CAPITOLO 28

4.6K 175 8
                                    

* Elsie *

Il giorno di mia sorella è arrivato. È sabato mattina, il sole è a malapena sorto e io sono sul terrazzo della camera di Jonah, intenta a scrivere una lettera. Ovviamente, verrà anche lui al matrimonio, ma è il suo trentesimo compleanno e mi dispiace che debba passarlo così.

Mi ha detto di non averlo mai festeggiato davvero, anche se ha ammesso che gli sarebbe piaciuto passare la giornata con me.

E lo avrei voluto anch'io.

Perciò, voglio mettere nero su bianco quello che provo per lui. Il modo in cui ha cambiato la mia vita, sia nel bene che nel male.

Sono consapevole che, stando con lui, non sarà più lo stesso. Camminerò sempre con qualcuno dietro a guardarmi le spalle. Non potrò andarmene in giro liberamente, come una volta. Avrò dei limiti che non mi sarà permesso superare. Ma non importa. Se è questo il prezzo della mia felicità, sono disposta a pagarlo.

Piego il foglio in due e lo infilo nella busta bianca. Quando torno in camera, Jonah sta ancora dormendo profondamente. Nascondo la lettera nel suo comodino e mi stendo di nuovo accanto a lui.

A volte, mentre lo guardo dormire, mi chiedo come fosse la sua vita prima di me. Come fosse davvero. So che non è mai stato felice di gestire questo tipo di affari. Senso di colpa a parte, non voleva diventare quello che è oggi. Il fatto che non abbia avuto scelta, credo sia stato il colpo di grazia.

È diventato freddo e insensibile. Non si è più fatto scrupoli, per niente e nessuno. Ha accettato di andare avanti, fino a trasformarsi e non provare più emozioni.

Emozioni che, all'inizio, non ha provato neanche verso di me. Io gli davo fastidio, perché lo avevo "umiliato", dandogli uno schiaffo in pubblico.

Ma poi è successo qualcosa di straordinario.

Non so esattamente cosa, a dirla tutta. Il mio cuore ha iniziato a battere diversamente, quando mi ha dato quel bacio sulla fronte. È stato un gesto...inaspettato.

Premo dolcemente le labbra sul suo petto e sento il suo respiro che mi sfiora i capelli.

C'è un qualcosa di magico, in momenti come questo. Tutto il mondo è in pausa. Esistiamo solo noi due.

E vorrei che potesse essere sempre così.

Faccio un respiro profondo e una strana sensazione mi invade lo stomaco. Mi è successo anche poco fa, mentre stavo scrivendo la lettera.

Maledetto salmone, mi fa venire sempre la nausea. Ieri sera abbiamo mangiato sushi e...cavolo, devo vomitare.

Balzo in piedi e corro in bagno appena in tempo.

Wow, che diamine!

Tiro lo sciacquone e mi lavo i denti. Non mangerò più il salmone. Me lo ripeto sempre, eppure ci ricasco ogni volta. Mi è già successo di vomitare, dopo averlo mangiato. Poi, credo che si sia unito allo stress dell'ultimo periodo ed è venuta fuori una bella frittata.

Il solo pensiero, mi fa venire di nuovo i conati. Cerco di mandare giù la bile e chiudo gli occhi, respirando lentamente.

Ok, sta passando. Sta passando.

- Stai bene? - la voce di Jonah mi fa sobbalzare. - Sei pallida... -

- Ho appena vomitato, ma mi succede sempre dopo il salmone. -

- Sicura? Posso chiamare un medico. -

- No, no, non è necessario, davvero. - mi volto verso di lui. È tutto spettinato e ha ancora gli occhi gonfi per il sonno.

Prisoner ( #Wattys2022 ) Where stories live. Discover now