CAPITOLO 50

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* Elsie *

- Papà... - sussurra Jonah, completamente sotto shock.

Il mio sangue si congela. Dio, non è possibile che sia lui!

- Ciao, Jonah. - risponde l'uomo.

Mi dà le spalle, perciò non ho la più pallida idea di che aspetto abbia.

- GIÙ LE ARMI! - sibila Lindsay, piombando nella stanza. Mark si avvicina a me, per proteggermi.

Stringo un po' di più Evie al petto, baciandole la testolina. - Va tutto bene, amore mio. - sussurro.

- Allora, Jonah, non abbracci tuo padre? -

Mark si irrigidisce di colpo e mi guarda, ma i miei occhi sono fissi su Jonah. È paralizzato.

L'uomo si volta verso di noi. Sussulto. È incredibile quanto si assomiglino. Sono due gocce d'acqua, con circa vent'anni di differenza.

- C-Christian... - balbetta Mark. - Non...non è possibile... -

- Mark. - risponde lui. Ma il suo sguardo si sposta subito su di me. O meglio, su Evie. - Incredibile, Jonah, non sei stato in grado neanche di regalarti un erede maschio. -

Evie guarda quello che, purtroppo, sarebbe suo nonno e sorride. Lo fa con tutti e non mi sorprende, ma il mio istinto è quello di coprirle la faccia e non farglielo vedere. Le giro la testa verso il mio petto e la stringo a me.

- Christian Nowak. - Lindsay scoppia a ridere. - Mi era stato riferito della possibilità che fossi vivo. Non ci ho mai creduto, perché mi rifiutavo di pensare che qualcuno potesse essere così contorto. E mi sbagliavo. - si avvicina a lui, mettendo via la pistola. - Hai fatto manomettere tu il jet. La persona che Jonah ha sentito parlare al telefono con un certo "signore", stava in realtà parlando con te. E chi ha mandato tutti quegli stupidi proiettili, sei stato tu. -

- Corretto. Corretto. Corretto. -

- L'unica cosa che non hai fatto, è stato uccidere i fratelli Thopal. -

- Corretto anche questo e... - si volta verso Jonah. - Grazie, mi hai fatto un favore, figlio mio. -

- Hai in mano l'impero arabo dei Thopal, adesso. Obiettivo raggiunto. -

- Complimenti, agente Sullivan. È molto ben informata. E più sveglia di mio figlio, a quanto pare. -

- BASTA COSÌ! - sibilo. - Non le permetto di insultarlo! -

- E lei chi sarebbe, signorina Barlow? -

- Signora Nowak. - lo correggo, anche se non lo sono ancora. Ma è come se lo fossi, ormai.

- Signora Nowak. - ridacchia. - Una ragazzina che pretende di essere una matriarca. Che patetica. -

- Questa ragazzina, è molto più matriarca di me, Christian. - Renée entra nella stanza, più risoluta che mai. - E non ti permettere di parlare in quel modo a tuo figlio. -

- Mamma. - le sorride, ma è più un ghigno malefico, in realtà.

- Hai ereditato la mia malvagità, non dimenticarlo. Siamo uguali, tu e io. -

Effettivamente, quando serve, sa essere davvero malvagia. Un po' come Jonah, è in grado di non provare la minima emozione. - Hai ucciso tuo padre, te ne rendi conto? -

- Era solo un intralcio e gli intralci vanno eliminati. -

Mio dio, "conosco" quest'uomo da dieci minuti e mi ha già fatto saltare tutti i nervi. Com'è possibile che una persona sia così dannatamente cattiva? Così fuori fase da uccidere addirittura il suo stesso padre?

Prisoner ( #Wattys2022 ) Where stories live. Discover now