CAPITOLO 53

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* Elsie *

- MALEDIZIONE! - Jonah tira un calcio al mio vecchio letto, frustrato. Siamo a casa mia e, ovviamente, non c'è traccia di Evie.

C'è una culla, un passeggino, un seggiolone, cibo per bambini, latte. È chiaro che stiano qui, ma dove diavolo sono!?

Trovo addirittura dei vestitini (adorabili, devo ammetterlo), delle scarpine e delle fasce, in quella che una volta era la cabina armadio. Ora è piena di cose per mia figlia.

È...assurdo.

Tiro tutto fuori, accecata dalla rabbia. Il dolore, la mancanza, tutto sta venendo a galla, facendo straripare il mio fiume già in piena.

Scoppio a piangere e urlo, mentre lancio un vestito dietro l'altro.

- Elsie... - Jonah mi stringe improvvisamente contro di sé.

- Rivoglio la mia bambina... - singhiozzo. - Dov'è, Jonah? -

- La troveremo, te lo prometto. -

- Ma dov'è!? Qui c'è tutto, ma non lei! - gli colpisco il petto. - Lo odio! Lo odio! Lo odio! -

Jonah mi stringe forte, premendomi una mano sulla nuca. Lo sento sussultare e capisco che anche lui sta piangendo. Mi aggrappo alla sua camicia e chiudo gli occhi.

- Mi dispiace, Elsie. Mi dispiace così tanto, che le parole non basterebbero. Christian mi ha ingannato per tutta la vita e io sono stato completamente cieco e sordo. Ho sempre pensato che, il suo essere così severo e chiuso, fosse un modo per rendere meno dolorosa la mia esistenza nella mafia. Ma non è stato così. Non ha fatto altro che trasformarmi in un cubetto di ghiaccio. Freddo, calcolatore, spietato. Ero così, prima di te. Ho fatto uccidere delle persone, che credevo responsabili della morte sua e del nonno. Ho creato una guerra con i Thopal, convinto di poterli finalmente vendicare. E invece, dietro di loro, c'era proprio lui. -

Sollevo la testa, per poterlo guardare. Ha gli occhi rossi, le ciglia bagnate, le guance rigate. Gli asciugo le lacrime con i pollici, sentendo un peso sul cuore. Si sente responsabile di tutto questo, ma non è così. Non poteva sapere che sarebbe successa una cosa simile. - Ti ho fatto una grande promessa, il giorno del tuo trentesimo compleanno e intendo mantenerla. Sarò la spalla su cui potrai piangere, o anche solo appoggiarti. Sarò l'abbraccio di cui avrai bisogno. Sarò il bacio che ti farà iniziare la giornata nel modo giusto. Sarò quella brezza fresca in una giornata estiva. Sarò tutto quello che vorrai e molto di più. -

- Ma dovrei esserlo io per te, adesso. Hai bisogno di me, Elsie. -

- Tanto quanto tu ne hai di me. -

- Sai, una cosa buona, Christian è stato in grado di insegnarmela. Me lo ripeteva sempre ed è qualcosa che non dimenticherò mai: "Non rinunciare, Jonah. Non rinunciare mai. Non rinunciare solo perché le cose sono difficili. Anche gli enigmi ancora irrisolti hanno una soluzione." - sospira e si siede su un pouf, tirandomi sulle sue gambe. - È psicopatico e lo odio per tutto quello che ha fatto, ma mi ha insegnato a non arrendermi mai davanti alle difficoltà. E, non lo nego, ci è riuscito bene. Ho spesso dei momenti di sconforto, anche se nessuno se ne accorge. - mi fa un piccolo sorriso. - A parte te. Ma è difficile che qualcosa riesca a mettermi in ginocchio. Una parte di me, mio malgrado, è come lui. -

Questo dovrebbe spaventarmi, ma non è così. Capisco cosa intende e sono qui per sostenerlo.

- Ma l'amore che provo verso Evie, è diverso da quello che lui provava per me. Io voglio allontanarla da questa vita e non la costringerei mai a prendere il mio posto, solo per metterla alla prova. Neanche se fosse stata un maschio, lo avrei fatto. Se un giorno dovesse venire da me e dirmi: "Papà, voglio diventare una rockstar, farmi il piercing all'ombelico, un tatuaggio e una vacanza con il mio fidanzato", io le risponderò che... -

Prisoner ( #Wattys2022 ) Where stories live. Discover now