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«Taehyung!». 

La voce di qualcuno che chiamava il suo nome gli arrivò ovattata alle orecchie, in un sibilo così sottile da non essere distinguibile. Per questo Taehyung affondò il viso nel cuscino e prese un profondo sospiro, rilassando le spalle subito dopo per riprendere il sonno da dov'era stato interrotto.

«Taehyung svegliatevi!». Quel sibilo era stato accompagnato da un contatto leggero sulla sua spalla, su cui delle dita delicate si erano avvolte per rafforzare la presa e ridestarlo dal torpore del sonno profondo e necessario. 

Taehyung mugugnò qualcosa e strizzò ancora di più gli occhi, per niente intenzionato a svegliarsi: era così stanco che non ce l'avrebbe fatta neanche ad alzare le palpebre, pesanti come macigni e gonfie per il poco riposo. Era sicuro, inoltre, che se non fosse riuscito a dormire, quel mal di testa velato che sentiva già in agguato sulle sue tempie si sarebbe amplificato così tanto da uccidergli i pochi neuroni rimasti in vita dopo la guerra.

«Taehyung, svegliatevi, per favore è importante!».

Come quel qualcuno gli sibilò-urlò all'orecchio, gli occhi di Taehyung si spalancarono. Sussultò visibilmente come si trovò il volto del consigliere, Yoongi, ad un palmo dal viso. Nonostante la scarsa luminosità della stanza, le sopracciglia sottili erano arcuate, gli occhi sembravano tranquilli ma l'espressione che gli deformava il volto tradiva un'agitazione troppo palese per essere nascosta. 

Si passò una mano sul viso ed aggrottò la fronte, stropicciando stancamente un occhio ancora incollato dal sonno, mugugnando un «Yoongi?» incredulo che gli uscì quasi come un lamento.

«Ma che ore sono?» domandò poi, con un tono così sfiancato che il consigliere si scusò con lo sguardo. Possibile fosse già ora di alzarsi? Che i suoi impegni non potevano attendere che dormisse qualche ora in più del solito per riprendersi? Non dormiva in modo decente da giorni, si meritava un attimo di pace prima di riprendere...no?

Yoongi scosse la testa con velocità quasi anomala per gli occhi stanchi di Taehyung, afferrando le coperte per spostarle con un gesto secco e scoprirlo. Quest'ultimo trasalì per il freddo e sbottò un'imprecazione per il brivido che lo colse, massaggiandosi le tempie con le dita per quanto gli pulsassero.  «Non ha importanza l'ora, per favore Taehyung dovete seguirmi! Jungkook è in crisi, vi crede morto e non so più cosa fare per cercare di calmarlo» rivelò con voce velata da profondo panico e preoccupazione Yoongi.

Come il suo cervello assimilò una parola per volta, gli occhi di Taehyung si sgranarono a dismisura ed ogni traccia di sonno venne prontamente dimenticata ed archiviata in un angolo della sua mente. Basato solamente dalle parole 'crisi', 'morto' e 'calmarlo', Taehyung si mosse come se non avesse nemmeno una ferita in via di guarigione sul petto, mettendosi seduto mentre Yoongi correva a prendere una vestaglia per posargliela addosso.

La seta pregiata e scura gli si avvolse attorno al busto e la legò con la relativa cintura, porgendo il braccio a Yoongi per essere aiutato ad alzarsi. La stretta del consigliere era più forte e presente di quanto effettivamente si aspettasse ed era solida abbastanza da aiutarlo ad issarsi ed accompagnarlo velocemente -si faceva per dire- verso la stanza di Jungkook.

Era situata a poche porte di distanza dalla sua, e proprio grazie alla poca distanza, nel corridoio che stavano attraversando iniziarono ad echeggiare dei suoni soffocati che sembravano tanto una sorta di mugugni e gemiti sommessi che si perdevano in singhiozzi profondi. 

Per ultime, intervallate da momenti di silenzio assoluto, delle urla mal celate accompagnate da singhiozzi strozzati dalle spesse pareti della stanza e dalle pesanti porte in legno che erano state chiuse a chiave proprio da Yoongi per evitare che il principe facesse dei gesti avventati.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora