CAPITOLO 18

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* Elsie *

È la sera del cocktail party. Cioè, in realtà è una specie di evento di beneficenza. Ci sarà addirittura un'asta e, il ricavato, ovviamente, sarà donato a diversi enti presenti. Mi piace questa cosa, soprattutto perché Jonah mi ha detto che ci tiene molto.

E, che rimanga tra noi, non me lo sarei mai aspettato all'inizio.

- Jonah? - faccio capolino dalla cabina armadio. Si sta abbottonando la camicia. Dio, quanto è sexy...

- Sei rimasta incantata? - ridacchia.

Assolutamente sì. - Uhm... -

- Ho un vestito per Elsie. - dice la signora Nowak, entrando. Sistema il colletto della camicia al nipote e mi trascina fuori. - Spero ti vada bene. Ero come te, alla tua età. - percorriamo il corridoio, svoltiamo l'angolo e raggiungiamo la sua stanza. È simile a quella di Jonah, tranne che per alcuni piccoli dettagli.

Entra nella cabina armadio e ne esce con un magnifico abito bianco tra le braccia. Ha uno spacco laterale importante, ma non è volgare e si apre quanto basta. E non ha spalline, ma una fascia che lascia le spalle scoperte.

- L'ho indossato quando avevo venticinque anni, poco dopo essere diventata la signora Nowak. - mi dice, appoggiandolo sul letto. - Sono sempre rimasta nell'ombra. Le decisioni erano di mio marito. Ma, in occasioni importanti e quando eravamo solo lui e io, mi trattava esattamente come Jonah tratta te. Mi faceva sentire venerata. Importante. -

Azzardo a farle la domanda fatidica. - Le manca tanto, vero? -

- Russell mi manca ogni giorno. - fa un sorriso triste. - A volte, vado ad annusare i suoi vestiti. -

- Mi dispiace tanto, signora Nowak. -

Scuote la testa. - Chiamami Renée. - sospira. - Elsie, Jonah è tutto ciò che mi rimane. - si avvicina e, con mia grande sorpresa, mi prende la mano. - Per otto anni, è rimasto rinchiuso nel buio. Era sempre freddo, distante, triste. Irriconoscibile. - mi accarezza il viso. - Non so come sia iniziato tutto tra di voi e non mi riguarda, ma sono felice che tu sia qui. Mi dispiace se all'inizio ho reagito in quel modo. Non potevo immaginare come sarebbero andate le cose. -

- Beh, nemmeno io. - prendo la sua mano nella mia. - Renée, io non sarò mai all'altezza di questa vita. Non sono fatta per il lusso, gli eventi e, soprattutto, non so starmene in un angolo. Voglio la libertà, me la sono addirittura tatuata. Ma amo Jonah più di ogni altra cosa e, anche se in futuro le nostre strade dovessero separarsi, resterà l'amore più importante della mia vita. -

- Sei quella giusta, Elsie. Anche se mi porterai via mio nipote. - riprende il vestito. - Forza, vestiti. -

Vado nella sua cabina per indossare l'abito. E mi sta a pennello. È davvero bellissimo. Metto le scarpe che mi porge, dei semplici sandali bianchi e sono pronta.

- Posso sistemarti i capelli? - mi chiede.

- Certo. -

Mi fa uno chignon, lasciando delle ciocche a incorniciarmi il viso. Ma noto che lei non è vestita per uscire.

- Non viene anche lei? -

- No. - sorride. - Sarete solo tu, Jonah e Mark. Sono troppo vecchia per stare in mezzo ai giovani. -

- E io che credevo che Mark fosse un suo coetaneo. -

Scoppia a ridere. - Si mantiene bene, però. -

- Benissimo. -

- Ho un'ultima cosa per te. - si allontana dalla sua toeletta e prende una scatolina di velluto verde dalla cassaforte. - Questo è l'ultimo anello che Russell mi ha regalato, prima di morire. -

Prisoner ( #Wattys2022 ) Où les histoires vivent. Découvrez maintenant