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Dire che Taehyung, la mattina del suo matrimonio, era contrariato, era un eufemismo.

Un eufemismo così eufemistico che non esistevano parole sufficienti a spiegarlo. 

Nelle ventiquattro ore precedenti al suo matrimonio, non aveva avuto nessuna notizia nè di Jungkook nè di Min Yoongi, così come non gli era stato permesso uscire dalla propria stanza per andare a far visita ai suoi fratelli -arrivati a notte fonda per un incidente di percorso avuto nel tragitto.

Dire che Taehyung avrebbe voluto chiudere gli occhi, sprofondare in un sogno magico e irrealistico e ritrovarsi magicamente nella sua vecchia stanza senza matrimoni combinati alle porte, era dare voce ai suoi pensieri.

Non conosceva molto bene né Jungkook né tanto meno re Jeon, ma lasciarlo per due giorni da solo, in una stanza -incastrato nella routine doccia, colazione, pranzo/cena, dormire- lo aveva irritato oltremodo, e gli era anche risultato pesante. Molto. 

Lui amava la solitudine, era vero, ma solo quando si trovava in mezzo alla natura.

Al contrario, non sembrava minimamente infastidito dalla presenza costante di Jimin o di qualche suo amico, in quanto trovava l'ascoltare gli altri parlare alquanto piacevole -se fatto con criterio, ovviamente.

«Vostra Altezza, siete perfetto. Il principe Jungkook cadrà ai vostri piedi e non vi lascerà più andare» disse l'acconciatrice di corte, ultimando il suo lavoro. In realtà, Taehyung aveva semplicemente optato per un look mosso e dall'effetto quasi bagnato per i suoi capelli, che si abbinavano meravigliosamente alle morbide curve della camicia dal collo alto. 

Aveva indossato un solo orecchino pendente e null'altro, in quanto l'unico gioiello che avrebbe adornato la sua mano, in quel giorno tanto speciale, sarebbe stata solamente la fede nuziale, simbolo del coronamento del sogno d'amore suo e di Jungkook.

Si guardò un'ultima volta allo specchio e si sistemò meglio la frangia sulla fronte, che andava quasi a coprirgli gli occhi.

«O mi fate entrare o faccio una strage!» sentì urlare da fuori la porta. Quella voce era inconfondibile. 

Taehyung voltò di scatto la testa con le sopracciglia alzate e con già un umore diverso al solo pensiero di poter rivedere suo fratello. Incurante delle deboli proteste dell'acconciatrice reale, corse ad aprire la porta dove un incazzatissimo Jimin cercava di scavalcare le...guardie?

Aveva le guardie davanti la porta?

«Che sta succedendo?» sbottò con voce secca, e le guardie sobbalzarono al richiamo ed implicito rimprovero.

«Vostra altezza, non è consentito al futuro consorte del principe di ricevere alcuna visita che non sia autorizzata da uno dei due reali» spiegò velocemente la guardia, mentre Jimin sibilava una serie di minacce a denti stretti.

«Lasciatelo andare immediatamente. È mio fratello» ordinò, costernato, e le guardie fecero un'espressione dubbiosa.

«Ma vostra al–».

«Ho detto lasciatelo passare» tuonò Taehyung. I due uomini mollarono immediatamente la presa su Jimin e fecero un passo indietro.

Il fratello si aggiustò con un fare irritato la giacca, rivolgendo poi la sua attenzione alle due guardie, a pochi passi da lui.

«La prossima volta vi faccio giustiziare» sibilò prima di andare a grandi passi verso Taehyung e stringerlo in un abbraccio.

«Mi sei mancato tantissimo, Tae» sussurrò contro il suo orecchio, sospirando.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora