CAPITOLO 58

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[Questo capitolo è scritto solo dal punto di vista di Jonah]

- Pa...pà... - Evie si dimena tra le mie braccia, cercando di scendere sul pavimento. Ma non la lascerò andare. Non ora, almeno.

- Scusa, angioletto, ma dovrai restare quassù. -

Il suo labbro inferiore inizia a tremolare e so che sta per scattare l'antifurto lacrimoso.

- No, no. - afferro il mio cellulare dalla tasca e glielo passo. - Guarda qui. Perché non chiami la mamma e le dici che le vuoi tanto bene? -

- Ma...ma...ma... -

Bene, con questa distrazione, posso finalmente andarmene. Christian non è qui, questo è certo...

Abbasso la maniglia, ma mi rendo conto solo adesso che la porta è bloccata dall'esterno.

- Cazzo! - la prendo a calci, con Evie aggrappata al collo. Sento il cellulare cadere a terra, seguito dalla suoneria.

Qualcuno mi sta chiamando.

Abbandono momentaneamente la porta e lo raccolgo. È un messaggio da un numero che non conosco. E non è da parte di Aki.

Raggiungimi nella tua stanza. Ti attende un'intensa partita a scacchi.

Christian.

- Ma...ma...ma... - Evie afferra di nuovo il cellulare e finge di chiamare sua madre. Balbetta cose incomprensibili che, di solito, mi fanno sorridere.

Ma non ora.

Una partita a scacchi.

Vuole giocare e sa che potrà esserci un solo vincitore.

Guardo mia figlia, che inclina la testolina da un lato e mi sorride.

La serratura della porta scatta e un uomo la apre. Mi sembra di riconoscerlo: è uno dei sicari di Aki. Ma faccio finta di niente e lo seguo fino agli ascensori.

È lì, che inizia a parlarmi in giapponese. - Anshin shite kudasai, anata wa ryōhō tomo hogo sa rete imasu. Anata no otōsan no ryōsoku no futari no otoko wa watashi no yōna nagurareta otokodesu. Anata no musume o tsureteiku josei wa otorisōsa-kandesu. Watashi ga shiai ni maketa to shite mo, kare ni wa chansu ga arimasen. -

Ascolto con attenzione ogni sua singola parola e capisco di non dover rispondere, perciò mi limito ad annuire.

Stai tranquillo, siete entrambi protetti. I due uomini ai lati di tuo padre, sono sicari come me. La donna che prenderà tua figlia, è un'agente sotto copertura. Anche se dovessi perdere la partita, lui non avrebbe comunque scampo.

È rassicurante, non lo nego, ma avrei voluto essere da solo con Christian.

Perché questa è la resa dei conti.

Padre contro figlio.

Una partita a scacchi.

Un solo vincitore.

Quando le porte si aprono, bacio la fronte di Evie, che inizia a essere inquieta. - Va tutto bene, angioletto. - bisbiglio. - Va tutto bene. -

Penso a Elsie e a come debba sentirsi, in questo momento. Guardo una delle telecamere di sicurezza, sperando che riesca a vedermi. Mimo un "ti amo" con le labbra e proseguo verso la mia stanza.

Il sicario di Aki mi apre la porta, lasciandomi entrare per primo.

Al centro della grande suite, è stato posizionato un tavolo con la scacchiera e due sedie, una di fronte l'altra.

Prisoner ( #Wattys2022 ) Where stories live. Discover now