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«Non posso più farlo».

La voce schietta e decisa risuonò tra le pareti dello studio raffinato in cui si trovava per un colloquio dalla massima urgenza. Rizzatosi dal suo profondo inchino, la schiena ritornò dritta tanto quanto una candela ed il petto sporse leggermente in fuori. Consapevole di ciò che stava affermando, si specchiò senza alcun indugio in due occhi scuri adombrati e scettici, reggendo quello sguardo fin troppo arrogante per poterlo lasciare completamente indifferente. 

Strinse i pugni dietro la schiena e lontani dallo sguardo scrutatore del re che gli scivolò addosso per qualche intenso attimo, un pò come se non avesse neanche sentito le sue parole. 

O che le avesse sentite e gli stava fornendo l'opportunità di ritrattare prima che fosse troppo tardi. 

«Dottore, a cosa devo questo improvviso cambio di rotta sulla tabella di marcia che ci eravamo preposti?» domandò con voce inflessibile ma affabile il re, non mancando di stringere gli occhi nella sua direzione così tanto che, come radici di un albero, le rughe di espressione gli raggrinzirono la pelle fino alle tempie. Abbandonata la firma di alcuni documenti reali, si era appoggiato con interesse allo schienale della comoda poltrona imbottita e, come se non si aspettasse una vera risposta, si voltò verso i suoi consiglieri. 

Con un veloce quanto mellifluo movimento della mano adornata da fini anelli in oro e pietre preziose, li cacciò senza degnarli di un'ulteriore occhiata; le quattro figure spiegate ai suoi lati si inchinarono profondamente e sfilarono silenziosamente via fino a che il riecheggiare dei loro passi non si perse oltre la porta ormai chiusa.

«Sono arrivato alla ferma conclusione che non posso più mentire al principe Jungkook. Non è nella mia etica lavorare in questo modo e non sto facendo onore alla memoria di mio padre nè alla materia a cui ho deciso di dedicare la mia intera esistenza» gli rispose senza esitazione Hoseok, rimanendo fermo in mezzo alla stanza.

«Dottore, parlare di queste cose in piedi è scomodo, accomodatevi». Quello del re non era stato un invito quanto un ordine, e quindi Hoseok non potè far altro se non prendere posto su una delle poltroncine poste di fronte la scrivania e attendere che il re concludesse il discorso -o ne iniziasse un altro ben più spinoso. 

Re Jeon, infatti, arcuò un sopracciglio e fece un sospiro rammaricato. «Perché mai avete cambiato idea? Cosa è successo di così sconvolgente durante l'ultima seduta da far cambiare drasticamente il vostro operato e addirittura non rispettare i nostri accordi? Mi è sembrato di essere stato abbastanza chiaro quando vi ho affidato il caso di Jungkook».

Hoseok rimase impassibile e non diede segno di quanto turbamento quella situazione gli stava mettendo addosso; lo sentiva gravare sulle sue spalle e sperava di riuscire a trovare un modo per districarsi da quella situazione senza che vi fossero drastiche ripercussione sulla sua persona...o sul principe stesso. 

«Andando avanti con la terapia, mi sono reso conto che la vostra richiesta non è assecondabile. La psicologia non è un trattato, non è una strategia di guerra e non è qualcosa di razionale che può essere pianificata in modo inflessibile. Il principe non sta reagendo secondo le mie stime, ed io non posso più  mentirgli o continuare a distruggere il suo equilibrio precario. Non è questo il modo migliore per ottenere ciò che volete, Vostra Maestà». 

Parlandogli chiaramente e lentamente, sperò che il suo discorso diretto fosse comprensibile abbastanza da non essere discusso, ma ovviamente non poteva aspettarsi che un uomo come re Jeon lo capisse o, addirittura, avallasse quel ragionamento così tanto lontano dalla sua visione di vita. Nutriva la speranza che di quell'uomo che aveva conosciuto e che adesso non sembrava esistere più, fosse ancora dentro di lui, da qualche parte nascosto. Re Jeon era stato forse il sovrano migliore che il regno avesse mai avuto avuto... prima che la moglie andasse via e abbandonasse lui e suo figlio. Prima che la regina scappasse con quell'uomo, il re era sempre stato affabile e disponibile, attento ed anche affettuoso non solamente nei confronti di suo figlio ma anche nei confronti dei suoi collaboratori.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now