69||La verità||

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-ecco fatto, ho finito, come sempre va tutto bene, non ci sono alterazioni e nessuna cosa anomala. Puoi uscire quando vuoi Carlotta- mi dice Tatiana con il sorriso che ha sempre in volto, so che a contrario degli altri dottori non lo fa solo per cortesia, ma sorride davvero, non ho ancora capito dove la trova tutta forza, per sorridere ogni giorno, ma è un donna davvero forte. Mi toglie la macchina per misurare la pressione dal dito, e il termometro dalla bocca. Ha finito il controllo serale, e come sempre sto bene. Ora che le fasce le ho tolte da un bel po', l'unica cosa che mi dice che sono una ricoverata è il pigiama. Lei esce salutandomi, prima di uscire dalla porta però esclama -ciao Rocco- per farsi sentire dal mio fidanzato chiuso in bagno, e lui le risponde salutandola, e potrei scommettere che stava sorridendo. Dopodiché esce dalla nostra camera, io guardo la scrivania e noto una cartellina di una paziente. Mi alzo di scatto, mi avvicino alla scrivania.
-Tatiana fer...- esclamo, ma mi blocco subito dopo, perché leggo il mio nome completo 'Carlotta Cantoni', aspetta ma io non mi chiamo così, Cantoni non è il cognome di mio padre, o quello che dovrebbe essere mio padre, ma è tutto il contrario. Io sono Carlotta Bianchi. Apro e comincio a sfogliare la mia cartellina, finché non trovo la mia data di nascita che non coincide con la mia. Ma cosa cazzo sta succedendo. Questa non è la mia cartellina, che diavolo ci fa qui allora? Eppure c'è una mia foto sul davanti. Leggo tutti i vari dati e mi rendo conto che deve essere la mia, tutti i problemi che ho avuto sono scritti qui, il mio ricovero, quella volta da piccola che mi sono rotta il polso cadendo dalle scale, c'è tutto scritto. Ma il nome non è il mio, o è uno scherzo, o una strana coincidenza oppure questa sono davvero io. Questa è la mia cartellina dati, a quanto pare.
Continuo però a non capire perché i dati sono errati? Leggo i miei dati e scopro che la mia presunta madre si chiama 'Natalie Reis' e il mio presunto padre 'Giorgio Cantoni' e non capisco perché, non sono i nomi dei miei genitori, sono totalmente diversi. Io non ho idea di chi siano queste persone. Continuo a leggere e due tre righe più in basso leggo 'deceduti in un incidente' guardo la data, è più o meno due settimane dopo la data della mia, a quanto pare, nascita reale. Non è possibile, i miei genitori sono vivi, sono pessimi certo, ma almeno sono vivi. Subito dopo c'è una frase 'adottata 4 mesi dopo la morte dei genitori' dopo ci sono tutti i dati dei miei genitori attuali.
Mi tremano le mani, e non solo quelle. Sento freddo e il terreno sotto di me sparire. Le lacrime mi solcano il viso e il petto mi fa male. Non capisco più nulla. Sento la porta del bagno aprirsi, mi volto verso di Rocco e lo guardo con occhi terrorizzati, lui mi ricambia lo sguardo, si avvicina a me e si inginocchia. Mi prende tra le sue braccia, e mi stringe forte accarezzandomi i capelli dolcemente
-che è successo?- mi chiede dolcemente, io non apro bocca ma mi limito ad indicare la cartellina che stringo ancora tra le mani, Rocco me la prende tra le mani, e legge tutto quello che c'è scritto, e appena capisce, mi stringe più forte -va tutto bene, Carlotta, tranquilla respira profondamente- mi dice, ma io non riesco a fermare il mio cuore che sembra andare all'impazzata, mi prende il mento e mi fa alzare lo sguardo. Mi bacia e come per magia comincio a sentirmi leggermente meglio.
Mi guarda negli occhi
-io...io sono stata adottata- dico con voce tremante e con gli occhi che si riempiono di lacrime -i miei genitori sono morti in un incidente che hanno fatto dopo due settimane dalla mia nascita, i miei mi hanno adottato dopo 4 mesi- dico non rendendomi nemmeno conto che sto parlando. Lui mi stringe a se, come se mi proteggesse da tutto il mondo. Tatiana entra in stanza di colpo, e ci trova lì seduti per terra abbracciati
-hai letto vero Carlotta- mi chiede, e io annuisco soltanto, non riesco a parlare -oh mi dispiace tanto, non volevo che tu lo scoprissi così- mi dice chinandosi verso di noi
-avrei dovuto scoprirlo prima o poi, avrei dovuto sapere la verità fin dall'inizio- dico con un filo di voce ancora appoggiata la petto di Rocco. Sento Tatiana sospirare. Ma oramai il danno è fatto, ora conosco la verità. Ora so che tutta la mia vita è un bugia, io non sono mai stata Carlotta Bianchi, io sono sempre stata Carlotta Cantoni, e lo vengo a sapere solo adesso, è come se avessi vissuto tutta la mia vita, come se non fosse la mia. Non so più chi sono.
-vi lascio soli- sospira Tatiana, uscendo subito dopo dalla nostra camera. Tutta la mia tristezza di colpo diventa rabbia, rabbia verso di loro. È così incredibile che io sia stata così male a causa di due genitori che non erano nemmeno i miei genitori biologici, nemmeno sangue del mio stesso sangue. Tutte le volte che avevo pensato di proporre ad Azzurra di scappare, ma dentro di me non lo facevo perché infondo credevo fosse i miei genitori, del mio sangue. E ora invece? Scopro che sarei potuta scappare tranquillamente, perché mi hanno solo adottato. Non sono i miei genitori, se prima non ci volevo credere, se volevo far finta che non esistessero a causa di tutto il dolore che mi hanno inflitto. Ora posso dire che davvero loro non sono i miei genitori. Dio ci sono tanti film, in qui il figlio scopre che i suoi genitori in realtà l'hanno adottato, e dopo uno sfogo si rende conto che in ogni caso sono loro ad averlo cresciuto e ad averlo fatto diventare com'è. Beh ora che mi sta capitando penso che tutto ciò sia una puttanata, soprattutto con i miei genitori. Con altri genitori avrei potuto cambiare idea ma non con loro.
-non li voglio più vedere, mi hanno mentito per 17 anni, senza mai dirmi nulla, e non me lo avrebbero mai detto- dico con la faccia premuta sul petto di Rocco, lui non mi dice nulla -non voglio più sentir parlare di loro, voglio che scompaiano dalla mia vita per sempre- dico sicura, poi alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi -io non so più chi sono, io sono una bugia- Rocco mi prende le guance
-Carlotta, tu rimani quella che sei sempre stata, cosa importa se sei Bianchi o Cantori, la tua storia non cambia, quello che hai vissuto non cambia, le lotte che hai combattuto, le persone a cui vuoi bene e che ti vogliono bene non cambiano. Tu rimani sempre Carlotta, la ragazza che amo- mi dice guardandomi dritto negli occhi e io sospiro. So che ha ragione io rimango sempre io, non è uno stupido cognome a dirmi chi e cosa sono. Rimango la stessa ragazza di sempre, e non sarà questo a farmi cambiare, non ora che sono diventata una me migliore. Ora però non voglio più vedere quelle persone che mi hanno fatto tanto male, mi avranno fatto da genitori ma per me non lo sono, non più almeno. Hanno smesso di esserlo quando hanno iniziato a litigare, rendendo la mia vita e quella della Azzurra un inferno.
-hai ragione, non è un cognome a definire chi sono- dico a Rocco, lui mi sorride
-ora vieni qui- mi attira verso le sue braccia, appoggiandomi al suo petto e accarezzandomi la testa dolcemente. Io mi lascio coccolare.

Ora che so la verità, niente più mi lega ai miei vecchi genitori. Non dopo tutto quello che ho passato.

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