CAPITOLO 31

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* Elsie *

- Scacco matto! - faccio volare l'alfiere di Jonah e alzo le braccia in aria. - Hai perso, amore mio! -

- Non è possibile. - borbotta, raccogliendolo. - Non è proprio possibile. -

- Lo hai detto per tutte e cinque le partite. Sei ripetitivo. -

Mette il broncio. Starà cercando di capire come ho fatto. Ma non sa che mio padre è un maestro di scacchi senza precedenti.

- E tu sei malefica. - mette via la scacchiera e mi salta addosso, ribaltandomi sul divano.

Da due giorni, siamo a Sydney, a più di dodicimila chilometri di distanza da Los Angeles, in una casetta sperduta nel bosco. E, quando dico "sperduta", intendo nel vero senso del termine.

Ma non mi dispiace. Anzi, mi sento davvero a mio agio, qui.

- Ehi, ma non vi staccate mai? - ridacchia Lindsay, entrando in soggiorno.

- Mai. - conferma Mark. - Sono sempre appiccicati, come due calamite. -

- Tipo voi due. - Jonah gli lancia un cuscino. - Pensate che non vi abbiamo sentiti, la notte scorsa? -

Beh, effettivamente qui non ci sono le pareti insonorizzate. E loro due non sono stati proprio discreti...

Scoppio a ridere, quando li vedo arrossire. Beccati!

- Elsie, ti va di aiutarmi a cucinare? - mi chiede Lindsay.

Qui non c'è la "servitù", come a Los Angeles o a Dubai. Dobbiamo arrangiarci da soli e mi piace!

- Volentieri. - la seguo in cucina e mi metto un grembiule. Vedo dei gamberetti, un mango...oh, niente salmone! Menomale. - Cosa prepariamo? -

- Una ricetta australiana: gamberetti al mango. -

- Ok, dimmi cosa vuoi che faccia. -

- Potresti tagliare il mango a cubetti, per favore? -

- Certo. - mi metto all'opera, mentre lei sguscia i gamberetti.

Era da un pezzo che non cucinavo e mi è mancato. Anche se non sono bravissima, me la cavavo a modo mio. Molte volte buttavo via tutto, perché era immangiabile, lo ammetto. Ma non è successo proprio spesso.

E non mi sto giustificando! È la verità!

- Con Mark, quindi, va tutto bene? - chiedo.

- Benissimo. - Lindsay mi sorride. - Non hai idea di quanto mi sia mancato. -

- Posso immaginare. Ma come ha preso il tuo ritorno? Cioè, quando gli hai spiegato tutto... -

- Abbiamo parlato per una notte intera. Gli ho raccontato tutta la verità e ha capito. Sembra scemo, ma non lo è. Ha un cuore grande e, anche se è quello che è, fa parte dei buoni. -

E questo lo so. Me lo ha dimostrato, facendomi completamente dimenticare che è il killer principale di Jonah. - E, quindi, state recuperando il tempo perduto. -

Scoppia a ridere. - Esattamente. -

- Jonah ha borbottato per tutto il tempo. Alla fine, ha rubato i tappi per le orecchie di sua nonna. -

Che è rimasta a Los Angeles. Non è voluta venire con noi, ma ha dodici guardie del corpo solo per lei.

Fanno le cose in grande, qui.

- Tu come ti senti? È passata la nausea? -

Taglio l'ultimo cubetto di mango. - Sì. Dipende, in realtà. Ho ancora lo stomaco sottosopra, a volte. Ma va molto meglio. -

Prisoner ( #Wattys2022 ) Where stories live. Discover now