56||il cuore che pesa||

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Esco dall'ascensore, prendo un respiro profondo, caccio indietro le emozioni, sarà difficile ricostruire il muro che avevo prima attorno a me, mi avvio verso la mia stanza, apro la porta, entro in bagno, prendo il borsone e inizio a mettere dentro tutto quello che è di mia proprietà, poi lo chiudo ed esco, sul corridoio c'è Rocco che mi corre incontro. Quando capirà che non gli voglio più parlare, e che per me non esiste più. Quello che ha fatto mi ha spezzato il cuore
-dove vai?- mi chiede appena mi raggiunge, maledetta me e le mie gambe corte
-via- dico e continuo a camminare, anzi mi metto quasi a correre verso la camera numero 15, dove busso ed entro senza aspettare la risposta. Mi chiudo la porta alle spalle, scivolo con la schiena fino a che non tocco il pavimento con il culo, mi porto le gambe al petto e nascondo il viso tra le braccia.
-Carly che ci fai qui?- mi chiede Vanessa avvicinandosi a me, si abbassa alla mia altezza, io alzo il viso, quando vede come sono messa, e di sicuro non sono un bello spettacolo, ci posso scommettere, fa un viso quasi spaventato -ma che cazzo ti è successo? Su alzati e ora mi racconti tutto- mi dice, mi prende per un braccio e mi fa alzare in piedi, mi accompagna sopra il suo letto. Le racconto tutto per filo e per segno, so che molto probabilmente sbaglio a fidarmi di lei, visto che dovrei smettere di fidarmi delle persone, ma ho bisogno di un amica ora, e di un sostegno. Vorrei riuscire a cavarmela da sola, ma ovviamente non ce la faccio, sono sempre la solita debole.Non riesco più ad essere com'ero prima, ad essere fredda e distaccata da tutto, non riesco ad allontanarmi così tanto dalle persone. Mi maledico, ma lascio che la mia bocca parli da sola, e butto fuori tutto, senza fermarmi un secondo. Alla fine non mi rendo nemmeno conto di aver ricominciato a piangere, mi asciugo le guance con le maniche della felpa. Vanessa non dice nulla mi abbraccia soltanto, e lascia che io pianga sulla sua spalla, mi sento di merda, come non mi sono mai sentita. Mi sento distrutta, usata, a pezzi e semplicemente con il cuore spezzato. Ce l'aveva fatta a ricostruirsi, ma è esattamente come prima, forse anche peggio perché ora sono senza protezioni.
Quanto il mio respiro torna normale mi alzo dalla sua spalla, e le rivolgo uno sguardo di gratitudine
-posso dormire qui per sta notte per favore, domani troverò un altra stanza, ma ora è decisamente troppo tardi perché Tatiana riesca a trovarmi una stanza in cui stare- la prego, lei mi fa un sorriso e annuisce, tiro un sospiro di sollievo, non voglio tornare dentro quella stanza. Non mi va proprio.
-grazie- gli dico guardandola negli occhi, lei mi sorride.
-ehi sono qui, se c'è bisogno ci sono, io non ti abbandono- mi dice, una spada mi trafigge il petto, quelle parole le aveva dette anche Valeria, e ora lei non c'è più. Ignoro il nodo che mi si forma in gola, e sorrido. Vanessa ora è qui, vicino a me, anzi accanto a me, e non mi vuole abbandonare.
Il resto della serata la passiamo a guardare la tv stese sul suo letto, i ricordi continuano a comparirmi davanti, e le parole di quella ragazza continuano a girarmi in testa, e non vogliono smettere. Sono davvero a pezzi, e sento davvero che il mio cuore ora, che sentivo che Rocco era quello giusto, non potrà mai più guarire, e che una parte del mio cuore avrà sempre, sopra il suo nome inciso sopra. E questo mi fa male, Dio se fa male, è un dolore atroce, che oltre a colpirti il cuore, ti colpisce la testa e anche tutto il resto del corpo. Dentro di me ho un voglia matta di mettermi a ridere, ridere amaramente per essere stata così stupida a credergli, ma non ho abbastanza forze per farlo.

Nicolas decide di andare a dormire con Rocco per lasciarmi il suo letto, e io gliene sono assolutamente grata. Entro in bagno mi lavo il viso, allo specchio c'è il riflesso di un mostro, ha gli occhi rossi, il cuore spezzato, le lacrime sugli occhi e i capelli spettinati, un disastro. Ma non mi importa, non ora almeno. Indosso una maglia di Samuele e torno in stanza. Do la buonanotte a Vanessa e mi stendo sul letto, non lascio che i miei occhi si chiudano perché so che senza Rocco farei un incubo, e non vedo il caso, questa sera sto già troppo male.

Rocco's pov

Sento bussare alla porta, una parte di me spera che sia lei, per questo mi precipito alla porta e la apro, ma davanti a me non c'è la ragazza che amo ma la faccia di Nicolas, negli occhi ha due emozioni a confronto, una che si chiede cosa cazzo è successo, e l'altra quasi arrabbiata.
-sì lo so, ma ti giuro che non è come pensi, entra che ti spiego- gli dico, spostandomi dalla porta per lasciarlo entrare, appoggia le poche cose nel letto di lei, poi si volta verso di me, con le braccia incrociate e un sopracciglio alzato, mi guarda aspettando che io parli. Io sospiro, mi appoggio alla scrivania e incontro i suo occhi
-non so bene cosa sia successo, ma stavo tornando qui dalla nostra partita alla play, e vedo Carlotta venirmi incontro, la fermo per un polso e lei mi dice due cose in croce, del fatto che so benissimo che cosa è successo e che c'è la mia fidanzata in stanza. Inizialmente non ho capito cosa cazzo stava succedendo soprattutto perché, la mia fidanzata era lei. Così sono entrato in stanza, e ho trovato Alessia-
-Alessia?- mi interrompe Nicolas, che ora è appoggiato al letto di Carlotta, spero ancora la mia Carlotta.
-è la mia migliore amica, di quando eravamo all'asilo e alle elementari, poi con le medie ci siamo allontanati per un bel po', finché a riunirci non è stata la droga, infatti anche lei si droga, ma a differenza mia, non ha il Michele di turno che si preoccupa per lei, oppure non lo vuole avere.
-In ogni caso, prima di entrare qui dentro, ero sempre fatto come ben sai, ed è proprio per questo che me la facevo sempre, la usavo per il sesso, nient'altro, non ricordo nemmeno di averle chiesto di essere la mia fidanzata, ma lei sostiene così. Da quando sono qui dentro non l'ho nemmeno più sentita, non ho più saputo nulla di lei, nemmeno da Michele, nulla. Soprattutto da quando nel mio cuore si è inciso un nome, il nome di Carlotta.
-Oggi però è arrivata dicendo che era 6 mesi che stavamo insieme, che era venuta per festeggiare, che mi amava, e giù di lì insomma- dico senza mai smettere di guardarlo negli occhi, voglio che capisca che sto dicendo la verità
-e tu che hai fatto?- mi chiede tenendo sempre il solito tono tra l'incazzato e per chi comincia a capire
-ho detto la verità- alzo le spalle, lui mi guarda confuso -nel senso che le ho detto che per me non è niente e che non stavamo insieme. Lei se ne è andata abbastanza incazzata tipico suo, ma di una cosa sono certo, non si farà più vedere qui, non si fa calpestare da nessuno, per questo era la mia migliore amica- dico concludendo il mio discorso
-e ora mi dici che diavolo vuoi fare?- mi chiede
-io rivoglio solo la mia Carlotta, Dio io la amo, ma lei non ne vuole più sapere nulla di me, è incazzata a morte con me, e di sicuro non mi vuole parlare, o ascoltare le mie ragioni, questo è certo, non si fida più di me, è sicura che io le abbia mentito e per questo motivo non mi vuole ascoltare- incurvo le spalle quasi senza accorgermene, poi alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi -dimmi una cosa, lei come sta?- le chiedo, supplicandolo con gli occhi di dirmelo.
-come vuoi che stia Rocco, di merda, ha gli occhi rossi e non ha mai smesso di piangere, gli manchi, ma è troppo ferita perché possa ascoltarti. Mettiti nei suoi panni Rocco, se arrivasse un ragazzo che ti dice che stanno insieme da sei mesi, tu le crederesti ancora?- mi chiede, io abbasso la testa e non rispondo -come immaginavo, devi parlarle e farle capire cosa è successo davvero, e per farlo devi aspettare che ora si calmi un po', in questo momento non vuole più vederti come è normale che sia, ma vedrai che non durerà a molto- mi dice, avvicinandosi a me e dandomi una pacca sulla spalla -tornerete insieme vedrai, te lo dice Nicolas- io sospiro sonoramente. L'unica cosa che riesco a pensare ora, è come sta, odio vederla piangere e ancora di più soffrire, soprattutto quando è colpa mia, non sopporto questa fottuta situazione. Voglio solo abbracciarla e dirle che va tutto bene, che si sistemerà tutto e che non deve piangere. Ma ora sono qui, lontano da lei, e non posso fare nulla per farla stare meglio, mi sta mandando completamente fuori di testa. Ma io la amo, Dio se la amo, non ho mai amato nessuno come sto amando lei, non riesco a pensare ad una vita senza di lei. Non ce la faccio, non ci riesco, neanche se volessi potrei non ora, non dopo quello che è successo, non dopo quello che abbiamo condiviso, non dopo i muri che abbiamo attraversato, non dopo tutto questo. Nonostante senta dentro di me un vuoto, ho il cuore che pesa, e che non mi permette di respirare, è come i primi giorni qui dentro, come se fossi in astinenza, in astinenza da lei.
Mi manca come se avessi bisogno di lei per respirare, ho bisogno di lei come se fosse la mia droga, la amo come non ho mai amato nessuno.

*spazio autrice*
Allora i nostri due innamorati hanno litigato e sono troppo testardi per capirsi, ce la faranno a capirsi come sempre, o per loro è arrivata la fine.

Vi lascio con questo dubbio
Lasciate una stellina se il capitolo vi è piaciuto(sapete che a me fa assolutamente sempre piacere) è anche un commento se vi va

Buona domenica a tutti❤

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