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ADV: violenza fisica e anche verbale. 

Sono precisamente 7030 parole di tristezza e lacrime, io vi ho avvisato. 







Come Taehyung rientrò nella loro stanza -non senza aver prima esitato almeno dieci volte, indeciso se fare il suo ingresso o meno-, si accorse che era in penombra. Ad illuminarla, solo una piccola e calda luce soffusa di una delle due abatjour vicino al letto, ma non fu quello che lo lasciò seriamente interdetto e leggermente attonito.

Gli occhi scandagliarono l'ambiente e gli venne impossibile non notare tutta una serie di soprammobili e arredamenti non solamente distrutti, ma anche riversi al suolo o ribaltati. I cuscini che originariamente erano sul letto -ancora sfatto-, erano adesso ai piedi dell'armadio, le cui ante erano spalancate ed i vestiti erano stati quasi strappati via dagli appendiabiti, riversi scompostamente al suolo.

Sembrava che dentro quella stanza fosse appena passato un uragano, quindi aggrottò le sopracciglia e si guardò ancora una volta intorno. Impossibile fu non notare la figura che, seduta sul letto, gli dava le spalle -che teneva rigide e rette come solo una persona poteva fare.

Se da una parte temeva quel confronto, d'altra parte, invece, era contento di averlo trovato lì. Si sentì fortunato a constatare che non si fosse dissociato, perché significava che la vita gli stava dando la possibilità di potergli finalmente parlare a mente più serena e tranquilla. Avrebbe approfittato della sua presenza per scusarsi delle brutte parole che gli aveva rivolto, per fargli capire che nessuno di tutti e due doveva pronunciare parole così crude con leggerezza e, infine, avrebbe lasciato che l'odio -che sicuramente provava JK nei suoi confronti- defluisse dalla sua mente almeno per un pò.

Magari, secondo gli scenari più rosei che si era costruito nella mente, sarebbero riusciti a condividere il letto gigante che troneggiava al centro della stanza, dormendo separati ma comunque nello stesso spazio. Magari avrebbero anche finito la conversazione che era iniziata poco prima, arrivando ad un compromesso.

JK non era come aveva pensato, e l'apertura che aveva avuto nei suoi confronti, quella sera, ne era una conferma. Taehyung nutriva una forte speranza nelle sua capacità di poter parlare con JK e farsi capire; era disposto -ancora una volta- ad andargli incontro e perdonargli la scappatella con Woosung a patto che non ce ne sarebbero state altre, magari iniziando con il rispetto reciproco.

Era la cosa giusta da fare, quella di ricercare il dialogo.

Quella di provarci.

Taehyung non aveva mai perso di vista cosa effettivamente JK avesse passato nella sua vita, ed era arrivato alla conclusione che toccasse a lui fare dei passi avanti. Toccava a lui tendere la mano ad un JK che era ad un passo dal baratro.

«Speravo che ci fossi ancora tu» iniziò quindi Taehyung, chinandosi, come se nulla fosse, per raccogliere la sedia ribaltata davanti i suoi piedi. Era ovvio che qualcosa non andava, ma JK aveva spesso reazioni sproporzionate all'entità di ciò che succedeva. Magari c'era rimasto male come quando avevano litigato la sera del matrimonio di Jennie e Kay.

Quella volta non aveva avuto modo di scusarsi, ma era deciso a mettere in tavola tutti gli eventi passati e presenti. Si sarebbe scusato e avrebbe spiegato a JK le sue ragioni.

Magari avrebbe anche ricevuto qualche rispostaccia, però era certo che JK lo avrebbe ascoltato e avrebbe fatto le sue valutazioni.

Magari avrebbe anche potuto scoprire qualcosa di più su di lui.

Cosa gli piacesse fare, ad esempio, o qual era il suo colore preferito, che cibo adorava mangiare e cosa detestava, che tipo di animali gli piacevano ed anche che letture aveva apprezzato. Cose semplici e forse anche fittizie, ma che servivano per iniziare a collezionare alcune delle mille sfaccettature che componevano JK.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Där berättelser lever. Upptäck nu