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«Dobbiamo andarci per forza?» si lamentò per la trecentesima volta in appena dieci minuti JK, sbuffando dalle narici ed emettendo grugniti irritati. Era stato svegliato fin troppo presto quella mattina, Taehyung aveva avuto la geniale idea di anticipare l'incontro con Hoseok arbitrariamente e non c'era stata motivazione, lamentela o imprecazione sufficiente abbastanza da farlo desistere dallo spingerlo ad alzarsi dal letto e prepararsi. E quindi, ad appena le otto del mattino, era già vestito con quegli abiti orrendi appartenenti a Jungkook e diretto allo studio del dottore, mano nella mano con Taehyung.

Gli occhi tornarono nuovamente sulle loro mani intrecciate ed arricciò il naso. Quando Taehyung gli si era avvicinato, quella mattina, per intrecciare le loro dita, il suo primo impulso era stato quello di guardarlo orripilato e scrollare velocemente l'arto per convincerlo a mollare la presa- ed era sicuro ci sarebbe anche riuscito se solo la stretta di Taehyung non fosse stata così tanto salda da non sparire neanche se scrollata con insistenza.

Previdente, Taehyung si era già immaginato la sua possibile reazione e quindi aveva giocato d'anticipo, nascondendo il suo sorrisetto vittorioso per come JK aveva fatto ricadere il braccio, arreso all'idea di tenergli la mano.

«Ma perchè dobbiamo camminare come dei babbei? Non possiamo semplicemente andare e basta?» si era lamentato di nuovo JK, facendo una smorfia di disappunto.

«Te l'ho già detto: è così che io e Jungkook camminiamo per il palazzo, abbi pazienza» gli aveva sibilato Taehyung in risposta, arricciando il naso per l'imprecazione a mezza voce di JK che gli era valsa come risposta.

JK aveva mantenuto il suo disappunto costante e visibile, anche se gli serviva principalmente per non mostrare un altro turbine di emozioni che gli si dimenava dentro senza sosta alcuna. Aveva fatto finta di niente ma, al suo sguardo attento, non era sfuggito il modo in cui le loro dita si erano incastrate con fin troppa perfezione ed armonia per essere ignorata; in particolare, le dita lunghe e sottili di Taehyung erano scivolate tra le sue con naturale perfezione, i loro palmi si erano toccati ed il calore delle loro mani creava una confortante stretta che non disdegnava.

Era confortevole, dopotutto.

Molto.

Troppo.

Le dita si erano mosse prima che potesse accorgersene, aumentando la presa sulla sua mano in un impulso così inconsapevole che, piuttosto che comprenderlo, aveva deciso di scrollare le spalle e di non abbandonare quel piccolo quanto piacevole contatto. Era come se quella sensazione di calore fosse tangibile e, dalla mano, gli stava risalendo sul suo braccio e gli si stava annidando al centro del petto come non doveva succedere- ma quante cose non dovevano succedere nella sua vita?

Per la prima volta, era un qualcosa di piacevole, per cui perchè non aggrapparvici fino a che gli era possibile?

Ma la sua irritazione veniva in secondo piano perchè, almeno per qualche giorno, doveva avere la possibilità di vedere quanto il palazzo era cambiato durante il suo periodo di finta assenza e chi aveva messo a repentaglio la sua vita e quella di Taehyung -che se ne stava a due passi di distanza da lui.

«Non c'è bisogno che segui queste stronzate reali, lo sai?» gli disse senza particolari inflessioni nella voce, lanciandogli un'occhiata di sbieco. Gli occhi di Taehyung catturarono un dettaglio che, senza pensarci, lo portò a fare leva sulla mano di JK per farlo fermare proprio ad un passo dalla porta della stanza del medico. JK era pronto a chiedergli cosa ci fosse che non andava quando lo aveva visto allungare una mano verso di lui per spostargli i capelli in modo leggero e causale; con movimenti delicati glieli sistemò in modo che le ciocche scure si spiegassero sulla fronte e fossero simili a come li portava Jungkook, annuendo tra sé come adesso erano molto più convincenti.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now