48||non mi basti mai||

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Quando abbiamo finito di mangiare, mi alzo dal tavolo e prendo per mano la mia sorellina e mi avvio verso gli ascensori mentre Rocco le tiene l'altra mano, Azzurra saltella felice. Io sorrido al mio compagno di stanza e lui mi ricambia.
Saliamo in ascensore tutti insieme, e scendiamo al nostro piano. Fortunatamente gli ascensori di questo ospedale sono abbastanza grandi, così che possiamo starci tutti senza doverci schiacciare tra di noi. Le porte si aprono, e io lo ringrazio come ogni volta, di non essersi fermato e mi avvio verso la mia camera, insieme a Rocco, Ele e Azzurra, mentre gli altri si dileguano nelle loro camere.
Apro la porta della mia stanza e vedo Michele seduto sulla scrivania intento a guardare il telefono, quando sente la porta aprirsi ci sorride e vedo i suoi occhi marroni illuminarsi.
-siete arrivati- dice con un sorriso, Rocco gli si avvicina e i due migliori amici si abbracciano, come se fossero due fratelli che non si vedono da tanto tempo, e che finalmente si rivedono.
Io sorrido difronte alla scena, mentre la mia sorellina va a sedersi sul mio letto sorridendo, e si mette a guardarsi intorno. Ele mi si avvicina e mi circonda le spalle con un suo braccio
-era da tanto che non ti vedevo sorridere così- mi dice, io sorrido e incontro i suoi occhi, alzo le spalle e torno a guardare di fronte a me. Michele e Rocco parlano tra di loro, mentre Azzurra è intenta ad accendersi la televisione per vedersi i cartoni.
Sento un debole calore che mi si espande nel petto, perché qui mi sento al posto giusto. Qui mi sento abbastanza, ora so che anch'io sono giusta e abbastanza forte per questa vita. Sensazione che non sento da troppo tempo, e che ora è tornata dentro di me, e mi fa sorridere. Non so cosa sia successo in così poco tempo da cambiarmi così tanto, ma mi piace, mi piace la nuova me. Quella che era rimasta nascosta per troppo tempo, sono felice che sia tornata, e questa volta per davvero.
-allora mi spieghi che cosa è successo?- mi chiede Samuele ancora accanto a me, io gli rivolgo il mio sguardo, e sospiro
-mio padre l'altro giorno è venuto da me, e ha cominciato a dirmi che dovevo andarmene dall'ospedale, che dovevo tornare a casa con lui, ma io non volevo, ovviamente, allora ha preso a stringermi il polso da lasciarmi il livido- senza che me ne renda conto mi accarezzo il polso, dove lui mi aveva stretto, e rabbrividisco -e alla fine mi ha detto che a procurarmi i lividi, la slogatura e la cicatrice- mi indico la fronte -me le ha procurate lui io ho sentito il mondo cadermi addosso, ho sentito andare tutto a pezzi, tutto a puttane. Ho passato tre giorni senza dire nulla, senza mangiare, senza alzarmi dal letto. Anche respirare faceva male, tutto faceva male. Finché non ho fatto un sogno, mio padre che picchiava Azzurra- dico mentre rabbrividisco al pensiero di quel sogno, ma continuo, perché è il mio migliore amico, perciò prendo un respiro profondo e continuo -quando mi sono svegliata sono scoppiata e mi sono tagliata, era troppo tardi quando mi sono accorta cosa mi stava succedendo, non ce l'ho fatta a fermarmi- dico abbassando gli occhi sulla fasciatura sul mio polso e la accarezzo dolcemente, ma poi rincontro lo sguardo del mio migliore amico e gli sorrido -mi ha trovato Rocco che ha chiamato Tatiana, lei è arrivata subito e mi ha medicato, poi mi sono addormentata, quando mi sono svegliata Rocco era accanto a me, mi ha sempre tenuto la mano, non mi aveva mai lasciata, mi è sempre rimasto accanto. Appena svegliata gli ho detto che non lo meritavo e che poteva andare dove voleva e non rimanere qui a tenere a bada un problematica come me, e lui mi ha risposto dicendomi tutto quello che provava per me, e niente ci siamo baciati.
-Ora sento che qui dentro va meglio, sento che finalmente c'è amore, e forse questa è la volta buona che ce la faccio- dico sorridendo indicando il mio cuore.

Il mio migliore amico sorride e mi abbraccia stringendomi al suo petto, e io sento il profumo di infanzia, di quando mi sbucciavo il ginocchio e Ele mi baciava dove mi ero fatta male, e poi mi abbracciava dicendomi che sarebbe passato tutto, e io ci credevo sempre. Nonostante siano passati anni, io e lui non siamo cambiati siamo ancora qui, e ce la possiamo fare.
Quando mi stacco da lui incrocio il suo sguardo mi sorride, e così fa anche lui, perché sappiamo che in queste occasione, le parole sono solo fiato perso, perciò preferiamo non dire nulla, ed è per questo che Ele è il mio migliore amico. Perché capisce come sto senza che io gli dica nulla.
-e tu che mi dici?- lo guardo con un sorriso malizioso, lui mi lancia uno sguardo innocente -non fare il finto tonto cretino, vi ho visto oggi, non me la conti giusta- gli dico spintonandogli una spalla
-non so di cosa parli- mi dice sorridendo, e lo conosco quel sorriso, è quello che dice che in verità c'è un mondo dietro ma faccio finta di nulla
-sei un cretino- gli dico ridendo, dandogli un altra spinta
-okay okay okay va bene, te lo dico stronzetta, ci parliamo più spesso, ecco cosa- dice facendo spallucce, come se non gli fregasse nulla, anche se so che in verità per lui è una cose molto importante
-e tu me lo dici così, cretino- gli dico sorridendogli, e lui mi ricambia con un sorriso furbo, alzando le spalle. In questo momento è un fottuto bambino piccolo, adorabile ma da strozzare, lo odio quando fa così.
Così lo guardo male
-tanto lo so che mi adori tesoro- mi dice sorridendo, e io alzo gli occhi al cielo e lo guardo male, mentre lui sorride, e non possi trattenermi da ricambiargli subito.

Ad interromperci è Michele, che mi si avvicina
-mi ero quasi dimenticata di salutare questa signorina- esclama per poi sollevarmi in un abbraccio, io faccio una mini risata e gli schiaffeggio una spalla
-idiota- gli dico ridendo, mentre Rocco si avvina, mi prende tra le braccia del suo migliore amico e mi posa per terra, come se fossi un sacco di patate da spostare da una persona ad un altra, io lo guardo male e lui mi posa un bacio sulla testa che mi fa sorridere, mentre mi circonda i fianchi con le braccia e mi stringe forte.
-tranquillo non te la rubo amico- dice Michele stringendo una spalla a Rocco ma facendo un occhiolino a me, io scoppio a ridere, mentre Rocco gli manda uno sguardo d'intesa. Io gli poso una mano sotto il mento e faccio in modo che mi guardi, così che possa stampagli un bacio a fior di labbra
-siete disgustosi- dice il mio migliore amico, mentre Michele, ritrovandosi d'accordo gli batte il cinque sorridendo. Io guardo male tutti e due, e loro scoppiano a ridere, compreso il ragazzo accanto a me, e alla fine sorrido anch'io.
Ci fermiamo a parlare ancora per un po', parlando un po' di tutto, passando da momenti seri a momenti in cui non riusciamo a smettere di ridere. Finché Samuele non guarda l'ora sul orologio e dice ad Azzurra, che nel frattempo si è fatta una scorpacciata di cartoni, che è arrivata l'ora di tornare a casa. Così lei salta giù dal letto e mi corre incontro, io la prendo in braccio e me la stringo al petto con fare protettivo
-ci vediamo dopodomani piccolina- le sussurro all'orecchio mentre lei mi stringe forte, sorrido e poi la lascio andare, lei abbraccia anche Rocco, che come sempre la stringe forte e la saluta dandole un bacio sulla testa.
A volte la mia mente immagina Nicole, e mi rendo conto di quanto sarebbe fortunata ad avere un fratello come Rocco, e mi rendo conto di quanto possa essere stronzo il padre ad averli sparati così definitivamente, senza che si potessero nemmeno salutare o tenere in contatto. Non riesco a capacitarmi di una cosa del genere.
Saluto Ele abbracciandolo, mentre lui mi posa un dolce bacio tra i capelli e mi stringe al suo petto, Quanto posso adorare il mio migliore amico? Non ci sono confini, è mio fratello, senza di lui non so cosa farei dico sul serio. Alla fine quando tutti e tre escono dalla nostra stanza, Rocco mi abbraccia i fianchi, le nostre labbra si sfiorano
-finalmente io e te- mi dice con una voce dolce e con un sorriso meraviglioso sulle labbra. Io gli sorrido
-dovrai aspettare ancora un po', ho un urgente bisogno di parlare con Vanessa, devo capire cosa sta succedendo tra lei e il mio migliore amico- gli dico, fa il broncio, è così carino, che non posso fare a meno di baciarlo. Subito dopo mi stacco e mi avvio verso la porta, ma lui mi prende di nuovo per il polso e mi ruba un altro bacio
-non mi basti mai- mi sussurra sulle labbra, io sorrido e gli do un altro bacio, per poi uscire definitivamente da quella stanza, con un sorriso stampato sulle labbra.

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