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«Jungkook, c'è qualcosa che non va?». 

Taehyung lo stava guardando con espressione curiosa e rilassata, parlandogli con tono gentile e pacato, proprio come sempre. I suoi occhi cerulei erano illuminati dalla calda luce della stanza, nascondevano una nota così dolce e premurosa che Jungkook si sentì annegare qualche attimo nella loro contemplazione.

Non farmi perdere tempo. Muoviti.

La voce tagliente proveniente dal suo cervello lo fece irrigidire, spezzando quel piccolo senso di pace che aveva ritrovato perdendosi negli occhi dell'altro, che erano saettati per qualche attimo sulle sue mani strette in un pugno per evitare un tremore indesiderato che non riusciva a proprio a contenere.

Strinse i denti e deglutì sonoramente, sperando che la voce gli uscisse chiara e naturale come lo era di solito - o quasi.

«Sì. V-ado, torno tra poco». Quel balbettio nervoso gli aveva dato la conferma che non era in grado di mentire neanche a sè stesso, e prima che Taehyung potesse fargli altre domande che avrebbero peggiorato la sua ansia, si allontanò velocemente da suo marito puntando la porta del bagno come il varco per la sua salvezza. 

Sentiva lo sguardo confuso di Taehyung sulla sua schiena, ma se si fosse voltato...probabilmente non sarebbe riuscito ad evitare di nascondersi tra le sue braccia per sentirsi rassicurare dal tono caldo e roco per cui aveva sviluppato una quasi dipendenza. 

Senza di lui, il suo corpo e la sua mente si sarebbero persi, agendo in modo confuso e scoordinato proprio com'era stato a causa di quella lontananza forzata per causa sua. 

Si barricò nel bagno e come si chiuse la porta alle spalle, deglutì sonoramente con il mero intento di sciogliere quel nodo alla gola che gli stava stringendo la giugulare nemmeno lo volesse strozzare. Il petto era stretto e portò una mano tremante su quest'ultimo per poter placare il suo cuore che pompava furiosamente per l'ansia. 

Sentiva le gambe pronte a cedere, JK aveva detto di volergli parlare. 

Lui e JK non parlavano da anni, l'altro non aveva mai voluto davvero discutere, aprirsi o confrontarsi, lo aveva semplicemente chiuso fuori dal suo stesso corpo ignorando tutto e continuando per la sua strada, assicurandosi però di lasciare tracce evidenti del suo passaggio -possibilmente negative e a tratti imbarazzanti. 

Adesso invece voleva parlargli di sua spontanea volontà, e questa cosa faceva accendere in Jungkook mille campanelli di allarme, prospettandogli scenari terrificanti che avrebbe comportato una sua separazione con Taehyung, l'unica ancora in grado di tenerlo fermo sui suoi passi e nelle sue decisioni.

Avanzò con fare scoordinato verso il lavandino e si resse al marmo, stringendolo così forte tra le dita che le nocche assunsero una colorazione pallida e lattea, i tendini delle mani spuntarono per la forza della stretta e lasciò che la testa gli ciondolasse sulle spalle pulsando a ritmo dolorosamente veloce.

Serrò gli occhi e i denti grattarono tra loro.

Cosa vuoi? Da quando vuoi parlare con me? cercò di utilizzare un tono fermo e senza esitazioni, anche se non sentiva di avere completamente la capacità di contrastare quella risatina agghiacciante che gli scampanellò dentro.

Non usare quel tono con me.

JK era stato perentorio, così intimidatorio che Jungkook sentì la paura strisciargli dentro come un serpente pronto ad avvolgerlo in un abbraccio mortale e soffocante.

Dimmi solo cosa ti sta portando qui a parlare con me dopo che da anni non vuoi farlo.

Sai perfettamente cosa voglio, concedimelo. Tu me lo devi. sibilò JK in risposta. Jungkook aggrottò le folte sopracciglia, affondando i denti del labbro inferiore.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now