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L'ultima cosa che Taehyung ricordava prima che l'oscurità gli si chiudesse attorno, era di aver stretto la mano di Jungkook tra le sue in un tentativo di calmarlo per evitare che continuasse a graffiarsi la pelle con le unghie. Aveva sperato che Jimin tornasse senza Hoseok, sussurrando dolci ma vuote parole ad un Jungkook fragile come forse non lo era mai stato prima.

Aveva provato a rimettersi in piedi per aiutare il principe, avrebbe davvero tanto voluto stringerlo tra le braccia e cancellare ciò che Jimin gli aveva urlato contro, sopprimendo quelle orrende parole con amore e delicatezza, ma poi tutto era cominciato a farsi confuso. La vista gli si era andata offuscando, la testa aveva iniziato a vorticare, il buio aveva iniziato ad avvolgere piano piano ogni cosa e le forze erano state drenate fino a prosciugarlo.

Il pavimento freddo era l'ultima cosa che aveva sentito sotto i palmi delle mani mentre lottava per scrollarsi via quell'intorpidimento, cercando di focalizzare l'attenzione sul suo principe, completamente spezzato e dilaniato e che manteneva la testa sepolta tra le ginocchia.

E adesso, mentre sprazzi di mani confuse che lo toccavano insieme a voci che si accavallavano pronunciando il suo nome con preoccupazione, la prima cosa che si stava chiedendo era era su cosa poggiasse il capo e perché si sentiva stretto all'altezza del petto, in particolare sulla spalla.

Non che si sentisse capace di muoversi, ma adesso si sentiva intorpidito. Il lieve pulsare alla tempia si fece via via più consistente, l'indolenzimento delle gambe gli iniziava a dare fastidio, come gli dava fastidio quel cuscino poggiato sotto la sua schiena.

Si sforzò di riaprire gli occhi stanchi e poco lucidi, ma come le palpebre si schiusero aprendo degli spiragli sul mondo circostante, le pupille vennero ferite da una calda e soffusa luce proveniente da non sapeva cosa. Li strizzò e arricciò il naso, sentendo un formicolio strano in tutto il viso come fece quell'espressione.

La pelle gli pizzicava in modo fastidioso, tirava come se fosse tesa ed in tensione, quindi ci riprovò. Schiuse le labbra per sibilare al fastidio della luce negli occhi e mosse leggermente la testa.

«Taehyung? Mi sentite?».

Una voce melliflua e tranquilla gli arrivò alle orecchie, appartenente ad una persona che non voleva vedere e con cui non voleva confrontarsi. Le sue preghiere, come ormai era abituato, non erano state ascoltate neanche quella volta.

Il suo istinto fu quello di rispondere a quella voce con una smorfia irritata. Così, senza una ragione apparente.

Non era lui che voleva al suo fianco in quel momento.

«Taehyung?» richiamò di nuovo quello. Sentì una mano poggiarsi sulla sua coscia per scuoterlo leggermente e la cosa gli diede fastidio.

Enormemente fastidio. Non voleva essere toccato, chi era che si arrogava quel diritto senza neanche chiedere il suo consenso?

Sicuramente, la prima cosa che avrebbero voluto incontrare i suoi occhi, una volta sveglio, non era di certo la faccia del dottore a pochi centimetri di distanza dalla sua, mentre lo guardava con occhi scrutatori e attenti. Facendo un'altra smorfia e non degnando quello di altra attenzione, fece vagare lo sguardo nella stanza, trovandola decisamente diversa da quella che ricordava.

Oltre ad essere più grande, era anche più luminosa e finemente arredata. No, quella non era proprio la camera che condivideva con Jungkook.

Spalancò gli occhi.

Jungkook!

Come quel nome gli ritornò nella mente non più nebulosa ma chiaramente più limpida, si issò di scatto con il cuore in gola, salvo poi ricadere all'indietro con la testa sul cuscino come un forte giramento di testa lo colpì all'improvviso.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now