dentro di te c'è un mondo che va scoperto, va apprezzato. E fidati quando ti dico che sbagliano a non conoscere la vera te, perché sei una persona fantastica Carly, di come ce ne sono poche al mondo- mi dice senza mai smettere di guardarmi negli occhi, mentre io mi perdo nei suoi. Non riesco a parlare, sono come paralizzata, nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere, nessuno aveva mai perso così tanto tempo a conoscermi, nessuno mi aveva mai fatta sentire così unica e importante, nessuno era mai riuscito a descrivermi così. Mi bruciano gli occhi, a causa delle lacrime che vogliono uscire, e così fanno, iniziano a scorrere sul mio volto senza fermarsi, bagnandomi le guance
-ho detto qualcosa di sbagliato?- mi chiede Rocco preoccupato, io sorrido e scuoto la testa -e allora perché piangi?-
-sono felice di essere la tua compagna di stanza, grazie di sopportarmi ogni giorno, grazie di essere sempre al mio fianco, grazie di essere semplicemente tu- gli dico sorridendo e fiondandomi tra le sue braccia, che oramai riconosco come casa, è il luogo in cui mi sento bene, in cui mi sento giusta, in cui mi sento abbastanza per fare tutto. Rocco mi stringe forte e mi bacia la testa dolcemente, io chiudo gli occhi beandomi di quella sensazione meravigliosa. Dopo un po' alzo la testa per incrociare il suo sguardo che è già posato su di me
-che c'è?- gli chiedo sorridendo, lui mi sposta un ciuffo dietro l'orecchio e nel farlo mi accarezza la guancia, sento una scia di brividi scendermi per la schiena, e mi si chiudono gli occhi d'istinto. Quando li riapro, Rocco mi sta ancora guardando, mentre sorride -allora?- lui ancora non mi risponde, alla fine sospira chiudendo gli occhi, quando li riapre mi sorride
-nulla di importante-
-sicuro?- gli chiedo, lui annuisce e mi stringe nuovamente al suo petto, e appoggia il mento sulla mia testa. Io sospiro, non capirò mai questo maledetto ragazzo, al pensiero di questa cosa sorrido e chiudo gli occhi.

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