CAPITOLO 48

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* Elsie *

Sono passati quattro mesi, da quando abbiamo Evie ufficialmente con noi. Ora ne ha sei, è cresciuta ed è la bambina più adorabile che abbia mai visto. Non avrei mai immaginato di poter creare uno spettacolo così bello.

Mentre Jonah dorme, la sento cinguettare nel suo lettino e corro a prenderla. Si tiene i piedini con le mani e mi fa un sorrisone, quando la sollevo. - Ciao, amore mio. - le divoro la guancia paffuta, facendola ridere. Amo il suono della sua risata. È così cristallino e pieno di gioia. - Svegliamo papà, che ne dici? -

Quando sente la parola "papà", i suoi occhioni grigi si illuminano.

La sistemo sulla schiena di Jonah e lei allunga le manine verso il suo viso.

- Papà, è ora di svegliarsi. - ridacchio.

Jonah grugnisce appena, ma sorride e prende Evie con un braccio. - Ciao, angioletto. - la stringe contro il suo petto, dove lei si rannicchia con un sorrisetto. Ha ufficialmente rubato il mio uomo, ormai. - Sei già pimpante, incredibile. -

- Ehi, non stai dimenticando qualcosa, Nowak? - mi fingo offesa.

Mi tira giù e incolla le labbra alle mie. - Buongiorno, angelo mio. -

- Mmh. - gli do un altro bacio. - Vado a preparare il biberon di Evie. Fate i bravi. -

- Sì, capo. -

Mi trascino in cucina, sbadigliando. Siamo alle Hawaii da tre settimane. Abbiamo aspettato un po', prima di far viaggiare Evie su un aereo. In più, dovevamo organizzarci senza essere scoperti.

Mentre scaldo il biberon, mi soffermo a guardare l'oceano. Da qui, la vista è mozzafiato. Siamo circondati dal verde e, davanti, abbiamo un'immensa distesa blu.

Mi piace la calma che si respira. È tutto così tranquillo e il tempo sembra fermarsi, a volte. Un piccolo angolo di paradiso.

Due manine sulla spalla, mi strappano un sorriso. - Mamma, ho fame. - dice Jonah. - E papà ha appena dovuto cambiarmi il pannolino strapieno di cacca. -

Scoppio a ridere. - Accidenti, Jonah Nowak che cambia un pannolino. Chi l'avrebbe mai detto? -

- Puoi dirlo forte. - ridacchia, versandosi una tazza di caffè. È a torso nudo, i suoi muscoli sono sempre gli stessi ed è dannatamente sexy. Io ho ancora qualche chiletto in più, ma non mi sento a disagio. L'unico problema, adesso, è l'intimità. Con Evie che si sveglia spesso di notte, avere un momento solo per noi è praticamente impossibile. E mi manca un po'.

- Hai sentito Mark? - gli chiedo, tirando il biberon fuori dall'acqua calda. Controllo la temperatura del latte e prendo Evie in braccio, per farglielo bere.

- Sì, ieri sera. A Los Angeles va tutto bene e ha chiamato Ross. -

Ross Taylor, un capo mafioso di Sydney. - E cos'ha detto? -

- Ci deve pensare. Non vuole immischiarsi negli affari di Thopal. -

Accidenti. Dannato Thopal! - E dalle Bahamas? -

- Brian è con noi, così come Aki. E dovrebbe bastare così, a dirla tutta. Hassan li teme entrambi. -

- Ora che ci penso...non ci ha attaccati né alle Bahamas e né in Giappone. Sarà per questo? -

- No. - si siede accanto a me e bacia la fronte di Evie. - Diciamo che è arrivato quando noi eravamo già andati via. Mark ha ricevuto i proiettili. -

- Maledizione. - borbotto, pestando il piede a terra. - Quel tizio è infernale, sul serio. -

Jonah appoggia la guancia contro la mia spalla, sospirando. - Troveremo un modo per annientarlo. Non gli permetterò di respirare la stessa aria di mia figlia. - stringe la manina di Evie. - Cavolo, sta crescendo troppo in fretta. -

Prisoner ( #Wattys2022 ) Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon