27||tre amiche||

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A svegliarmi è la luce che penetra dalla finestra, per come splende il sole oggi deve essere una giornata molto solare, apro lentamente gli occhi, e li stropiccio, provo a muovermi ma mi rendo conto di essere imprigionata tra le braccia di qualcuno, e quel qualcuno è Rocco. I ricordi di ieri sera mi riaffiorano la mente e io faccio un sorriso da deficiente
-perché sorridi stupida?- mi chiede una voce dietro di me, mi giro verso di Rocco, ha ancora gli occhi chiusi che apre lentamente, lasciandosi intravedere il loro colore verde.
Quando mi vede sorride, e io mi sento definitivamente morire. Questo ragazzo è qualcosa di unico, dico sul serio ha un sorriso che mi fa tremare le gambe. Non dovrei pensare questo lo so, perché io e Rocco siamo solo amici lo so, ma credo di iniziare a sentire qualcosa per lui e quel qualcosa non è amicizia, proprio no. E non va bene, odio essere innamorata di qualcuno mi fa sentire dipendente da una persona, ma io ho imparato a salvarmi da sola, non ho bisogno di nessuno, me la so cavare da sola. Io non sono così ero così, ma sono cambiata sono più forte, ho mura attorno al mio cuore, che ieri sera si sono mezze distrutte e che devo ricostruire non posso stare così scoperta per tanto tempo. Arrossisco istantaneamente, odio avere questo effetto
-sei carina quando arrossisci- mi dice Rocco, io arrossisco ancora di più, e lui spalanca gli occhi come solo allora capisse che l'ha detto ad alta voce. Io sorrido perché lo vedo in imbarazzo, e lui si gratta la testa.
Rocco smettila di farmi questo effetto, o finirò per impazzire. Ci penso e mi rendo conto che, Rocco ha mantenuto la sua promessa, questa notte non ho fatto incubi, ho dormito tranquillamente. Non ci riuscivo da due anni a questa parte, è fantastico, mi sento riposata e finalmente leggermente più leggera. Alzo lo sguardo e lo guardo
-che c'è?- mi chiede
-abbiamo dormito Rocco, abbiamo dormito, non ho avuto incubi-  dico entusiasta, lui sorride e mi stringe al suo petto. Io ispiro a fondo e annuso tutto il suo profumo, che è una fottuta droga. Mi piace stare tra le sue braccia.
-te l'avevo detto che ce l'avremo fatta- mi dice il mio compagno di stanza baciandomi tra i capelli, io mi godo quella sensazione, finché posso.

*************

Guardo Vanessa, che mi sorride appena incontra il mio sguardo. Siamo al piano di evasioni sedute su un tavolo, Matilde si è appena segnata la nostra ordinazione. Ho ordinato anche per Ginevra, che dovrebbe arrivare, le abbiamo chiesto se voleva venire, lei ci ha risposto che non aveva bisogno di aiuto, o di compassione, io ho detto che era solo una colazione lei ha alzato le spalle e ha detto che ci avrebbe raggiunto. Abbiamo deciso di fare colazione qui, visto che come sempre il cibo dell'ospedale non mi andava. Io guarda Vanessa, lei sembra leggermi nel pensiero perché capisce che ho da digli qualcosa
-te vuoi raccontarmi una cosa, e io la voglio ascoltare- mi dice tutta entusiasta. E ha ragione stranamente da quello che pensavo, voglio davvero raccontare a qualcuno quello che mi sta succedendo, ho bisogno di parlarne con qualcuno, ed è molto strano, da quando è morta Valeria non mi sono più aperta davvero con nessuno. E sentire il bisogno di raccontare quello che sento a qualcuno è strano. Non so che significhi, ma stranamente per una sacrosanta volta non ho paura di farlo.
-niente di che, tranne per il fatto che questa notte ho dormito..- gli dico facendo cerchi immaginari sul tavolo
-aspe aspe ma tu non mi avevi detto che non dormi per i tuoi odiosi incubi?- io annuisco facendo un piccolo sorriso -e allora com'è possibile?- mi chiede curiosa
-perché ho dormito nello stesso letto di Rocco- le dico, lei sgrana gli occhi
-oh mio dio. Oh cazzo! Seria? Mado io lo sapevo, lo sapevo è dal primo giorno che vi ho visto insieme che dicevo vi sareste messi insieme...- comincia ad esultare lei, mentre io scuoto la testa
-Vane...- la richiamo ma lei non mi ascolta e continua il suo discorso
-dobbiamo creare una ship assolutamente, come potrebbe essere? Mmm Carlocco, non mi piace, Cacco, sembra una merda, uhh ci sono Rotta, non è male...-
-Vane...- la richiamo nuovamente, lei finalmente incrocia il mio sguardo
-che c'è non ti piace?- mi chiede sorridendo al settimo cielo, come se stesse già vedendo me e Rocco, con una villetta, tre figli, due gatti e un cane
-io e Rocco non stiamo insieme- le dico, lei mi guarda con occhi sgranati
-stai scherzando? Cazzo Carly avete dormito insieme, nello stesso letto comprendi? Quando avete dei problemi siete uno vicino all'altra, vi salvate a vicenda, e poi tu vieni a dirmi che non state insieme? Ma dai Carly- mi dice alzando un sopracciglio, io alzo gli occhi al cielo e poi torno a guardarla come per dirle 'seria?' e lei mi guarda alzando le sopracciglia come per dire 'non è ovvio?', io sospiro
-dai Vane, è impossibile, e lo sai, tanto io a lui non piaccio, guardami come può sopportare una ragazza problematica come me? Io non sono quel tipo di ragazza che potrebbe piacere a qualcuno, insomma che cavolo chi riesce a sopportarmi?- le dico incrociando le braccia e appoggiandoci la testa sopra, lei mi sorride comprensiva
-Carly ma non lo vedi come ti guarda? Ti mangia con gli occhi. Ma dai, Rocco Donati, non è innamorato di te è pazzo di te Carlotta-
-ha ragione- dice una voce dietro di me, mi giro, ed è Ginevra, io le sorrido
-Ciao Ginevra- le si avvicina e si siede accanto a me e si rivolge a me
-dico sul serio Carlotta, ti ho visto ieri per la prima volta, e ho già capito che a lui, te piaci e a te lui piace, ma tutti e due non avete il coraggio di dirvelo- dice guardandomi, con lo sguardo ancora abbastanza assente, so che le manca Rebecca, non è semplice affrontare una morte improvvisa di una persona importante.
-secondo me siete tutte e due fuori di testa- dico io appoggiando i gomiti sul tavolo, e appoggiandoci sopra la testa, Vanessa e Ginevra si guardano nello stesso momento, e scuotono la testa. Matilde arriva con le nostre ordinazioni, quando mi appoggia davanti il mio latte caldo e la mia brioche al cioccolato la ringrazio, molto probabilmente se non fosse per lei e Giovanni, sarei morta di fame qui dentro.
Vanessa mi rivolge uno sguardo
-perché non ci credi Carlotta? Non potrebbe essere più evidente- mi dice, sincera, capisco che se non le racconto che cosa è successo davvero forse non capirà mai. È arrivata l'ora di far vedere una parte di me a queste due ragazze, loro con me hanno condiviso cose, che non si vanno a dire e non si condividono con chiunque, è arrivata anche la mia ora. Sospiro a fondo, chiudo gli occhi e poi li riapro
-non riesco a crederci, perché la mia ultima storia, non è stata una delle migliori, diciamo che è finita un po' brutalmente, io lo amavo e lui mi ha piantato di colpo dicendo che non mi amava più,e cazzate del genere - vedo Vanessa sussultare e so perché, la mia relazione e niente in confronto alla sua, non è giusto che io mi lamenti per una cosa che ha poco conto.
-ma almeno lì con me avevo la mia migliore amica accanto che mi ha dato la forza di ricominciare, ma ora lei non è più qui con me- dico io stringendo i pugni sotto il tavolo, e impiantando le unghie nei palmi
-che cos'è successo alla tua migliore amica?- chiede Ginevra, Vanessa le lancia uno sguardo, oramai sa che parlare di Valeria per me è impossibile. Io sorrido a Vane in segno di ringraziamento. Poi mi volto verso Ginevra
-diciamo solo che è uno dei tanti perché che hanno causato questo- le dico facendole vedere i polsi, lei prima guarda le fasciature e poi alza il viso, incontrando il mio sguardo, ma non dice niente. Sono felice che non dica nulla, che rimanga impassibile, perché di solito le persone o ti guardano con uno sguardo dispiaciuto oppure dicono che gli dispiace, compassione, non fa proprio per me. Finiamo di far colazione, discutendo su argomenti come i nostri voti a scuola, oppure su altre cose, ma tutte che non vanno tanto a fondo nel passato di una persona. Così almeno per una volta possiamo sembrare tre amiche che si incontrano in un bar, senza doversi ricordare che in fondo siamo due autolesioniste e un'anoressica. Mi piace, dovremmo farlo più spesso.

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