65||è al sicuro lì||

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I giorni dentro l'ospedale passano tranquilli uno dopo l'altro, sembra che l'estate stia arrivando. Le giornate si stanno allungando, il caldo comincia a farsi sentire e sembra che la vita stia migliorando un po' per tutti.
Roberto cerca di non tenerci chiusi nella stanza degli incontri, la maggior parte delle volte infatti siamo fuori, facciamo un po' di tutto, ma ancora non è riuscito a farmi parlare nonostante tutti gli sforzi che fa. E questo mi da una leggera sensazione di vittoria, però noto che ha capito quello che gli ho detto il giorno in cui mi ha proposto il prom, e sta cercando di migliorare, è una cosa buona. Vanessa e Samuele sono sempre più carini insieme, e vedere tutti e due così felici mi riempie il cuore di gioia. Soprattutto perché vedere il mio migliore amico così felice dopo tanto tempo, mi rende felice, più di quanto io già sia. Nonostante tutto però sono decisamente superati da Ginevra e Michael, quei due non si staccano mai, è incredibile, sono due fottute calamite. Gli altri dicono che i più piccioncini siamo io e Rocco, ma io ho dei seri dubbi. A volte mi dispiace per Nicolas, che è circondato da coppie, ma in questo ultimo periodo ho notato un leggero via vai, di una determinata persona, nella stanza di Vanessa e Nicolas. E quella persona non è Samuele. In ogni caso spero che quella persona lo faccia sentire bene, soprattutto perché Nicolas è una persona magnifica che merita il meglio. Merita una persona che gli stia accanto e che lo ami per quello che è, senza giudicarlo mai.
Tra me e Rocco va a gonfie vele, credo di non essermi mai sentita così bene in vita mia, mi sento felice e amata, cosa si può chiedere di più da questa vita? Assolutamente nulla.
Sento un sorriso spontaneo spuntarmi sulle labbra, e non faccio nulla per trattenerlo. Libero la mente dai pensieri e mi metto a sedere sul letto, mi stiracchio e guardo l'orologio, sono le due e mezza del pomeriggio. Rocco sta giocando alla play. Lo guardo sorridendo, è così concentrato, ha gli occhi fissi sullo schermo e le dita che si muovono velocemente sul joystick. Quando si accorge che lo sto fissando, sorride
-ti piace quello che vedi, bimba?- mi chiede con gli occhi fissi sullo schermo, arrossisco di tutto punto mentre sorrido
-mmm... sì dai non è male- lo stuzzico sorridendo, lui distoglie lo sguardo dalla televisione e mi sorride malizioso. Appoggia il joystick sul letto e si avvicina a me. Le nostre labbra si incontrano, e io sorrido al contatto.
In quel momento però la porta si spalanca di colpo,
-buongiorno bei bambini- esclama una voce entusiasta. Io mi stacco da Rocco, e guardo male Michele che è appena entrato e ha un sorriso a 32 denti, i suoi capelli sono come sempre spettinati e gli occhi gli brillano di felicità. Ha un paio di jeans e una maglia nera.
-non si bussa più?- chiedo alzando le sopracciglia facendo la finta arrabbiata, Michele sorride e scuote la testa
-no piccola Carlotta, io posso entrare quando voglio- dice sorridendo -e voi due siete come conigli, mio Dio, date una calmata ai vostri ormoni- io sento le guance colorarsi di rosso, mentre Rocco scoppia a ridere e manda a fanculo il suo migliore amico. Dalla porta sbuca anche una testolina con i capelli biondi
-Azzurra- esclamo sorridendo, lei entra nella stanza e corre da me, io mi alzo dal letto e la prendo in braccio, stringendola a me.
-Li ho incontrati che salivano con l'ascensore- dice sorridendo Michele, mentre abbraccia il suo migliore amico. Io poso per terra Azzurra, che corre ad abbracciare la gamba di Rocco. Lui sorride
-sono felice di vederti anch'io principessa- dice ridendo il mio fidanzato.
Samuele mi viene incontro sorridendo
-ehi sorellina- mi dice abbracciandomi, io sorrido contro il suo petto -come va?- mi chiede staccandosi da me, io sorrido
-bene, tu? Sei andato a vedere Vanessa?- gli chiedo, i suoi occhi prendono a illuminarsi di colpo, e annuisce, io sorrido contenta. Parliamo per un po', mentre Azzurra si guarda i cartoni, e Michele e Rocco discutono su quale salto mortale devono provare una volta che Rocco esce da qui.
Ad un certo punto però vedo Samuele farsi serio
-Carly, è da più di una settimana che Azzurra sta dai tuoi nonni- io lo guardo confusa
-perché? Vuole andare a trovarli, è perché non li vediamo spesso?-
-no non è quello Carly, è perché lì tua sorella sta meglio- io sposto il mio sguardo su Azzurra, intenta a guardare i cartoni animati che fanno in tv, ha un sorriso sulle labbra e non sembra affatto preoccupata. Torno a guardare Ele
-perché?- chiedo confusa
-me ne sono accorto più o meno due settimane e mezzo fa, come sicuramente avrai capito tuo padre è ubriaco quasi sempre, torna a casa davvero poche volte, e il più delle volte solo per prendere dei soldi e poi andarsene. Tua mamma è caduta in depressione, non fa altro che ingoiare medicine. Per questo non possono prendersi cura di una bambina di sette anni come Azzurra. Me ne sono accorto una giorno che sono andata a prenderla per portala qui da te, e ho deciso che dovevo fare qualcosa.
-Perciò un pomeriggio sono andato dai tuoi nonni, e come mi aspettavo hanno capito la situazione, e mi hanno detto che l'avrebbero tenuta con sé. Così l'ho detto ad Azzurra, lei si è preparata una valigia, e ora vive lì con loro, è al sicuro lì- mi dice accarezzandomi una spalla dolcemente, mentre io fisso un punto indeterminato della stanza.

Ubriaco. Depressione. Nonna. Azzurra. Sicuro.

Tutto mi appare molto confuso, e non capisco più nulla, sento due braccia che mi circondano la vita, è Rocco che mi abbraccia.
-va tutto bene, bimba, sono qui, non ti lascio- mi sussurra all'orecchio, io torno a respirare, come se fin ora fossi rimasta in apnea, annuisco respirando, lentamente. Rocco torna a parlare con Michele, ma sempre tenendomi i fianchi. Io lo ringrazio mentalmente e riporto l'attenzione su Samuele.
-dimmi se ho capito bene, mio padre è un alcolizzato, mia madre è in depressione, mia sorella vive dai miei nonni, giusto?- chiedo, Ele annuisco -CAZZO- mi metto le mani tra i capelli -Dio è una disastro, un fottuto disastro- sento Rocco che mi stringe più forte, sospiro a fondo. Mi stracco da Rocco, che mi lascia andare e mi avvicino ad Azzurra, lei distoglie gli occhi dalla televisione, e mi guarda. Io le sorrido
-che c'è?- mi chiede con le sopracciglia alzate, tic che credo abbia preso da me, cosa che mi fa sorridere. Prendo un respiro profondo.
-stai a casa dei nonni, vero?- lei si mette a sedere bene, ha capito che è un discorso serio, e annuisce -sai perché?- gli chiedo, anche se dentro di me ho una leggera paura di quello che mi dirà.
-perché papà beve quella cosa che lo fa uscire di testa e la mamma è sempre triste- mi dice alzando le piccole spalle, guardandomi senza il solito luccichio negli occhi.
-l'hai detto a qualcuno?- gli chiedo, e lei scuote la testa. Beh meglio così, potrebbero chiamare gli assistenti sociali, e portarmela via, e io senza la mia sorellina non vivo. Poi le faccio una domanda che mi tormenta da quel pomeriggio, quando mio padre è venuto qui, voleva portarmi via e ha ammesso di avermi picchiato
-Azzurra, papà ti ha mai picchiato?- le chiedo incrociando i suoi occhi, lei mi guarda negli occhi e scuote la testa. Anche non volendo tiro un sospiro di sollievo, e mi sento leggermente meglio.
-come stai dai nonni?- le chiedo, lei mi sorride
-benissimo davvero, nonna gioca sempre con me, e qualche volta il nonno mi porta con lui sul trattore, è bellissimo, mi piace mi sento speciale- mi dice sorridendo, e la cosa mi rincuora, almeno ora la mia sorellina può godersi la sua infanzia come si deve. Io le sorrido le bacio la testa, e poi la lascio guardare i cartoni, e torno da Samuele.
-grazie di preoccuparti per lei e di averla portata via da lì- gli dico sinceramente
-ehi Carly non ti preoccupare, tu a lei ci tieni e di conseguenza ci tengo anch'io- mi dice e io lo abbraccio. Parliamo ancora un po', ma la mia testa non smette di pensare a quello che mi ha detto Samuele. Che cosa farò ora? Di certo i miei nonni non possono tenere sia mia sorella che me, sarebbe un peso troppo grande, e non voglio darglielo sulle spalle, ma allo stesso tempo non posso tornare a casa, non ce la faccio ne fisicamente ne moralmente a tornare dentro quelle mura. Ci sono troppi ricordi. In più solo il pensiero di poter rivedere quello che dovrebbe essere mio padre secondo la legge, perché se fosse per me sarebbe già morto e sepolto da un pezzo, mi fa venire i brividi. Dovremo trovare un modo, guardo Azzurra. Troveremo un modo piccolina non ti preoccupare.

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