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La permanenza di re Jeon e di Jungkook fu breve -brevissima- a parere di Taehyung, che avrebbe comunque preferito sapere qualcosa di più a proposito del suo futuro marito. Il suo pensiero in merito alla reciproca conoscenza non era cambiato, ma aveva visto come tutto fosse diventato meno imbarazzante e più semplice per Jungkook. 

Il loro prossimo incontro, infatti, sarebbe stato il giorno delle nozze.

«Il matrimonio verrà celebrato tra tre mesi esatti, non voglio perdere troppo tempo. Non sono più dei ragazzini e non potrò per sempre occuparmi degli affari burocratici da solo» aveva affermato Jeon, un'impazienza esagerata per un matrimonio di soli interessi.

E la cosa più sorprendente era proprio che anche suo padre aveva acconsentito, e tutti ne erano stati così entusiasti che Taehyung aveva visto la sua calma quiete venire brutalmente interrotta ed infine strappata via dal giorno successivo alla partenza del principe. 

Si erano salutati solo con un cenno della mano ed un «Ci vediamo tra tre mesi» sussurrato da un Jungkook dalle guance rosee e con un mezzo sorriso da parte di Taehyung, che aveva annuito leggermente per poi ritirarsi nelle sue stanze.

Dall'indomani, uno stuolo di sarti si era quindi introdotto al palazzo per creare l'abito perfetto per Taehyung.

Il matrimonio sarebbe stato celebrato nella tenuta dei Jeon, come da tradizione reale. Il matrimonio doveva essere celebrato nel regno e nel castello del futuro erede al trono reale, e il coniuge avrebbe potuto avere contatti con i propri familiari solo tramite lettere, avrebbe potuto incontrarli solo sotto l'autorizzazione del sovrano poche volte nell'arco dell'anno e negli eventi ufficiali.

Jimin era stato colui che si era occupato di aiutarlo a scegliere le stoffe e i colori dell'abito -non che Taehyung ne avesse bisogno, visto il suo spiccato senso estetico- ma sapeva che il fratello adorava darsi da fare in quell'ambito, quindi perché no? 

Jimin si era divertito come un matto ad utilizzarlo come una specie di manichino su cui i sarti avevano cucito senza sosta almeno tre abiti diversi in tempi record, lavorando giorno e notte ed alterandosi per poterli portare a termine entro un mese.

Alla fine, la scelta era ricaduta su una giacca semi-lucida nera decorata da ricami floreali bianchi, una camicia dal pregiato tessuto perlaceo a collo alto ed arricciato, e degli aderenti ma semplici pantaloni neri, aderenti sul sedere e sulle cosce, corredati da un paio di stivaletti neri in pelle dal piccolo tacco squadrato.

Taehyung aveva visto suo fratello spalancare la bocca dalla meraviglia, gli occhi pieni di lacrime lo avevano guardato da capo a piedi, la commozione così forte da non riuscire a dire nulla per i primi quindici minuti di quella prova.

«Sei un incanto...e questa è solo la prova» aveva detto con voce rotta dal pianto Jimin, andando a stringerlo in un abbraccio fortissimo, continuando a piangere sulla sua spalla. Taehyung gli aveva sorriso e aveva spazzato via le lacrime con i pollici dal suo viso ovale, dandogli poi un bacio sulla punta del naso con dolcezza.

«Tutto grazie a te» gli aveva detto, gentile, sorridendogli appena, facendolo piangere ancora di più.

Anche Jin era rimasto senza parole a quella prova, e gli occhi gli erano diventati lucidi prima di schiarirsi la voce e commentare un «Beati gli occhi che possono vederti, Taehyungie» con un sorriso ampio e di ammirazione.

I suoi fratelli erano parecchi emotivi, contrariamente a lui, che invece tendeva sempre a mostrare solo una parte delle sue emozioni.

Dopo quella prova era stato il momento di provare le acconciature -se così potevano essere definite- e dopo aver scelto anche quella, non restava altro che impacchettare la sua roba e spedirla. Il territorio dei Jeon distava dai Kim almeno due giorni a cavallo, non tantissimi ma neanche pochi.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora