CAPITOLO 63

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* Elsie *

Guardo la mia bambina dormire e sospiro, felice. Oggi è il suo primo compleanno. Sono già passati dodici mesi, da quel giorno tanto terribile, quanto stupendo. Ricordo la paura di perderla per sempre e poi la gioia di tenerla tra le braccia, per la prima volta. Era così piccola e fragile. Una piuma, fatta di cristallo. E ora è qui ed la gioia della mia vita.

Le accarezzo dolcemente la guancia paffuta e mi sfugge una lacrima.

- Com'è possibile che sia già passato un anno? - sussurro.

- Non ne ho idea. - Jonah si incolla alla mia schiena e mi appoggia il mento sulla spalla. - Il tempo sta passando troppo in fretta. -

- Già. -

- Ma lasciamola dormire ancora un po', prima che arrivino tutti. Che ne dici? -

- Sì, hai ragione. - lasciamo la sua cameretta e chiudo lentamente la porta, senza fare rumore.

Jonah mi prende per mano e saliamo all'ultimo piano della villa. Non c'è ormai più niente, è completamente vuota.

Ci fermiamo davanti la vetrata e osserviamo Los Angeles dall'alto. La vista, da qui, è sempre piacevole. I ricordi un po' meno. Insomma, alcuni sono terribili e altri emozionanti.

Mi torna in mente Renée. Era qui con Evie, poco prima di morire. Lei era quasi riuscita a pronunciare "nonna". E l'aveva resa felice.

- Sei sicuro della scelta che abbiamo fatto? -

Jonah mi bacia la guancia. - Sì, anche se non sarà facile. -

Mi volto verso di lui. - Non dobbiamo farlo per forza. -

- Dobbiamo lasciarci tutto alle spalle, Elsie. Ricominciare. -

- Lo so, ma non voglio che tu stia male. -

Sorride e si china a darmi un bacio. - Andrà tutto bene, amore mio. -

- E cosa farai, una volta lì? -

- Sono laureato in relazioni internazionali e sono un gemmologo certificato. Penso di poter trovare lavoro, da qualche parte. -

Ridacchio. - Sì, credo di sì. -

- E tu che farai? -

- Finché Evie non andrà all'asilo, penso che resterò a casa con lei. -

- Sono d'accordo. -

- E poi, magari potrei provare ad aprire uno studio. -

- Vuoi metterti in proprio? -

- Dici che è una cattiva idea? -

- No, no, anzi. Se vuoi, posso aiutarti. -

- Volentieri. - mi rannicchio contro di lui e inspiro profondamente. - Ma ora andiamo da Evie, credo si sia svegliata. -

- Come fai a saperlo? -

- Segreto professionale, Nowak. - lo bacio e scappo di sotto. Come previsto, Evie è già in piedi e saltella nel suo lettino, cercando di uscire.

- Mamma! Papà! - esclama.

- Eccoci qui! - la prendo in braccio, per tempestarla di baci. - Evie, che giorno è oggi? -

Solleva le manine in aria. - Uno! -

- Uno! - ripeto ridendo. - Sì! È il tuo primo compleanno, amore mio! -

Jonah si china a darle un bacio. - Buon compleanno, angioletto. -

- Papà! - lei lo trattiene per la maglietta. Si aggrappa a lui, costringendolo a prenderla. - Papà! Uno! -

Prisoner ( #Wattys2022 ) Where stories live. Discover now