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Stasi.

Impasse.

Immobilità.

Erano questi gli aggettivi che Taehyung si sentiva di attribuire al momento successivo a quell'avvenimento che aveva sconvolto la vita di JK e, di riflesso, aveva reso dubbiosa la sua. Disteso a pancia all'aria sul letto, osservava con occhi vaganti e poco attenti ciò che lo circondava perchè non riusciva a trovare alcun motivo valido per prestare attenzione a qualcosa che non fosse JK. 

E il suddetto oggetto della sua attenzione si era addormentato da quelle che potevano essere ore come invece minuti, continuando a prendersi quelle leggere carezze che Taehyung continuava a fargli sull'avambraccio scoperto e posato sul suo stomaco. Con il capo posato sul suo cuscino, il viso era sistemato in prossimità del suo collo dove il respiro lento e profondo lo carezzava in sbuffi caldi e cadenzati. 

Non sapeva perchè JK avesse deciso di portarlo nella sua stanza, proprio nella sua -quella dove aveva proclamato non ci potesse stare o dormire nessuno a parte lui o Kookie-, ma non era poi così strano che JK, all'interno della sua camera, si sentisse molto più tranquillo che nella solita camera da letto matrimoniale. 

Taehyung non sapeva classificare come si sentisse in quel momento, cosa stesse provando o cosa gli si agitasse tra le pieghe del suo animo inquieto ed incerto.

Sentiva di essersi perso un pezzo di storia importante, un attimo tanto fugace quanto fondamentale per l'intera comprensione dell'intricata storia che rappresentava JK, perchè anche se avevano parlato... non era riuscito nell'intento di convincerlo delle sue parole. Non se l'era sentita di porgli domande troppo dettagliate, solo uno stupido lo avrebbe fatto -e conosceva abbastanza la loro persona da sapere quanto fosse controproducente provare ad estorcergli qualcosa senza che fossero pronti a rivelarla- e se qualche volta era stato obbligato a pressarli per poter ottenere delle risposte...

Quella volta era diverso, lui si sentiva diverso.

Quella volta era tutto diverso, perchè a crollare -per la seconda volta- era stato JK.

JK, colui che sembrava infrangibile, solido, indistruttibile e intangibile, era crollato ancora e aveva fatto così tanto male vederlo in quel modo che Taehyung desiderò poter cancellare il passato per poter rendere radioso il suo presente. Arrivato a quel punto della loro storia, della loro vita e delle loro emozioni, una sorta di indissolubile legame empatico li legava, tanto che il dolore interno di Jungkook o di JK diventava, inevitabilmente, anche il suo. 

Però, quello non lo portava ad essere meno disposto a sostenere una versione di suo marito rispetto ad un'altra, verso tutti quei frammenti di coscienza che si erano divisi per essere più forti. 

La vita sembrava essersi accanita ingiustamente su di loro, Taehyung non poteva fare a meno di pensare che li stesse percuotendo con violenza spropositata, quasi sprezzante di quanto già non avesse colpito in antecedenza. Era come se un martello invisibile continuasse ad abbattersi su uno specchio per indurlo a distruggersi, per portarlo esplodere in milioni di frammenti indistinguibili e incalcolabili. 

Taehyung sapeva per propria esperienza che quel tipo di lacrime che aveva visto scivolare dagli occhi di JK -quelle amare, quelle dolorose, quelle devastate- non provenivano dalla sua mente, non erano dettate da pensieri razionali, quanto più da emozioni così tempestose e sopraffacenti da portare il suo cuore a piangere. 

Disperato di attenzioni.

Agonizzante di cure. 

E quando succedeva davanti ai suoi occhi, rendendolo impotente, allora non era tanto la tristezza a riempire il suo animo, quanto uno strano, profondo, abissale senso di vuoto che ti lasciava confuso e spaurito, incapace di ragionare perchè non c'era nulla su cui poterlo fare. 

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora