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Taehyung richiuse la lettera che aveva scritto ai suoi fratelli e la sigillò con la ceralacca viola dei Jeon, un colore tanto singolare quanto particolare per appartenere ad una casata reale. 

Di solito, compresa quella Kim, il suo colore era di un profondo e brillante rosso rubino. 

Con un'ultima occhiata, suonò la campanella e diede la lettera alla servitù per farla spedire, ricadendo poi stancamente sulla poltrona.

Si sgranchì il collo e le dita notando come era stato tutto il pomeriggio impegnato a rispondere a lettere burocratiche di minor interesse ed importanza per conto dei Jeon, e gli occhi gli ricaddero con stupore sull'invito che avevano ricevuto.

Una battuta di caccia organizzata dal regno vicino -ottimo alleato dei Jeon- a cui avrebbero dovuto partecipare da lì a tre giorni. La tenuta presso cui sarebbero stati ospiti non era molto distante dal palazzo, ma il sovrano aveva specificato la volontà di avere gli ospiti dei vari regni per più giorni, per «Godere dei panorami di campagna e gioire della compagnia altrui».

Tutto molto bello, se non fosse che Taehyung era da circa una settimana che cercava di avere un contatto con Jungkook, senza riuscire però ad instaurarlo. Re Jeon lo aveva tenuto impegnato e sempre vicino a sè, e quindi non si erano potuti scambiare altro che piccoli convenevoli a cena o a pranzo, ma nulla di più. 

Taehyung rise senza allegria della sua sfortuna. Ogni volta che faceva un passo avanti con Jungkook o chiunque esso fosse, alla fine stallava sempre per cause esterne, rendendo quasi vani i suoi sforzi.

Chissà se stasera riusciremo a vederci nella nostra stanza...sembra che sia l'unico a voler mandare avanti il matrimonio.

Nonostante fosse stato proprio il principe a proporgli di dormire insieme, Taehyung non lo aveva praticamente più visto dopo la prima notte. Si addormentava sempre prima che arrivasse e spariva prima che si svegliasse, trovando le coperte solo vagamente stropicciate -e non sempre.

La cosa lo irritava oltremodo, aveva finalmente sentito di essersi avvicinato maggiormente a Jungkook, e anche a JK, provando a costruire un rapporto diverso con entrambi. Ma proprio adesso che stava iniziando a capirci di più e tutto...Jungkook spariva?

E, obiettivamente parlando, gli impegni politici erano un'emerita stronzata, Taehyung lo sapeva bene. Per questo si era deciso a smettere di far finta di nulla e di andare personalmente a vedere dove e cosa stesse facendo Jungkook.

Non aveva intenzione di sentire ancora e ancora, in un grande e continuo loop, la stessa frase ripetuta da ogni singola persona della servitù. Quelle ridicole scuse erano un oltraggio alla sua intelligenza, quindi congedò ogni singolo membro della servitù che gli intralciava il percorso orbitandogli intorno, sfilando velocemente attraverso i corridoi tetri. 

Se avesse voluto delle risposte, le avrebbe dovute ottenere da solo perché nessuno sembrava intenzionato a dargliele.

E fu con sua somma -e mica tanto- sorpresa, che sentì un parlare concitato e sommesso tra nientepopòdimenoche il principe Jungkook e.....

Hoseok, il dottore.

«Non potrete evitarlo per sempre, Jungkook. Siate ragionevole».

Taehyung si arrestò dietro l'angolo del corridoio, odiandosi per quel comportamento per cui aveva ripreso mille volte Jimin ma che adesso stava adottando per origliare una conversazione tra suo marito ed il suo strizzacervelli inquietante -che prima si poneva da amico e poi si incontrava di nascosto con suo marito.

Fantastico.

«Lo so, ma non posso stargli vicino Hoseok. Ho bisogno del tuo aiuto più di quanto abbia bisogno del mio matrimonio...Non riesco a controllarli, non sono più neanche padrone di quel briciolo di vita che mi rimaneva!» aveva quindi sibilato di risposta Jungkook, e Taehyung alzò un sopracciglio.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now