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I risvegli non erano tutti uguali e Taehyung lo sapeva bene. Ma sicuramente, una cosa che li accomunava tutti, era il senso di fastidio che provava quando veniva svegliato dalla servitù del palazzo Jeon, la cui grazia pari a quella di un orso su una lastra di ghiaccio aveva strappato lui e Jungkook dal loro sonno travagliato e disturbato.

O meglio, dal suo sonno travagliato e disturbato.

Dire che non avesse praticamente dormito era un'ipotesi alquanto veritiera ma dalla connotazione troppo ottimistica, in quanto non solamente aveva passato tutto il tempo a cercare di domare delle emozioni di difficile interpretazione, ma non era riuscito a fermare la mente dall'arrovellarsi sugli ultimi avvenimenti.

Il discorso di Yoongi, Jungkook e la sua convinzione di dover prendere delle pillole per stare bene, le parole biascicate da Kookie e che avevano avuto lo stesso impatto di un pugno sul naso...era stato tutto tanto e troppo, quindi aveva tanto la sensazione di star galleggiando in quel tumulto di pensieri ed emozioni che non avevano né capo né coda, dove non esisteva una soluzione -o meglio, lui non l'aveva ancora trovata-, e dove non c'era un inizio ma una fine di difficile interpretazione.

L'unica cosa che poteva affermare senza che si sentisse inghiottire dai dubbi, era che l'esistenza sua e di Jungkook erano intrecciate e stranamente coordinate, mantenute da un filo sottile come un capello che migliaia di forbici stavano tentando di recidere per farli crollare.

Tutte le idee si affollavano su Jungkook anche se i pensieri non erano rivolti a lui nello specifico; non era possibile cambiare la loro storia o, peggio, cancellarla e far finta che non fosse mai esistita. Non poteva lasciar correre ciò che era successo con JK ma, allo stesso tempo, non poteva raggiungere con quest'ultimo niente di più di un mezzo accordo intervallato da sprazzi di assenza.

Con JK aveva sempre delle questioni in sospeso, mille faccende che venivano accantonate ma che si impilavano creando, strato dopo strato, spazi sempre più ampi ed incolmabili. Lui non poteva superarli e JK non voleva che venissero superati, e forse la colpa era anche sua.

Non era riuscito ad entrare in "connessione" con quell'altra personalità, ma non era stato di certo aiutato nel processo.

Jungkook, infatti, non aveva affrontato JK in senso stretto, non stava neanche cercando un modo per aprire uno spiraglio con la sua personalità più particolare, perché era concentrato -insieme al dottore- a metterlo a tacere piuttosto che effettivamente trovare una connessione.

Sapeva perfettamente che Jungkook non si sarebbe mai voluto liberare di loro, ma ciò che stava facendo era "assopire" quegli aspetti nella speranza di poterli gestire, ed era così convinto delle sue scelte che Taehyung si sentiva quasi in colpa ad arrabbiarsi per come stava agendo.

La vita era la sua, lui non avrebbe dovuto mettere lingua in quelle faccende, ma non poteva stare a guardare Jungkook compiere delle azioni non produttive e quasi autodistruttive.

Perciò, quando la servitù era entrata in stanza spalancando le finestre e le tende, preparando ordinatamente la colazione e spiegandola sul tavolino di fronte il letto, aveva anche richiamato i due principi e, in quel frangente, Taehyung aveva solo fatto finta di dormire solo per evitare scomode domande o occhiate curiose.

Jungkook era stato trascinato fuori dal letto da due domestici che conosceva perfettamente, in quanto parte della servitù personale del re, mentre, intontito come ogni volta che assumeva dei tranquillanti, ciondolava verso il bagno per riprendersi e, successivamente, essere aiutato a vestirsi.

E Taehyung, come ogni volta, era rimasto da solo nell'immensa stanza matrimoniale, perché il re aveva richiesto esplicitamente la sola presenza di Jungkook, che era dovuto scappare via senza neanche poterlo salutare.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now