CAPITOLO 13

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[Anche questo capitolo è diviso in quattro parti. Buona lettura!]


* Elsie *

Non so come sia possibile, ma guardare Jonah dormire è la mia nuova attività preferita. Mi tiene un braccio attorno alla vita e l'altro sotto la testa. Chissà come sarà scomoda, quella posizione. E tutto per tenermi abbracciata fino al mattino.

- Sei così bello... - bisbiglio, per non svegliarlo. - So che non sei quello che mostri. C'è un altro Jonah, dentro di te. - appoggio la mano sul suo petto. - Il Jonah che mi sta facendo innamorare sempre di più. - premo le labbra sulla sua fronte e lascio il letto. Dorme così beato, che non voglio disturbarlo.

Quando esco dalla sua stanza, ho una nuova sensazione addosso. Nonostante sia ancora qui, mi sento libera.

- Buongiorno. - la voce della signora Nowak mi spaventa. Non l'avevo neanche vista.

- Buongiorno, signora Nowak. -

- Hai dormito bene? -

- S-sì. -

Ma perché mi sto agitando? Sapeva che ero qui, mi ha vista ieri sera!

- Non credevo fossi mattiniera. -

Potrei dire la stessa cosa. - Mi veglio sempre all'alba, di solito. Oggi è anche tardi. -

E sono solo le 7:30 del mattino.

- Caffè? -

- Volentieri. -

- Andiamo di sotto, allora. Mio nipote non si sveglia mai prima delle otto e trenta. - ridacchia, scendendo le scale.

Hai capito Jonah...

Se la prende comoda.

Seguo la signora di sotto, senza osare fiatare. Non ho ancora capito come comportarmi, con lei. Le sto simpatica, oppure no? È peggio di Jonah, in quanto a espressioni facciali.

Si siede all'enorme tavolo da pranzo di marmo e mi indica una sedia.

La raggiungo e mi accomodo anch'io. Le sedie sono imbottite, rivestite di velluto marrone. Molto, molto confortevoli.

Senza rendermene conto, passo una mano sul marmo lucidato. Ha un certo fascino e fa subito effetto, quando lo si vede.

- Mio marito era un architetto. -

Alzo lo sguardo verso di lei. - Davvero? -

Annuisce. - Sì. Ha progettato lui questa villa. E ci ha messo anche quella cosa...come si chiama... - schiocca le dita e un cameriere scatta subito da lei. - No, no, non ti ho chiamato, torna in cucina. - agita le mani. - Kung...fui...o qualcosa del genere. -

Mi viene da ridere. - Feng Shui, forse? -

- Sì, esatto! - batte le mani e arriva una cameriera. - Santo cielo, ma che avete tutti stamattina? -

Mi copro la bocca, cercando di trattenere le risate.

- Comunque, diceva che il... -

Ha già dimenticato come si chiama.

- Feng Shui. - la aiuto.

- Parlava sempre di alcuni princìpi, ma non ci ho mai capito molto. -

- Sì, secondo il Feng Shui, una casa dovrebbe essere quadrata o rettangolare, senza angoli o parti mancanti. In teoria, dovrebbe esserci un drago verde a est, una tigre bianca a ovest, una tartaruga nera a nord e la fenice rossa a sud. - traccio le linee più scure del marmo con la punta dell'unghia. - Di solito, la parte sud di una casa è quella più esposta alla luce, quindi corrisponde al fuoco e allo yang. La parte nord, invece, corrisponde all'acqua e alla carriera. E l'acqua equivale allo yin dell'oroscopo, quindi il nord è la direzione più indicata per riposare. - alzo lo sguardo verso di lei. - Sa che ogni colore corrisponde a qualcosa, nel Feng Shui? -

Prisoner ( #Wattys2022 ) Where stories live. Discover now