[32]

12.5K 697 742
                                    

Trovò Jimin intento a rigirarsi tra le mani un fuscello d'erba.

Le labbra carnose erano strette in una linea dura, le sopracciglia erano arcuate e calate sugli occhi arrossati dalle palpebre gonfie, le narici gli si allargavano per cercare di modulare il respiro tremulo e le spalle erano ricurve come se un peso troppo grande gli stesse gravando addosso. 

I capelli color fumo venivano vagamente mossi dalla piccola brezzolina del primo pomeriggio, gli si spargevano sulla fronte e spesso gli entravano negli occhi, fissi sul nulla. Non che gliene importasse qualcosa, comunque.

In disparte dall'ennesima battuta di caccia da cui era stato esonerato -per fortuna-, se ne stava all'ombra di un grande salice piangente, i cui minuscoli fiorellini dal pallido giallo pastello  ricadevano attorno a lui come una pioggia chiara e silenziosa.

L'unico suono che faceva compagnia al suo animo triste era il fruscio delle foglie che, lentamente, strofinavano tra loro come le piccole folate li accarezzavano gentili, portando dietro sè un aroma legnoso e dolciastro. 

In realtà, l'umore di Jimin e l'aspetto di quel salice erano più o meno affini; aveva passato il resto del tempo in cui Taehyung era svenuto a piangere sulla spalla di Yoongi, l'unico che cercava di mediare e di essere praticamente contemporaneamente con lui, con Jungkook e con Taehyung.

In qualche modo, il consigliere era legato a tutti e tre i soggetti in questione, ma aveva dedicato a Jimin più tempo di quanto egli stesso si aspettasse. Dopo che sia Taehyung che Jungkook erano, chi per un motivo e chi per un altro, privi di senso, aveva avvolto le braccia attorno alle spalle di Jimin ed aveva passato la mano sulla sua schiena tremante, mentre le sue lacrime gli inzuppavano la fine giacca che indossava. 

Vedere Taehyung rivolgersi a lui con così tanta durezza e freddezza, parlandogli con tono perentorio e distaccato, lo aveva fatto sentire come se il cuore gli venisse stretto in una morsa da cui era impossibile liberarsi.

Vederlo inveirgli contro per proteggere Jungkook, la causa di tutti i suoi mali, era stato devastante. Che avesse dimenticato il loro rapporto prima del suo matrimonio? Aveva dimenticato come Jimin c'era stato sempre per lui? Aveva dimenticato quanto fossero legati?! Il Taehyung che conosceva non si sarebbe mai rivolto a lui in quel modo, non gli avrebbe mai intimato di rimanere fuori dalla sua vita, urlandoglielo praticamente contro. 

Taehyung era un tipo pacato e riflessivo, quindi, per quale motivo era cambiato così tanto?

Sentì tanti aghi pizzicargli i bulbi oculari e strizzò gli occhi per evitare di farli sciogliere nuovamente in lacrime che odiava cacciare, soprattutto se era per colpa di un grosso e grande malinteso tra lui e suo fratello -l'unica persona per cui nutriva un amore che andava ogni possibile barriera. Non aveva mai litigato in quel modo con Taehyung, e per quanto ci avesse provato, non riusciva a placare quel bruciante male al pensiero di non essere più così speciale per lui.

Sentì dei piccoli e lenti passi avvicinarsi, il tonfo e il frusciare dell'erba non mentivano affatto, e come alzò gli occhi, la figura di Taehyung emerse da dietro i fitti rami del salice sotto cui sedeva. Si teneva la spalla, stringeva la coperta con le dita eleganti e sottili e arrancava verso la cima di quella collinetta presso cui si era rifugiato per rimanere solo con la malinconia. Notò che, nonostante fosse in tenuta notturna e senza scarpe, riuscisse a portare con sè un'eleganza quasi eterea.

I loro occhi si incontrarono, e come lo fecero, il cuore si strinse ancora di più, fino a che non gli fu vicino.

In piedi davanti a lui, si guardarono per qualche attimo, il silenzio che non riusciva ad essere spezzato.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora