CAPITOLO 23

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* Elsie *

Apro lentamente gli occhi, riemergendo da un sonno profondo. Ho dolori ovunque e un gran mal di testa.

Gemo, mentre cerco di muovermi. Mi guardo intorno. Sono in una stanza d'ospedale, ma non c'è il classico odore di disinfettante. Sento un leggero sentore di lavanda.

Provo a sedermi, ma mi gira troppo la testa.

- Oh, sei sveglia. - Lindsay entra nella mia stanza, tenendo due bicchieri di carta in mano. - Come ti senti? -

- Mi fa male tutto... -

- Beh, hai preso parecchi colpi. - si siede sul bordo del letto. Sembra fresca e riposata, a differenza mia che devo sembrare una specie di zombie. - Ti ho portato un tè caldo. -

- Grazie. - lo prendo volentieri. Ho tanta sete. - Potresti alzare un po' il letto, per favore? -

- Certo. - lo fa immediatamente e mi sistema un secondo cuscino dietro la testa. - Va bene così? -

- Sì, grazie. - prendo un sorso di tè. È davvero buono e il calore mi fa sentire meglio. - Come sta Mark? -

- Non la smette di fare domande. Mi ha chiesto addirittura che numero di scarpe ho, per essere sicuro che sia io. - scoppia a ridere. - Ora l'ho lasciato con Jonah, almeno assillerà lui e non me. -

- E dov'è Jonah? Sta bene? -

- Sì, hanno solo dovuto ricucirlo per la terza volta. Si è fatto saltare tutti i punti, quando sei svenuta. -

Non ricordo niente. La mia mente è ferma a quando l'ho visto entrare in quella specie di prigione e mi ha stretta tra le braccia. Poi, il buio più totale.

- Ehi... - Lindsay mi asciuga una lacrima. - Sei sotto shock, è normale che ti senta così confusa. -

- Io...posso vederlo? -

- Sì, ma non ora. Non riesci nemmeno a stare seduta, Elsie. -

- Per favore... -

Se non è qui, significa che c'è qualcosa che non va. Ho imparato a conoscere Jonah. So che si sente in colpa. E si sta già allontanando da me.

Non voglio che succeda. Non dopo i bei momenti che abbiamo passato insieme.

Tiro via le coperte e mi siedo, trattenendo il respiro. Mi fa male lo stomaco, la schiena è sul punto di spezzarsi in due e la testa...dio, mi sembra di avere un martello pneumatico nel cervello.

- Elsie... -

- Devo vederlo. - mi trascino giù a fatica. Quando i miei piedi toccano il pavimento, le ginocchia iniziano a traballare. Mi aggrappo al letto e cammino lentamente verso la porta. Ringrazio mentalmente Lindsay per non avermi trattenuta. In fondo, conosce Jonah anche meglio di me. E viene anche ad aiutarmi, perché sono già stanca. Mi stringe una mano, mentre con l'altra mi sostiene quel tanto che basta per tenermi in piedi.

Quando entro nella stanza di Jonah, lo trovo impegnato in una conversazione con Mark e Renée.

- Elsie... - sua nonna si alza e mi viene incontro. - Mio dio, cosa ti hanno fatto... - mi accarezza i capelli. - Vieni, devi sederti. -

Non rispondo. I miei occhi sono fissi sulla persona stesa sul letto. Non mi guarda. La sua coperta sembra molto più interessante.

- Jonah... - sussurro.

- Siete entrambi scossi, Elsie. - Renée cerca di trattenermi, a differenza di Lindsay. - Dovete riposare. -

No.

Prisoner ( #Wattys2022 ) Onde histórias criam vida. Descubra agora