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Lo scalpitio dei cavalli si bloccò improvvisamente e come la carrozza smise di oscillare; l'uomo che vi era dentro spostò la tendina per guardarsi intorno con disappunto evidente nei tratti duri del suol volto. In viaggio dalla mattina, il leggero dondolio aveva accompagnato i suoi pensieri durante tutto il tragitto, in un lento quanto continuo oscillare tra una decisione e l'altra. Ma ritrovare davanti agli occhi quel panorama familiare tanto quanto estremamente spoglio gli riportarono alla mente i motivi della sua partenza. 

I suoi occhi scuri vagarono su quella locanda diroccata di periferia, completamente fuori dal passaggio di chiunque se non della sua carrozza e di quella del suo interlocutore che, sapeva per certo, lo stava attendendo all'interno.

Una consuetudine quella. 

La carrozza venne aperta dal servitore che si guardò intorno senza espressione alcuna, le suole delle pregiate quanto costose scarpe che indossava incontrarono la ghiaia chiara e scoscesa del terreno, l'odore di stalla troppo persistente per lasciarlo indifferente. 

Rimpiangeva già il suo palazzo, e se solo non fosse stato necessario quell'incontro arrangiato in tutta fretta, allora non avrebbe mai concesso l'onore a quei territori brulli e poveri di godere della sua maestosa presenza, di onorarsi che i suoi occhi si posassero su quelle tegole ormai distrutte che giacevano ai lati di finestre ormai scardinate e di una porta di cui ormai era rimasto solo un lontano ricordo che però non gli apparteneva.

Fece un gesto stizzito verso il suo servitore, la mano affilata quanto agghindata da diversi anelli fece un fluido movimento che fecero scattare l'uomo e gli imposero di stendere, prima del suo passaggio, almeno un tappeto su cui avrebbe potuto camminare.

Quella piccola ghiaia era fastidiosa tanto quanto il motivo per cui si trovava lì, l'olezzo ripugnante che lo attendeva all'interno era un supplizio necessario ai fini di un bene superiore. Tutto, pur di ristabilire l'ordine. 

Il piccolo scricchiolio scandito dal suono dei suoi passi si perse nel momento in cui fu costretto a portarsi un braccio al naso per quella nota acre nell'aria che puzzava di muffa e di stantio, la poca mobilia che si era salvata alle intemperie del tempo era riversa al suolo, solo l'ombra di quello che doveva essere un bancone si poteva considerare intatto. 

Una risata arrivò nell'ombra nel momento in cui imprecò per quel puzzo insostenibile, e gli occhi scattarono verso l'angolo opposto a dove si trovava per incontrare il vero motivo per cui si era in quel luogo che sperava di abbandonare presto per tornare alla calda comodità della sua poltrona.

«Perchè hai scelto questo posto per incontrarci? Non potevamo andare sempre nel solito chalet di campagna?» sbottò con aria grave, facendo una smorfia a dir poco stizzita per quanto fosse fuori posto. 

«Avete ragione, ma non è più sicuro. Ho il sospetto che qualcuno mi stia seguendo, per quanto poco regale possa essere questo luogo, almeno sono sicuro che non ci siano occhi e orecchie indiscrete ad ascoltare ciò che ho da dirvi» rispose quello facendo un breve inchino, che venne seguito dagli occhi attenti dell'altro. 

«E sia, ma la prossima volta scegli un posto che si addica almeno al mio status sociale. Anche se per dirti che sono deluso dal tuo fallimento non ci vuole chissà quale ambientazione» continuò l'uomo, la voce grave e baritona era contornata da sopracciglia folte e perfettamente spiegate sugli occhi duri e severi. 

Il suo interlocutore fece un inchino. «Me ne scuso profondamente, l'errore è stato il mio. Ho sottovalutato la situazione credendo che potessi separarli senza passare alle maniere più drastiche» ammise quello, rialzando il capo solo per vedere il cenno quasi schifato dell'alto, la cui mano svolazzò davanti a lui come se detestasse perfino muoverla.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora