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ADV: questo capitolo tocca tematiche sensibili e sono presenti descrizioni grafiche che potrebbero urtare.







Aveva deciso, per la gioia di Kookie e soddisfazione di Taehyung, di parlare con Jungkook. 

Aveva deciso che era arrivato il momento di parlargli ed affrontare, una volta per tutte, ciò che aveva sancito la loro totale rottura e progressivo allontanamento. Gli avrebbe mostrato le conseguenze della sua codardia ed avrebbe atteso una spiegazione che -sinceramente- non gli interessava molto sentire ma che doveva concedergli.

Alzò gli occhi al cielo al pensiero delle parole di Taehyung mentre, con sguardo concentrato sulle pagine di un libro che stava leggendo, si era ritrovato a commentare il suo mugugnare con «Tutti devono avere la possibilità di spiegare. Solo se ascolti puoi capire se ne valga la pena o meno». 

E quindi aveva deciso di ascoltare.

 Ma prima di parlargli e appianare quella sorta di guerra fredda tra loro, doveva fare una cosa. Una cosa che gli era venuta in mente durante una delle sue tante notti insonni passate a fissare il vuoto con le braccia piegate sotto la testa e le orecchie piene del respirare lento e cadenzato di Taehyung. 

A tenerlo sveglio, i suoi mille pensieri contrastanti.

A Taehyung aveva detto solo una parte di ciò che aveva intenzione di fare o di ciò che la sua mente tentava di collegare con le poche informazioni che aveva a disposizione, ma le loro discussioni gli fornivano -spesso- spunti interessanti su cui riflettere. Erano arrivati, durante una delle loro sussurrate chiacchierate notturne, che fosse stato il re a far uccidere Hoseok per un motivo a loro non troppo noto ma che passava in secondo piano vista la gravità del gesto. Quel confabulare li aveva resi complici e JK si era ritrovato ad ammette che trovava rilassante ritrovarsi, prima di andare a dormire, a dialogare con Taehyung.

Trovava, inoltre, che la sua risata dovuta alla sua scocciatura verso il mondo fosse un buon diluente per quella sensazione di strana oppressione che sembrava gravargli addosso ogni volta che vedeva Taehyung sobbalzare per un gesto improvviso o per un contatto inaspettato.

E trovava piacevole la presenza di Taehyung. Averlo a fianco, avere qualcuno con cui poter mostrare il suo vero essere senza doversi filtrare era rilassante -in un certo senso.

Nonostante non fossero state poi così tante le occasioni per confrontarsi senza nervosismo da parte sua o senza i freni che Taehyung si imponeva per non scatenargli scatti di rabbia improvvisa—aveva giurato a sè stesso che non avrebbe mai più scaricato la rabbia su Taehyung, neanche se questo gliene avesse mai dato motivo perchè...non lo sapeva, ma era così.

Detestava vederlo trattenersi, detestava vederlo rimuginare così tanto sulle cose da dire da -a volte- rimanersene in silenzio per un minuto buono al fine di dosare le parole perchè c'era lui. Lo aveva visto, JK, parlare e sorridere a Jungkook con una naturalezza invidiabile, di quelle che lui non aveva mai avuto con nessuno -neanche con Woosung, a dirla tutta.

Sì, con quest'ultimo si rivolgeva in modo più spontaneo e quasi naturale ma non poteva considerare i loro incontri confronti. Erano più una sorta di incontri carnali che contenevano parole, ma non ricordava di essere mai sceso troppo nel dettaglio della sua vita o nella vita di Woosung. JK non aveva mai trovato risposta al suo dilemma sul perchè alle persone piacesse così tanto dialogare e riempire di parole vuote e voci fastidiose silenzi ben più esplicativi e sensati.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora