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Due anni e mezzo dopo

Esco di casa con due piatti pieni di cibo, li appoggio sul tavolo in veranda e sorrido alla mia sorellina e al mio fidanzato, che mi stavano aspettando. Alzo lo sguardo un momento e guardo la meraviglia di colori che mi si presenta davanti, il sole sta sorgendo, e il cielo è un insieme di più colori, che sono tutti esattamente rispecchiati nell'acqua del mare, che brilla. Non smetterò mai di meravigliarmi di quella vista, la vedrò sempre come se fosse la prima volta, riesce sempre a lasciarmi senza fiato.
Mi siedo e inizio a mangiare quello che abbiamo preparato io e Azzurra, insieme, per la colazione.

Sono cambiate tante cose da quando siamo usciti dall'ospedale.
Da quel giorno, io e Rocco, abbiamo deciso che eravamo ancora troppo giovani per poter andare a vivere da soli, perciò ci siamo messi d'accordo, io ho vissuto un per un bel periodo con i miei nonni, che mi hanno accolta dicendo che per loro non c'era nessun problema e che anzi erano felici di avermi lì con loro. Ho cercato di aiutare con le spese, come potevo, ho lavorato in un bar, dopo la scuola. Così da contribuire anche io, nel mio piccolo. Mentre Rocco ha cercato di riallacciare i rapporti con sua madre, e ha iniziato l'università. Continuavamo a vederci il più possibile, quando scuola e altri impegni, permettevano. E inoltre ogni mese dovevamo farci vedere, in ospedale, per i vari controlli e per fare una chiacchierata con uno psicologo, che mi ha davvero aiutata, il signor Luca Silvestri, uno psicologo, non uno strizzacervelli. Mi ha insegnato la differenza tra i due, oltre a mille altre cose che mi porto dentro tutt'ora e che mi hanno fatto vedere la vita in modo diverso. Grazie a lui sono cresciuta, o meglio maturata molto. Pensavo che da sola sarei riuscita ad affrontare un problema come l'autolesionismo, ma non è così, pensavo di aver affrontato il problema, ma così non era, continuavo ad avere incubi quando Rocco non dormiva con me, che mi facevano stare molto male. Ma grazie a Luca sono riuscita ad affrontare la morte di Valeria, e ora il suo ricordo non mi fa più male, ma so che è accanto a me. So che non esiste problema tanto grande da dare togliermi la vita, che tutto in un modo o nell'altro si risolve. Ho imparato a cercare la felicità nelle piccole cose, e a guardare il mondo con occhi diversi, come se fosse la prima volta che lo vedo. Sono riuscita ad affrontare il problema e a superarlo.
Il periodo in cui io e Rocco siamo stati "lontani", credo sia servito ad entrambi. Non c'eravamo resi conto di quanto eravamo dipendevano l'uno dall'altra, e la lontananza ci ha fatto evitare di farci del male a vicenda. Ci siamo resi conto che essere in una relazione significava supportarsi a vicenda, aiutarsi, esserci l'uno per l'altra, amarsi, ma non dipendere, perché abbiamo imparato entrambi che la dipendenza non è mai una buona cosa. Ne siamo usciti ancora migliori, io continuo ad amarlo. Ora mi sento forte, sento che ho io le redini della mia vita, che sono io a decidere. Certo ho bisogno di Rocco nella mia vita, ma non dipendo da lui.
Appena abbiamo finito gli incontri con il dottor. Luca, e eravamo entrambi abbastanza maturi da poter andare a vivere assieme, abbiamo deciso di fare le valigie, prendere Azzurra con noi e ci siamo trasferiti qui, avevamo bisogno di cambiare vita, ricominciare da capo, e così abbiamo fatto. Ci siamo comprati una casa proprio difronte al mare, e ora viviamo qui, stiamo cercando di creare un azienda che affitta appartamenti per le vacanze estive, e sembra che le cose non vadano poi così male. Di certo non abbiamo il pieno, ma già alcune persone hanno iniziato a chiedere l'affitto.
Azzurra va a scuola qui ora, e non ha avuto problemi nel farsi degli amici. Le ho spiegato che io non sono davvero sua sorella, e che in realtà sono stata adottata, ma ha detto che non le importa se nelle mie e nelle sue vene non scorre lo stesso sangue, l'importante è che io c'ero quando lei aveva bisogno, ed è proprio quello che avrebbe fatto una sorelle. Potremmo non essere vere sorelle, ma in quel momento sono stata molto fiera di lei, come una sorella maggiore.
I nostri genitori non li abbiamo ne visti ne sentiti, ho ancora il timore che prima o poi torneranno, ma per ora continuo a sperare di no. Se non fosse per nonna, che viene a trovarci due volte al mese, per vedere come stiamo e se va tutto bene, non sapremmo nemmeno se sono ancora vivi oppure no. Ma la cosa non da problemi ne a me, e a quanto sembra nemmeno a Azzurra, ci siamo ricostruite una vita in un luogo che amiamo, e sembra che per una volta vada tutto bene, noi stiamo bene.
Le cose tra me e Rocco vanno benissimo, io lo amo come due anni e mezzo fa, se non di più. Non abbiamo ancora in programma di sposarci, ma infondo abbiamo rispettivamente solo 22 anni e 20 anni. Siamo giovani, abbiamo ancora tutta la vita davanti, e io spero di passarla tutta insieme a Rocco. Può sembrare una cosa grande, ma non riesco più ad immaginare una vita senza di lui.
Come avevamo promesso, con gli altri continuiamo a sentirci, devo dire che è più difficile non avere le mie due amiche sempre vicino a me, e il mio migliore amico lontano da me. Ma ci sentiamo almeno 3 volte a settimana, tramite chiamata o videochat. E questi me li fanno sentire molto più vicini.
E poi hanno promesso di venire da noi oggi, per rimare due tre giorni qui. Per quello che mi ha scritto Ginevra, dice che Michael e lei sono in viaggio, mentre Ele mi ha detto che devono ancora partire a causa di Vanessa che ci mette sempre un sacco di tempo, quei due sono davvero fatti l'uno per l'altra.
Mentre Nicolas dice che sta arrivando con Jack, il suo fidanzato, quel ragazzo che quando eravamo in ospedale, faceva il via vai dalla camera dei miei due amici. Sono felice per lui, perché ha il diritto di essere felice come tutti noi.

Faccio colazione che le due persone più importanti della mia vita, mentre il sole sorge difronte a noi. Una volta che non ha più nulla sul piatto, Azzurra mi chiede se può alzarsi per andare a giocare, io sorrido e annuisco. Lei si alza dalla tavola in veranda ed entra in casa saltellando allegra. Non ho mai visto Azzurra così felice, mai. E sapere che sarà sempre così, mi riempie il cuore di felicità, ha passato tanti anni piangendo e non trovando mai pace, ora è giusto che si goda davvero la sua infanzia e la sua vita.
Mi guardo l'avambraccio e sorrido vedendo il tatuaggio, come avevo promesso a me stessa c'è il disegno di un acchiappa sogni, quando il tatuatore mi ha chiesto perché volevo farmelo, inizialmente ho esitato, ha ancora alcune difficoltà ad aprirmi con le altre persone, ma ho preso un bel respiro e gli ho spiegato il perché, dicendogli che ne avevo uno nella casa al mare, in cui andavo da piccola, perciò indica la mia infanzia, la felicità e i sogni. E queste tre cose sono collegate a cose nella mia vita. Il tatuatore mi ha sorriso e ha iniziato a segnare sulla mia pelle.
Scuoto la testa e guardo il mio fidanzato, che mi stava già guardando, quando incontro i suoi occhi verdi, che anche dopo due anni continuano a farmi sussultare e venire i brividi insieme, batte le sue mani sulle gambe, per invitarmi a sedermi lì, e a me non serve altro per alzarmi e andarmi a sedere sulle sue gambe. Mi accarezza dolcemente un fianco, gli stampo un bacio sulle labbra
-A che pensavi? È tutto il tempo che sembri sulle nuvole- mi dice sorridendo mentre mi sposta una ciocca di capelli dal viso, mettendo in bella vista un succhiotto che mi ha fatto ieri sera, che quando vede nel suo viso compare un gran bel sorriso. Che fa sorridere anche me.
-pensavo a quante cose sono cambiate in questi ultimi anni. Chi l'avrebbe mai detto che saremmo arrivati fin qui, insieme- gli dico incontrando i suoi occhi, lui sorride e mi bacia di nuovo
-chi l'avrebbe detto che mi avresti convinto a tornare a parlare con mia madre- mi dice sorridendo, proprio così, i due sono tornati ad essere madre e figlio, come erano un tempo. E ora, Marta, la madre di Rocco, ci viene a trovare due tre volte al mese, e sembra che il figlio cominci a riconoscerla davvero come madre. Sorrido e gli stampo un altro bacio sulle labbra
-bleah, fatte schifo- dice una voce dietro di me, che appartiene alla mia sorellina, io mi stacco appoggio la fronte sulla spalla di Rocco e rido. Poi mi giro e la guardo, ha già il suo costume addosso con un vestitino sopra, pronta per correre in spiaggia. Sorrido e scuoto la testa
-non ti farà più schifo tra un po' di anni vedrai- dico sorridendole, lei mi fa la linguaccia, io ridacchio nascondendo il viso sulla spalla di Rocco. Poi alzo la testa e incontro i suoi occhi azzurri, uguali ai miei, solo che non l'abbiamo presi dalla stessa persona.
Mi guarda con le braccia incrociate e battendo il piede per terra, sorrido e mi rendo conto che anche se non siamo sorelle biologiche è come se lo fossimo. Le sorrido
-okay okay andiamo va bene, dammi il tempo di mettermi un costume, e poi dobbiamo aspettare gli altri e lo sai- le dico e lei sbuffa e si dirige nuovamente dentro casa
-è proprio tua sorella, eh- dice Rocco sorridendomi
-oh già- dico sorridendo e stampandogli un altro bacio sulle labbra.

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