CAPITOLO 61

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* Elsie *

- Dai, Evie! - Jonah è in ginocchio, con le braccia spalancate. - Vieni da papà! -

Tengo la mia bambina per le mani e cerco di tirare via le dita, ma le tiene strette come non mai. Mi accovaccio e le bacio la guancia. - Forza, vai da papà. -

- Papà. - lo indica con una manina. Ha quasi un anno, ormai e sta per muovere i suoi primi passi da sola.

- Sì, vieni qui, angioletto! - Jonah non sta nella pelle. Le mostra il suo amato coniglietto di peluche. - Guarda, anche Bubi ti aspetta! -

- Bubi! - Evie si lancia in avanti, lasciandomi le dita. Rimane immobile per un istante e mi guarda. - Mamma... -

Le sorrido. - Vai. -

Si volta verso Jonah e barcolla. Mi tengo pronta ad afferrarla, nel caso dovesse cadere. Muove cautamente un piedino e lo pianta con forza a terra.

- Wow, Evie, rischi di fare il buco. - ridacchia suo padre.

La nostra piccolina fa un altro passetto. Poi un altro ancora. Oh, mio dio! Sta camminando davvero!

- Sì! - Jonah allunga le mani verso di lei. - Vieni, Evie! -

- Evie. - ripete lei, felice. - Papà. - un ultimo passo e lo ha raggiunto. Si ritrova sollevata in aria, con suo padre che urla di gioia.

Rimango a terra e mi perdo completamente in questo momento.

Con il passare dei mesi, il loro rapporto è diventato ancora più forte e intenso. Si amano alla follia e, non lo nego, a volte mi rendono gelosa. Ma è una gelosia buona, sia chiaro. È bello vederli così affiatati.

- Mamma! -

Mi alzo in piedi e la raggiungo. Mi stringe le braccia attorno al collo, pur restando contro il suo papà. - Stai diventando grande, amore mio. -

- Mi sento vecchio. - borbotta Jonah. - Tra una settimana, compirà un anno. -

- Il tempo sembra essere volato. -

- Già. - bacia la guancia di Evie.

- Beh, è ora di prepararsi. I nonni ci aspettano per cena. -

- Nonno! -

Sì, va pazza per il nonno. Ma solo perché le dà da mangiare e si lascia usare come un giocattolo. Un po' come un certo signor Nowak, insomma.

- Evie, che ora è? - le chiedo, prendendola in braccio.

- Qua! Qua! -

- Esatto, è l'ora del bagnetto! - baciamo entrambe Jonah, prima di salire in bagno. Mentre la vasca si riempie, libero la mia bambina dai vestiti.

- Mamma, qua-qua. - indica la papera di gomma. Gliela prendo e lei la stringe contro di sé. - Grazie. -

Il suo vocabolario è migliorato. Sa dire perfettamente: mamma, papà, nonno, nonna, zio Mamak, zia Lilì, Evie, Bubi, grazie e ciao. E tutto grazie a Jonah. È lui ad averle insegnato tutto.

La infilo nella vasca piena di schiuma e la lascio giocare per un po'. Mi appoggio al bordo e la osservo incantata. È la mia copia da bambina, anche se alcuni tratti del viso sono gli stessi di Jonah. Ha il mio nasino e i suoi occhi grigi, le guance paffute e le fossette, i capelli perennemente spettinati e le ciglia lunghissime. Ma, ahimè, ha il caratteraccio di suo padre. Cocciuta e possessiva.

Guardo per un momento gli anelli che ho all'anulare sinistro. Con le luci, brillano a più non posso.

Sono la signora Nowak. È strano, ma mi piace. Renée era la signora Nowak, nell'ombra. Evie non lo è mai stata.

Prisoner ( #Wattys2022 ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora