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Alzò gli occhi dal libro che stava leggendo come sentì la porta della camera da letto aprirsi lentamente, e subito incontrò uno sguardo decisamente più timoroso e imbarazzato.

«Finalmente sei arrivato, cominciavo a credere che ti volessero rapire. Com'è andata la giornata?» chiese Taehyung con un piccolo sorriso, abbassando il libro per poggiarlo sul suo grembo e focalizzare l'attenzione sul principe. Jungkook si morse il labbro inferiore ma gli sorrise, grato di aver intavolato una conversazione -perchè no, lui non era ancora in grado di farlo.

Aveva alcuni problemi nell'intraprendere delle conversazioni con qualsivoglia essere umano, però Taehyung era uno dei pochi con cui riusciva davvero a pronunciare più di semplici mezze frasi. In realtà, l'unico momento in cui sembrava davvero un principe, era solo quando si trovava a parlare di strategie militari e politiche, il che lo rendeva -almeno ai suoi occhi- una persona estremamente noiosa e poco interessante.

«Proficua ma incredibilmente stancante. Non credo che raggiungerò mai una certa tolleranza nei confronti dei consiglieri di mio padre» rispose infine, passandosi stancamente una mano tra i capelli.

Quello era un gesto che faceva spesso JK, lo rivide chiaramente nell'espressione e nelle movenze ma non lo fece notare all'altro. Piuttosto, annuì per indicare che era sinceramente interessato nell'ascoltarlo e richiuse il libro tenendo il segno con le dita.

La lettura era un buon compromesso per occupare il tempo in attesa di Jungkook. In realtà, Taehyung sapeva perfettamente che il principe sarebbe crollato poco dopo aver poggiato la testa sul cuscino, proprio come era successo nelle due notti precedenti. Faceva appena in tempo a mormorargli la buonanotte che poi cadeva in un pacifico sonno seguito da un abbraccio notturno ed inconsapevole a Taehyung, che però si ritrovava al mattino sempre da solo.

E mentre Jungkook guardava gli affari del regno, Taehyung si occupava degli affari interni al palazzo, tra cui l'organizzazione delle sale degli ospiti così come dei ricevimenti e delle faccende che avrebbe dovuto sospendere durante quei giorni di "svago" nella tenuta presso cui sarebbero stati ospitati.

«Ci sono un po' di problemi al confine nord. Se continua così, dovrò assentarmi per qualche tempo per andare a rimettere ordine». Taehyung piegò il capo di lato mentre guardava Jungkook togliersi la giacca con fare esitante e impacciato ma con un cipiglio strano sul viso.

«Cosa starebbe a significare? C'è qualche pericolo in corso per cui è necessario il nostro intervento?» chiese, dimentico del libro. Lo chiuse con un gesto secco e lo poggiò sul comodino, sistemandosi seduto come, adesso, c'era una cosa più grande a cui far fronte.

La preoccupazione per Jungkook.

Jungkook scosse lievemente la testa, sentendo il cuore scaldarsi allo sguardo serio che gli aveva scoccato Taehyung, in un misto di preoccupazione e regale nervosismo che non si aspettava.

Era bello vedere qualcuno che si preoccupava sinceramente per lui, nonostante tutto.

«Non ancora, solo alcuni movimenti sospetti. Ma ne parleremo a tempo debito, non preoccuparti. Se termineranno non sarà necessario per me spostarsi né andare a fare ulteriori verifiche. E comunque, andrei da solo».

Taehyung strinse le labbra e le increspò appena in un'espressione contrariata. Incrociò le braccia al petto e posò il capo sulla testiera dietro di lui.

«Non sono d'accordo sull'ultimo punto; l'idea che vada a controllare di persona non mi entusiasma, e ancor meno lo fa il pensiero che voglia andare da solo. Ne riparleremo se dovessero continuare a persistere delle tensioni, comunque» suggerì quindi Taehyung, notando come Jungkook sembrava iniziare a provare disagio per il tono serio utilizzato. Gli fece quindi un sorrido di incoraggiamento che Jungkook ricambiò, rilassando le spalle.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora