46||farsi ascoltare da amiche||

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Stretta al petto di Rocco, sorrido. Guardo le nostre mani che si intrecciano, e lui mi bacia la testa. Se questo è il paradiso potrei abituarmici, dico davvero, mi piace stare così abbracciata a lui. Mi sento in una bolla protetta, sembra tutto perfetto, e forse ora lo è davvero. Pensare che ho sognato così tante volte questo momento, che ora che lo sto vivendo mi fa quasi paura. Ho paura che tutto questo sia solo un sogno, che tra un po' mi sveglierò e cadrò in un incubo. Spero con tutta me stessa che questo non sia un sogno, perché sul serio mi sento davvero bene ora, mi sento giusta, perfetta e amata. E questa fottuta emozione mi piace un sacco, e non voglio che se ne vada. Metto a tacere la mia testa e mi godo la sensazione di protezione che mi da il ragazzo accanto a me, e sorrido.
Alzo la testa per guardarlo, e incontro i suoi occhi verdi, che ora so che mi amano, sorride e mi da una dolce bacio. Non mi ci abituerò mai, ogni bacio sembra il primo. Mi piace così tanto.
Mi guarda negli occhi sorridendo
-a che pensi?- mi chiede, io gli sorrido, perché è una delle poche persone che capisce sempre quando penso a qualcosa
-stavo pensando a quanto mi piace stare così- gli sorrido, e finalmente posso digli davvero quello a cui sto pensando, senza dovermi nascondere, lui sorride e mi bacia la fronte
-hai ancora quel peso che ti comprime il petto, e non ti lascia respirare?- mi chiede guardandomi, io distolgo lo sguardo, il peso sul mio petto si è di certo diminuito ma di sicuro non è scomparso, continua ad esserci una parte di me distrutta e ammaccata a causa di quello che è successo. Lui mi mette due dita sotto il mento costringendomi a guardarlo, lo fa sempre. Io incontro i suoi occhi verdi, sono preoccupati
-ho solo paura di quello che può fare ad Azzurra- gli dico sospirando, lui mi da una leggero bacio sulle labbra -ho paura che le accada quello che è accaduto a me, non voglio che soffra, è ancora così piccola e ingenua, non se lo merita cazzo, lo odio, odio quello che mi ha fatto, per come mi ha ridotto e per come può ridurre mia sorella- al pensiero di Azzurra che soffre una lacrima solitaria mi scende per la guancia, Rocco si affretta ad asciugarla con il suo pollice, mi stringe più forte
-vorrei averlo ucciso quel pomeriggio, non ti meriti tutto questo- mi dice e vedo i suoi occhi incupirsi leggermente, io gli accarezzo una guancia e mi appoggio al suo petto lasciandomi stringere
-perché deve essere sempre così complicato?- chiedo
-non lo so bimba, non lo so- dice Rocco stringendomi forte e appoggiando il suo mento sulla mia testa, io sospiro. Odio questa situazione del cazzo. Ma mi lascio coccolare dal mio compagno di stanza.

Dopo un po' di tempo passato a coccolarci, sentiamo la porta aprirsi di colpo, due ragazze entrano precipitosamente nella mia stanza, una molto magra dai capelli biondi, l'altra invece è mora. Ma le loro facce sono identiche, affannate dalla corse che sembrano aver fatto e preoccupate a causa mia. Dietro di loro ci sono due ragazzi, uno moro e l'altro biondo platino, anche loro affannati dalla corsa per seguire le loro rispettive compagne di stanza.
-Carly abbiamo appena saputo, stai...- la prima a parlare è Vanessa, che appena vede me e Rocco sdraiati sullo stesso letto e con le mani intrecciate, da preoccupato il suo viso si fa confuso, io sorrido e la guardo mentre Ginevra, presa dalla mini corsa le va a finire addosso, io ridacchio sommessamente
-Vanessa perché cazzo ti sei fermata me lo spieghi?- chiede la ragazza mora, guardandola confusa, Vanessa è ancora imbambolata a guardare noi due, Ginevra sbuffa e segue il suo sguardo, appena ci vede, un sorriso malizioso compare tra le sue labbra
-bene bene bene, ma cosa abbiamo qui?- mi chiede Ginevra incrociando le braccia sorridendo, Vane risvegliandosi da una specie di trans, mi guarda sorridendo, io le ricambio subito
-vi lascio sole- mi sussurra Rocco stampandomi un dolce bacio sulla guancia, per poi alzarsi dal mio letto e uscire con Michael e Nicolas, mentre parlottano tra loro.
Quando chiudono la porta, le miei due amiche mi assalgono di domande, di cui non riesco a capirne neanche mezza parola
-ragazze zitte vi prego mi scoppia la testa- dico io ridacchiando, le due si zittiscono di colpo -ora va meglio, allora che volete sapere?- le chiedo guardandole, si rivolgono uno sguardo, alla fine tornano a guardarmi
-tutto?- dico all'unisono, io sorrido, lo sapevo.
Così inizio a raccontare loro tutto quello che è successo, senza tralasciare nemmeno un dettaglio, gli dico tutto sorridendo, e mi sento bene, riesco finalmente a raccontare loro tutto quello che è successo, iniziando dal pomeriggio in cui mio padre è venuto a trovarmi, e wow, mi ero scordata questa sensazione di potersi confidare con altre persone, altre persone che io chiamo amici. Le guardo mentre mi ascoltano, e mi guardano sorridenti e piene di entusiasmo.
Alla fine mi zittisco e sorrido, loro mi guardano confuse
-perché ti sei fermata?- mi chiede Ginevra, alzando un sopracciglio, io sorrido
-è solo che vedervi così che mi ascoltate con attenzione mi fa sorridere, mi ero dimenticata com'era farsi ascoltare da amiche, parlare confrontarsi con delle amiche, e mi è mancato- dico sorridendo perché è la verità, le due sorridono di colpo e si buttano addosso a me, abbracciandomi.
Io sento un leggero dolore, a causa della mia debolezza, ma sorrido, sorrido perché forse ho trovato due amiche.
-vi voglio bene raga- esclama Vanessa, mentre siamo ancora abbracciate, e io sorrido, perché anch'io le voglio bene.
Rimaniamo abbracciate per un po' a ridere, di cazzate, finché Ginevra non dice
-Carlotta- io mi giro per guardarla, e quando incontro i suoi occhi scuri, gli occhi più scuri che io abbia mai visto, non si capisce nemmeno quando inizia la pupilla, sembrano quasi neri. Ma a contrario di quel che dicono i suoi occhi, il suo sorrido esprime solo felicità. -comunque te l'avevamo detto- dice sorridendo trionfante, perché sa di avere ragione

Sia Ginevra che Vanessa, mi hanno detto tante volte che stavamo solo perdendo tempo, e che davvero lui era innamorato di me. Ma non le ho mai credute, ma che ci posso fare sono testarda, e mi fido poco delle persone, soprattutto quando si parla di amore.
Io la guardo e sorrido
-si avevate ragione, se fossimo stati meno testardi, avremo capito di piacerci ancora tanto tempo fa, ma siamo così, e come dice bene, non ricordo chi, se è destinato a raggiungerci, troverà sempre il modo di farlo- dico io abbracciando le mie due amiche mentre sorrido.
Forse per chiunque altro, sarebbe una cosa normale, ma per me sentirmi così, è strano, incredibile. Ma ho paura, paura che tutto ciò possa finire di nuovo e non riesco a pensare ad altro.
So che dovrei godermi il momento ma davvero non ce la faccio, perché ho paura che tutto ciò sparisco di nuovo e che i mi ritrovi da sola e abbandonata di nuovo.
E questa volta so che se accade non ci rimango viva, non questa volta è l'ultima. Perché ora il mio cuore non è più protetto e sta diventando dipendente dall'amore, dall'amicizia e dalla felicità. Soprattutto dalla felicità.

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